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L’Ickabog: somiglianze con Harry Potter del romanzo della Rowling

21 Ottobre 2022 gian-sarl 7 min read

L’Ickabog: somiglianze con Harry Potter del romanzo della Rowling

21 Ottobre 2022 Newt 7 min read

Chi ha letto L’Ickabog sa che si tratta di una storia completamente diversa da quella di Harry Potter (noi l’abbiamo recensita qui). Uscito inizialmente come e-book, un capitolo per volta, durante la prima ondata di Covid-19 nella primavera del 2020, è poi diventato un libro cartaceo il 10 novembre dello stesso anno, con tanto di immagini disegnate dai bambini.

Si tratta di un testo unico e non di una saga, ed è narrato da vari punti di vista, a differenza di Harry Potter. Anche il mondo di Cornucopia è totalmente nuovo e particolare. Eppure, in tanti aspetti le due opere presentano dei punti di contatto, tanto che, conoscendo bene la scrittrice, emergono i tratti peculiari della sua scrittura. Vediamo quali sono i principali. Ovviamente, da ora in poi troverete degli spoiler del libro, dunque non vi conviene proseguire se avete intenzione di leggerlo.

Il genere fantasy

Partiamo dalla cosa più “ovvia”. Pur essendo due opere completamente diverse, esse rientrano entrambe nel vastissimo universo del genere fantasy, dato che anche ne L’Ickabog troviamo creature inverosimili, a partire proprio da quella che dà il titolo al romanzo.

Ovviamente, anche i luoghi dove si svolgono le azioni sono totalmente inventati. Così come Hogwarts e gli altri luoghi del Mondo Magico, anche il regno di Cornucopia nasce totalmente dalla penna della Rowling.

Certo, L’Ickabog è molto più fiabesco rispetto a Harry Potter, dove invece abbiamo una progressione continua sulla profondità dei temi trattati. L’Ickabog resta una lettura leggera (dato che la distinzione tra libri per bambini e per adulti spesso lascia il tempo che trova), ma sappiamo bene che la Rowling non è mai banale e anche in questo romanzo possiamo trovare spunti di riflessione, come vedremo tra poco.


I nomi parlanti (e le allitterazioni)

Pensate ai nomi dei personaggi delle opere della Rowling. Essi sono per la maggior parte dei nomi parlanti, ossia hanno un significato nascosto che rivela una caratteristica del personaggio stesso. Ad esempio il nome Remus Lupin deriva da Remo, fondatore di Roma che secondo la leggenda fu allattato da una lupa, e appunto da lupus, lupo in latino. Tutto questo in qualche modo suggerisce che si tratta di un lupo mannaro.

Molti nomi della Rowling hanno anche un’altra caratteristica costante: i cognomi con la stessa iniziale del nome, che quindi formano allitterazioni. Basta pensare ai quattro fondatori di Hogwarts: Godric Grifondoro, Salazar Serpeverde, Tosca Tassorosso, Cosetta/Corinna Corvonero, schema che ritroviamo anche nell’originale inglese (Godric Gryffindor, Salazar Slytherin, Helga Hufflepuff, Rowena Ravenclaw).

Ne L’Ickabog abbiamo personaggi con nomi parecchio evocativi, molti dei quali resi alla perfezione in italiano e che conservano persino l’allitterazione. Bisogna quindi spezzare una lancia in favore della traduttrice Valentina Daniele.

Cominciamo con i protagonisti: Bert Beamish è stato reso come Robi Raggianti, conservando il richiamo al raggio (beam in inglese), per indicare che si tratta di una persona solare e, appunto, raggiante, ed è stato mantenuto un nome con la stessa iniziale del cognome (in questo caso coincidono anche i nomi, essendo diminutivi di Robert/Roberto).

Margherita di Maggio esprime invece la purezza, speranza e rinascita, avendo il nome di un fiore (è proprio lei ad affermare che si chiama così perché al padre piacciono le margherite) e un cognome che richiama la primavera. Nell’originale inglese si chiama Daisy Dovetail, dove daisy è proprio il fiore della margherita e Dovetail si può tradurre come “coda di rondine”, con richiamo anch’esso alla stagione della primavera.

