Severus Piton è sicuramente il personaggio sviluppato meglio di tutta la saga e uno dei più controversi dell’intera letteratura fantasy. Dopo oltre dieci anni dalla conclusione della saga, sono ancora tante le discussioni, spesso accese, tra i fan sulla sua vera natura. C’è chi lo giustifica per tutte le azioni commesse, dicendo che facevano parte della recita messa in atto, e chi continua a considerarlo un uomo riprovevole e un pessimo insegnante.
Una discussione che forse non avrà mai fine, dato che non c’è una visione più giusta dell’altra e questo personaggio presenta tante sfumature. Come vedremo, quelle a tinte più scure non sono mai state rivelate nei film. Ecco quali sono state le peggiori azioni di Piton, in ordine cronologico di comparsa nella saga.
Ha quasi avvelenato il rospo Oscar
“Tutti qui” ordinò Piton, con gli occhi neri che scintillavano, “e guardare che cosa succede al rospo di Paciock. Se è riuscito a preparare una Pozione Restringente, diventerà un girino. Se ha sbagliato, e non ho alcun dubbio in proposito, è probabile che il suo rospo finisca avvelenato.”
Prigioniero di Azkaban, Capitolo 7
Al rapporto tra Neville e Piton abbiamo dedicato un intero articolo. Il quasi prescelto aveva sviluppato un odio e un timore verso il maestro di Pozioni tale che quest’ultimo era diventato il suo Molliccio. Le motivazioni sono da ricercare nell’atteggiamento di Piton, che lo aveva chiamato “idiota” già nella primissima lezione. Questo ha abbassato l’autostima di un ragazzo già di per sé molto debole e che ha sempre temuto di non farcela. Che colpa aveva Neville se Voldemort ha scelto i Potter e non i Paciock come destinatari della profezia? E soprattutto, perché prendersela con il povero Oscar?
Ha letteralmente minacciato Ron
Ron […] disse ad alta voce: “Lei ci ha fatto una domanda e Hermione sa la risposta! Perché lo chiede, se poi non vuole ascoltarla?”. La classe seppe all’istante che Ron si era spinto troppo in là. Piton avanzò lentamente verso Ron e tutti trattennero il respiro. “Punizione per Weasley” disse Piton con voce soave, avvicinando il volto a quello di Ron. “E se ti sento ancora criticare il mio modo di insegnare, te ne farò pentire”.
Prigioniero di Azkaban, Capitolo 9
Siamo alla famosa lezione della “pagina 394”, quando Piton ha insegnato Difesa contro le Arti Oscure in veste di supplente di Lupin. Anche nel film vediamo che inspiegabilmente Piton toglie punti a Hermione per aver risposto bene alla domanda sui lupi mannari. Nel libro, però, la reazione di Ron è diversa, quasi opposta, a quella del film. La controreplica di Piton non si fa attendere. Ron viene spedito a pulire i vasi da notte in infermeria senza poter usare la magia, ma la cosa peggiore è quel “te ne farò pentire”, che costituisce una vera e propria minaccia, inaccettabile da parte di un insegnante.
Un comportamento in controtendenza rispetto a quello del terzo film, dove invece lo vediamo preoccupato a proteggere il Trio dagli attacchi di Lupin.
La battuta sui denti di Hermione
“Malfoy ha colpito Hermione!” intervenne Ron. “Guardi!”. Costrinse Hermione a mostrare i denti a Piton – lei stava facendo del suo meglio per nasconderli con le mani, anche se era difficile, visto che ormai avevano superato il colletto della divisa. Pansy Parkinson e le altre di Serpeverde erano piegate in due dalle risate silenziose e additavano Hermione da dietro le spalle di Piton. Piton guardò con freddezza Hermione, poi disse: “Non vedo nessuna differenza”.
