Nella prima parte dell’articolo abbiamo affrontato il tema del bullismo in generale e nella saga di Harry Potter. Questa seconda parte analizza il disagio adolescenziale attraverso il personaggio di Jamie in Adolescence, evidenziando il peso dell’isolamento, delle influenze digitali e della mancanza di dialogo. Viene sottolineato il ruolo centrale degli adulti nel costruire un ambiente sicuro e nel favorire lo sviluppo del pensiero critico nei giovani.
Cosa succede quando un adolescente si sente invisibile, inadatto e solo? Adolescence ci trascina dentro la mente di Jamie, un ragazzo smarrito tra realtà e mondo virtuale, alla disperata ricerca di approvazione.
In un contesto in cui il giudizio degli altri pesa più dell’autostima, la serie tv ci costringe a riflettere su quanto sia facile perdersi e su quanto sia fondamentale che qualcuno, fuori da quel buio, continui a tendere la mano.
Il bullismo in Adolescence: il lato oscuro del digitale
Se Harry Potter racconta una storia di resistenza e riscatto, Adolescence ci porta in un mondo in cui il bullismo è altresì subdolo e devastante. Gli atteggiamenti denigratori descritti nello scorso articolo non solo si manifestano nell’ambiente scolastico o nelle interazioni dal vivo, ma vengono amplificati dall’effetto del digitale.
Sul web, ogni singola azione ha una cassa di risonanza enorme. Infatti, l’umiliazione non resta confinata a un piccolo gruppo, ma può diventare visibile a un pubblico vastissimo, anche a chi non conosce direttamente la vittima.
La trama in breve
La miniserie britannica Adolescence, disponibile su Netflix dal 13 marzo 2025, è composta da quattro episodi girati in un unico piano sequenza. La trama segue la famiglia Miller, la cui vita viene sconvolta quando il tredicenne Jamie viene arrestato con l’accusa di aver ucciso una compagna di scuola. La serie esplora le dinamiche familiari, le pressioni sociali e l’influenza negativa di alcune comunità online sui giovani.

Adolescence: il difficile rapporto tra adulti e adolescenti
Adolescence affronta numerosi aspetti rilevanti, mostrando un quadro davvero preoccupante. Da un lato, dimostra quanto sia difficile per gli adulti comprendere le dinamiche delle nuove generazioni, con i loro schemi, ruoli e regole.
Infatti, sarà necessario l’intervento di un ragazzo, Reece Bascombe, il figlio dell’agente speciale Luke Bascombe, per offrire una panoramica su questo mondo. Dall’altro lato la serie ci fa vedere quanto sia difficile per un giovane individuo vivere in alcune realtà e la loro reticenza a chiedere aiuto ed essere capiti.

Attraverso Reece, l’accusa inizia a orientarsi tra le idee e le regole dei giovani, nel tentativo di individuare il movente di un delitto tanto terribile. Infatti, l’obiettivo della serie è sempre stato capire il perché e non il come.
Partendo da questo presupposto, riusciamo a entrare gradualmente nel mondo di questi ragazzi, anche attraverso semplici conversazioni, comprendendo cosa sia davvero importante per loro. È naturale che le priorità cambino con l’età: ciò che fa arrabbiare un bambino oggi potrebbe non avere più alcun peso per l’adulto di domani.
L’adulto si forma, impara a conoscersi e a comprendere il mondo, perdendo quella parte di ingenuità e inesperienza che caratterizza l’infanzia. Come detto, l’adolescenza è un periodo di transizione, sia a livello emotivo che fisico. È il momento delle prime esperienze, delle prime uscite e, se vogliamo, del primo approccio a Internet ed ai suoi mezzi.

L’obiettivo di conoscere il perché e non il come
Quello che emerge da Adolescence è che l’ambiente scolastico presentato è davvero arduo da vivere. Prese in giro continue, violenze fisiche, minacce, richieste di denaro. Tutto alla vista di adulti che per quanto ci provino non riescono ad essere di supporto e placare questo tipo di ambiente. Quello che sfugge a priori al loro controllo, come a quello delle famiglie, è la realtà digitale in cui i ragazzi sono immersi e dove il bullismo dilaga ulteriormente.

Cosa è davvero importante per un adolescente?
Dalle conversazioni con l’amico di Jamie, Ryan, ad esempio, emerge chiaramente un aspetto: l’importanza della popolarità. Essere considerati migliori, attraenti, desiderabili, avere successo con le ragazze sono obiettivi primari. Il ragazzo sottolinea un punto cruciale: all’interno della scuola esiste una vera e propria gerarchia, e chi non ne fa parte è visto come inferiore.
Jamie e i suoi amici erano spesso maltrattati e bullizzati, tanto che lui stesso era convinto di non essere attraente. Non rientrava nei canoni della popolarità e gli insulti ricevuti hanno finito per plasmare la percezione che aveva di sé. Jamie si sentiva brutto, incapace e indegno dell’attenzione delle ragazze.

Nonostante ciò, coltivava ancora la speranza che tutto questo non fosse vero. Questo contrasto interiore emerge chiaramente, ad esempio, nell’episodio 3, quando la psicologa si congeda da lui: in quel momento, Jamie le chiede quale sia la sua opinione su di lui e, di fronte alla non risposta, perde il controllo.
Anche questa scena sottolinea quanto per Jamie sia fondamentale il giudizio degli altri e quanto profondamente si lasci influenzare da quest’ultimo, sia in modo consapevole che inconsapevole. Jamie, infatti, ha un bisogno costante di sapere cosa gli altri pensano di lui, poiché tende a modellarsi sulla base di tali opinioni, senza riuscire ad accettare o a fare affidamento su una propria visione di sé.