Il capitano Bruno Buonuomo (Gordon Goodfellow) si chiama così perché è veramente… un uomo buono! Al contrario, Scaracchino e Flappone (Spittleworth e Flapoon) danno subito l’idea di due uomini poco raccomandabili, oltre a suggerire le loro caratteristiche fisiche (alto e magro il primo, basso e robusto il secondo).

Anche i nomi dei luoghi richiamano le loro caratteristiche, a partire proprio dal regno di Cornucopia, che richiama l’omonimo simbolo dell’abbondanza.

Mappa di Cornucopia disegnata da TeamTyler e ritwittata dalla Rowling

Dove si annida il male?

Margherita si rannicchiò sotto la coperta nel tentativo di scaldarsi. In tutti quegli anni, non era mai riuscita a convincere Marta che l’Ickabog non esisteva. Quella sera però avrebbe voluto credere anche lei nel mostro, invece che nella malvagità umana che aveva visto negli occhi di Lord Scaracchino.

L’Ickabog, Capitolo 38

Rileggendo con attenzione questo passo de L’Ickabog possiamo ritrovare un tema presente anche in Harry Potter, in particolar modo ne L’Ordine della Fenice. Ci riferiamo all’iconica frase di Sirius:

Il mondo non è diviso in brava gente e Mangiamorte

Harry Potter e l’Ordine della Fenice, Capitolo 14

Pensiamo prima di tutto al significato originario che ha questa frase nel libro. La conversazione avviene nel camino della Torre di Grifondoro e la frase è riferita alla Umbridge in risposta ai sospetti di Harry sul fatto che il rospo rosa sia in combutta con Voldemort. Con quella frase, Sirius intende dire che il male lo incontriamo nella vita di tutti i giorni. Spesso, poi, i cattivi non si “dichiarano”, non hanno aspetti necessariamente malvagi (come quello di Voldemort).

La Umbridge, vestita di rosa e con uno studio pieno di immagini di gattini, si rivela essere (anche dai lettori) più odiata dello stesso Signore Oscuro, creatura che ormai aveva perso ogni fattezza umana pur essendolo in origine.

Certo, dall’altro lato l’Ickabog non si può minimamente paragonare a Voldemort, essendo semplicemente una creatura golosa di funghi. Anche Voldemort, però, non aveva nulla a che fare, almeno non direttamente, su ciò che accadeva a Hogwarts sotto la Umbridge. Qui capiamo che spesso la malvagità ha forma umana e che il nemico da combattere spesso è in casa nostra e inizia a farci paura nel momento in cui capiamo che è più vicino e più simile a noi di quanto possiamo pensare.

L’Ickabog disegnato da Evelyn, 9 anni (grazie a BBC)

Qui possiamo anche ricollegarci di nuovo al discorso di Sirius, ma questa volta nella sua versione cinematografica, perché se il male è umano, che piaccia o no, vive anche dentro di noi. Tutto ciò che possiamo fare è scegliere di agire dalla parte giusta. Harry sconfigge Voldemort proprio riconoscendo che una parte del Signore Oscuro si trova dentro di lui.

Allo stesso modo, i problemi di Cornucopia non erano causati da un’entità malvagia o sovrumana, ma dalle azioni di Scaracchino, che non faceva altro che approfittare delle nefandezze di un intero popolo, che si adagiava nella condizione del regno perfetto e beato di Cornucopia senza fare nulla per contribuire realmente, finché dei bambini non hanno avuto davvero la forza di combattere per scoprire la verità.


I personaggi

Tanti personaggi de L’Ickabog ricordano alcuni protagonisti della saga di Harry Potter. Partendo con i protagonisti, Margherita presenta molti punti in comune con Hermione. Entrambe sono ragazzine molto intelligenti ma anche coraggiose e a tratti sfrontate. Hermione non aveva paura a pronunciare il nome di Voldemort, Margherita accetta persino di parlare con l’Ickabog, quando tutti lo reputavano il nemico da combattere.