Calice di Fuoco, Capitolo 18
Un’altra battuta infelice e inammissibile per un professore. Non solo non ha punito Malfoy per il sortilegio ai danni di Hermione, ma ha anche scherzato su un difetto fisico della ragazza. La sua mancanza di imparzialità giunge qui a un livello estremo, essendo questo un vero e proprio abuso di potere. Hermione, in lacrime, era impossibilitata a rispondere essendo lui un insegnante.
Praticava le Arti Oscure a Hogwarts con i figli dei Mangiamorte
“Non mi piace la gente con cui vai in giro! Scusa, ma detesto Avery e Mulciber! Mulciber! Che cosa ci trovi in lui, Sev? Fa venire i brividi! Lo sai cos’ha cercato di fare a Mary Macdonald l’altro giorno?”. Lily raggiunse una colonna e vi si appoggiò, fissando il volto affilato e giallastro dell’amico. “Non era niente” disse Piton. “Era solo uno scherzo…”. “Era Magia Oscura, e se pensi che sia uno scherzo…”
Doni della Morte, Capitolo 33
I film non mostrano che Piton, a differenza di James, è sempre stato attratto dalle Arti Oscure e che a scuola frequentava ragazzi che sono diventati anch’essi dei Mangiamorte, proprio come lui. Lily aveva già avvertito quanto questi fossero poco raccomandabili. Osavano definire i Nati Babbani “sporchi Mezzosangue” (o “Sanguemarcio” stando alla nuova traduzione) e, in un momento di rabbia, anche Piton ha usato quella parola per definire Lily, che invece intendeva difenderlo (questa scena era stata registrata per il quinto film ma poi non è stata inserita). Mulciber, figlio di uno dei primi seguaci di Voldemort, praticava la Magia Oscura contro i Nati Babbani. Una delle vittime, Mary Macdonald, si lamentava spesso con Lily perché non capiva cosa trovasse di buono in Severus Piton.
Il ricatto con Voldemort
“Se lei è così importante per te” ribatté Silente, “Lord Voldemort la risparmierà, no? Non puoi chiedere pietà per la madre in cambio del figlio?”. “Io ho… io gliel’ho chiesto…”. “Tu mi disgusti” commentò Silente, e Harry non aveva mai visto tanto disprezzo nella sua voce. Piton parve rimpicciolire. “Quindi non t’importa se suo marito e suo figlio muoiono? Possono morire, purché tu ottenga ciò che desideri?”. Piton tacque, continuando a guardare Silente.
Doni della Morte, Capitolo 33
Questo passaggio sembra essere la conferma definitiva del fatto che a Piton non importava un fico secco di Harry, ma sulla questione ci torniamo alla fine. Piton qui sperava ancora di ricongiungersi con Lily, e quasi sperava che Voldemort uccidesse James per poterla riavere tutta per sé. Da qui nasce il suo rimorso che non avrà mai fine, dato che Lily non si è salvata e lui ha protetto Harry per il solo motivo di non rendere vano il suo sacrificio.
Ha strappato la foto di Lily e James
Era la foto, quasi intera, che Lily aveva descritto nella lettera. Un bambino piccolo coi capelli neri sfrecciava dentro e fuori dall’immagine su una scopa minuscola, ridendo come un matto, e un paio di gambe che dovevano appartenere a James lo rincorrevano.
Doni della Morte, Capitolo 10
Chi è entrato nella stanza di Sirius e perché ha strappato la foto che ritraeva i tre Potter felici e giocherelloni? La risposta si trova nel penultimo ricordo lasciato dal Principe:
Piton era in ginocchio nella vecchia camera di Sirius. […] Piton prese la pagina con la firma di Lily e il suo affetto, e la infilò sotto la veste. Poi strappò in due la foto che aveva in mano e tenne per sé la metà in cui Lily rideva, gettando quella con James e Harry sul pavimento, sotto il cassettone…
Doni della Morte, Capitolo 33
Questo conferma che ciò che Piton provava verso Lily era tutto fuorché un amore puro. Si tratta di una vera e propria ossessione (ne parliamo in quest’articolo).