Gli Incel
Le violenze nei confronti di Jamie non si sono fermate nel mondo reale, ma sono proseguite sul web, alimentate anche da Katie, la ragazza che poi diventerà la sua vittima. Coerentemente con l’idea che Jamie aveva di sé, lei lo accusa di essere un Incel , termine che indica uomini “celibi involontari”, convinti di essere rifiutati dalle donne e, spesso, colmi di risentimento nei loro confronti.
In questo caso, la serie informa che sono presenti svariate comunità online che condividono queste idee malsane non facendo altro che alimentare odio e violenza. Ad ogni modo, questa etichetta non fa che rafforzare l’insicurezza di Jamie e ad umiliarlo. Il tutto avviene pubblicamente, attraverso commenti ed emoji sotto i suoi post.

Le influenze delle community tossiche
Oltre alle idee profondamente nocive che circolano sul web il problema rimane quella violenza che dal mondo virtuale si riversa in quello reale. Queste sottoculture online non fanno che amplificare il risentimento di alcuni ragazzi, alimentando la loro frustrazione invece di aiutarli a superarla.
Anche Katie, a sua volta, è stata vittima di bullismo e di quello che oggi definiamo revenge porn. In quel momento, agli occhi di Jamie, lei si trova in una posizione socialmente debole, esattamente come lui: è umiliata, derisa e in qualche modo “al suo livello”.

Paradossalmente, Jamie non era nemmeno realmente interessato a lei come ragazza; Katie non gli piaceva in modo particolare. Tuttavia, il suo bisogno di dimostrare agli altri di essere desiderabile era talmente forte da spingerlo ad agire contro ogni logica.
Così, invece di provare empatia o dispiacere per quanto accaduto a Katie, Jamie interpreta la situazione come un’opportunità per chiederle di uscire. Quando lei lo rifiuta, il suo senso di frustrazione e umiliazione lo travolge, portandolo infine a commettere il delitto.

La psiche dell’assassino
La serie si sofferma, soprattutto con l’episodio 3, sulla psiche di Jamie. Nel terzo episodio, nel tentativo di comprendere il movente, Jamie conversa con una psicologa che cerca, non senza difficoltà, di tracciare il suo profilo psicologico per sottoporlo al varo del giudice in tribunale.
L’analisi si concentra su come alcune idee assorbite dal web, insieme alle violenze subite, abbiano profondamente influenzato Jamie. La psicologa, nel tentativo di ricostruire il contesto in cui il ragazzo è cresciuto, pone domande anche riguardo alla sua famiglia, cercando di capire se da quel lato possano essere arrivati stimoli determinanti. Tuttavia, questo aspetto risulta marginale, poiché la famiglia non viene descritta come particolarmente disfunzionale.

L’attenzione si sposta quindi sull’intreccio tra mondo reale e mondo virtuale, per comprendere in che modo entrambi abbiano inciso sulla vita di Jamie e sulla sua percezione della realtà. Ciò che emerge con forza è la mancanza, da parte di Jamie, di una reale consapevolezza del concetto di morte. In qualche modo, nel profondo, sembra ancora convinto di avere ragione, anche se evita di ammetterlo apertamente perché si vergogna di questo pensiero e sa che, agli occhi degli altri, verrebbe percepito in modo negativo.
Poiché il giudizio altrui è per lui fondamentale, cerca di giustificare le proprie azioni rappresentando Katie come la vera colpevole senza riuscire a capire fino in fondo la gravità del suo gesto. È come se fosse intrappolato in una logica emotiva distorta, in cui il bisogno di sentirsi percepito dagli altri nella maniera più positiva possibile prevale sulla reale empatia o sul senso di responsabilità.

La morale di Adolescence
Come si può uscire da una situazione del genere? Adolescence lancia un messaggio chiaro ai genitori e a chi lo diventerà: l’importanza di alimentare costantemente il dialogo con i propri figli. Un adolescente ha bisogno di essere guidato e sostenuto per poter sviluppare un pensiero critico, imparare a scegliere con la propria testa e non lasciarsi convincere dagli altri di valere meno.
Il mondo esterno può essere caotico e ostile, ma almeno in casa una persona dovrebbe sentirsi al sicuro, libera di esprimersi senza paura. Costruire un rapporto di fiducia non è semplice e non sempre ci si riesce, ma ciò che conta è provarci, non lasciando mai nessuno solo e offrendo un sostegno costante.

Come dice Luna a Harry: “Se io fossi Tu-Sai-Chi, vorrei che ti sentissi tagliato fuori da tutti gli altri, perché se sei da solo non sei una grande minaccia”. Infatti, l’isolamento rende più vulnerabili. Quando una persona si sente sola, senza legami o punti di riferimento, diventa più facile da manipolare, più fragile, e meno in grado di reagire alle difficoltà.
Se Harry Potter ci insegna che il bullismo si può sconfiggere con forza e determinazione, Adolescence ci mostra quanto oggi la lotta sia più complessa. Il mondo digitale ha cambiato le regole del gioco, ma questo non significa che il problema sia insormontabile.