Lei e Robi finiscono entrambi per essere orfani di un genitore. Il tema delle perdite familiari è presente e fondamentale anche nella saga Harry Potter. Il protagonista della storia è orfano di entrambi i genitori dall’età di un anno. Luna Lovegood ha perso la madre quando di anni ne aveva nove. I Weasley nel finale devono fare i conti con la tragica e prematura scomparsa di Fred.

Margherita e l’Ickabog disegnati da Alina, 12 anni (grazie a RBTH)

Ebbene, proprio questo desiderio di vendetta è la forza che muove Robi nella sua caccia all’Ickabog e lo porta a unirsi alla Brigata Anti-Ickabog, così come Harry nella lotta contro Voldemort. In quella circostanza, in particolare, in Robi rivediamo l’Harry del terzo anno che voleva vendicarsi di Sirius, dato che anche lui si sbagliava di grosso sul colpevole.

Quando incontriamo Ma’ Grugna e conosciamo il modo in cui tratta i bambini, con tanto di punizioni corporali, non possiamo fare a meno di pensare alla Umbridge (con Gianni il Bruto che riveste in qualche modo il ruolo dell’intera Squadra d’Inquisizione), o forse ancora di più ai Carrow. Come già discusso in precedenza, però, ritroviamo tratti di Dolores anche in Scaracchino dati i loro frequenti abusi di potere.

Forse i personaggi che più si somigliano sono però Re Teo e Cornelius Caramell. Parliamo di due uomini di potere che, pur non essendo malvagi, non fanno nulla per limitare il potere le forze del male. Quando poi decidono di agire, finiscono per concentrare i loro sforzi sul nemico sbagliato (l’Ickabog da una parte, Sirius dall’altra). Loro malgrado, quindi, finiscono persino per fare il gioco degli antagonisti, come approfondiremo tra poco.

Re Teo disegnato da Shannon, 11 anni (ancora grazie a BBC)

La situazione politica

Così come avviene in Harry Potter, anche ne L’Ickabog abbiamo dei riferimenti alla politica del passato, sebbene molto velati.

Re Teo e Cornelius Caramell, probabilmente, sono entrambi ispirati alla figura storica di Neville Chamberlain, il Primo Ministro inglese che non si accorse del pericolo proveniente dalla Germania nazista, finché non si dimise nel 1940 lasciando il posto a Winston Churchill.

Da una parte, infatti, Teo non si avvede di cosa sta combinando Lord Scaracchino sotto il suo naso, dall’altra Caramell nega il ritorno di Voldemort fino all’evidenza più totale. Non si accorge di spie e di funzionari del Ministero da sempre corrotti (Rookwood, MacNair). Mantiene persino buoni rapporti con un noto Mangiamorte come Lucius Malfoy. L’unica vera differenza tra i due è che a Re Teo spetta un momento di redenzione finale.

Negli epiloghi de L’Ickabog e di Harry Potter, tutto si rimette a posto, con l’ascesa al potere di uomini davvero meritevoli del posto che occupano, rispettivamente Bruno Buonuomo e Kingsley Shacklebolt.


Il lieto fine

Ci ricolleghiamo al punto precedente parlando appunto del finale della storia. Esso prevede una nuova era di prosperità nel regno di Cornucopia, così come anche il Mondo Magico conosce un periodo di pace dopo la sconfitta di Voldemort.

In entrambi i casi, purtroppo, perdiamo qualcuno per strada. Harry, orfano fin da bambino, vede morire una dopo l’altra tutte le figure paterne, oltre ad amici come Cedric, Fred, Colin e Dobby. Per quanto riguarda Robi e Margherita, abbiamo già parlato delle loro perdite familiari.

Però tutti i protagonisti più giovani si salvano e vengono celebrati, mentre gli antagonisti muoiono o finiscono imprigionati. I Mangiamorte vengono spediti ad Azkaban, così come Scaracchino passerà il resto della sua vita nelle segrete del palazzo.


È probabile che voi abbiate notato altre somiglianze tra le due opere della Rowling. In tal caso, non esitate a comunicarcele. Aspettiamo i vostri commenti!

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