Ma alla fine Piton si era davvero affezionato a Harry?
A questo punto proviamo a rispondere alla domanda sulla quale i fan discutono da anni. Piton si era veramente affezionato a Harry?
Rileggiamo il discorso con Silente nella versione del libro:
“Ho fatto la spia per te, ho mentito per te, ho corso rischi mortali per te. Credevo che servisse a proteggere il figlio di Lily Potter. Adesso mi dici che l’hai allevato come una bestia da macello…”. Ma è commovente, Severus” osservò Silente, serio. “Ti sei affezionato al ragazzo, dopotutto?”. “A lui?” urlò Piton. “Expecto Patronum!“
Doni della Morte, Capitolo 33
Nel libro, a differenza che nel film, alla domanda di Silente Piton risponde urlando “a lui?” prima di evocare la cerva d’argento. Sembra proprio che Piton voglia intendere che la sua rabbia non sta nell’essersi affezionato a Harry, ma nel fatto che il ricordo di Lily è sempre vivo in lui, non morirà mai, e tenere in vita Harry era l’unico modo per onorare il sacrificio di Lily. Questa reazione diversa conferma la sottile, ma evidente, differenza tra il Piton dei libri e quello di Alan Rickman, che sembra una versione più matura dello stesso personaggio.
Quando è avvenuta questa conversazione?
Per avere un’ulteriore prova, torniamo al momento in cui è avvenuta questa conversazione. Un indizio a prima vista insospettabile del sesto libro ci dice che Hagrid ha origliato parte della conversazione al limitare della Foresta Proibita:
“Non lo so, Harry, non dovevo neanche sentirla, quella roba lì!. Io… be’, io venivo fuori dalla Foresta l’altra sera e li ho sentiti che parlavano… be’, veramente litigavano. Non volevo attirare l’attenzione, allora mi sono nascosto e ho provato a non ascoltare, ma non era mica tanto facile… Era una… be’, una discussione di quelle toste […]. Ho solo sentito Piton che diceva che Silente dà tutto per scontato e che forse lui – Piton – non voleva farlo più…”.
Principe Mezzosangue, Capitolo 19
A questo punto possiamo collocare nel tempo questa conversazione. Harry ha parlato con Hagrid poco dopo il compleanno di Ron a marzo, dunque il battibecco tra Piton e Silente, che si è concluso con l’invito del Preside a un colloquio nel suo studio (dove Piton gli ha mostrato la cerva) è avvenuto a circa metà del sesto anno di Harry, quando Silente sapeva che gli restavano pochi mesi di vita.
È lì che il Preside ha appreso che Severus aveva ancora in mente Lily, sedici anni dopo la sua morte (“Sempre“). È lì che Piton ha scoperto che il piano prevedeva la morte di Harry, un particolare che Silente gli aveva sempre nascosto, ma che in quel momento è stato costretto a rivelargli per rinnovare la sua fiducia. A quel punto, Piton ha deciso di continuare comunque la sua missione, ma ha iniziato a trattare Harry ancora peggio (pensiamo alla lezione sugli Inferi, alle punizioni per aver usato il Sectumsempra che lo hanno estromesso dalla finale di Quidditch, inoltre Harry era convinto che lui volesse limitargli il tempo da poter passare con Ginny).
Tutte queste azioni, quindi, non fanno altro che confermare che si tratta di un personaggio con tante sfaccettature, senza dubbio il migliore che sia mai stato descritto dalla Rowling. Ma certamente nella sua grandezza non era proprio uno stinco di santo. Come chiarisce quest’articolo di Wizarding World, infatti, il suo cognome deriva dall’antico norreno sneypa, che significa “oltraggio, disonore, disgrazia”. Se preferite comunque esplorare il suo lato migliore, potete leggere quest’articolo, che in particolare si basa sui film. Ma, dopo aver riflettuto su quanto scritto nei libri, siete ancora disposti a perdonarlo?