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La Casa di Carta: dove smisteremmo i personaggi?

28 Aprile 2020 eric-bard 8 min read

La Casa di Carta: dove smisteremmo i personaggi?

28 Aprile 2020 Mikasa 8 min read

La Casa di Carta ha fatto il suo ingresso nel mondo delle serie tv nel 2017 e ha da subito conquistato il pubblico. Ci abbiamo messo molto poco a entrare nei circuiti mentali del Professore e ancora meno ad affezionarci ai personaggi che, c’è da dirlo, ormai sono una parte di noi.

Una banda di rapinatori, ma non solo. Perchè sì, quella che La Casa di Carta ci propone è innanzitutto una famiglia, con i suoi alti e bassi come ogni famiglia che si rispetti.

ATTENZIONE! L’articolo seguente contiene SPOILER della quarta stagione della serie, quindi se ancora non l’avete vista via da qui di corsa! E ricordate che potete guardare tutte le stagioni de La Casa di Carta su Netflix!

Da Tokyo a Denver, fino ad arrivare ai nuovi arrivati Marsiglia e Bogotà, i personaggi de La Casa di Carta ci hanno conquistati per le loro infinite sfaccettature. Non facciamo in tempo a dire “Ok, ho capito che tipo è” prima che ci stupiscano nuovamente.

Abbiamo provato a identificare tutti loro nelle 4 case di Hogwarts, in base a come si sono mostrati a noi finora.

Grifondoro

É forse Grifondoro la vostra via,
culla dei coraggiosi di cuore:
audacia, fegato, cavalleria
fan di quel luogo uno splendore.

Nairobi

Nairobi, o Agata, è un personaggio che scopriamo man mano nel corso de La Casa di Carta. All’inizio ciò che ci colpisce di lei è l’apparente carattere burbero, ma poco a poco vediamo uscire fuori la sua vera personalità: forte e decisa quando serve, ma un’amica leale e una mamma che in fondo al cuore spera ancora di poter riabbracciare suo figlio e rimediare ai suoi errori.

In un dialogo con il Professore afferma che la banda è per lei ciò che è più vicino a una famiglia e sembra aver finalmente trovato un suo equilibrio alla fine della quarta stagione: una volta finito il colpo avrà un figlio a cui donerà una vita fantastica e, pare, abbia trovato l’amore nel suo compagno Bogotà.

Sappiamo che tutto questo non si realizzerà mai e che Nairobi morirà durante il colpo alla Banca di Spagna, circondata dall’amore della sua famiglia.


Denver e Mosca

Denver, o Daniel, è l’affezionato figlio di Mosca che incontriamo sin dalla prima stagione. Da subito vediamo che il loro è un duo padre-figlio estremamente affiatato, seppur con una serie di divergenze legate al carattere irascibile e scapestrato di Denver.
Ma Denver racchiude in sè l’audacia e il fegato dei Grifondoro, così come la nobiltà d’animo.

Alla morte di Mosca decide di raccogliere gli insegnamenti che quest’ultimo aveva cercato di trasmettergli. Quando Denver e Monica, o meglio Stoccolma, hanno un figlio ci sembra quasi di rivedere l’istinto paterno che Mosca ci aveva mostrato da subito (e non solo verso suo figlio).


Lisbona

Quella di Raquel Murillo è una trasformazione che si prende lo spazio che merita dalla prima alla quarta stagione de La Casa di Carta. La conosciamo come l’astutissimo ispettore, devota alla legge che non lascerebbe mai e poi mai un criminale a piede libero (figuriamoci allearsi con lui). Eppure è proprio questo che avviene e per la più nobile delle cause: l’amore per Salvador, o meglio Sergio, o meglio ancora il Professore, la mente dietro la più grande rapina della storia della Spagna del mondo contemporaneo.

Raquel è di per sè una leader, una a cui è meglio non pestare i piedi, ma che non esita un attimo a farsi da parte quando la situazione lo richiede e che, soprattutto, non si perde mai d’animo, neanche quando una perfida mangia-caramelle come Alicia Sierra minaccia di imprigionare e torturare le due donne che ama di più al mondo.


Helsinki

Dall’apparenza grosso e minaccioso, nel corso del tempo Helsinki si dimostra non solo un amico leale, ma anche e soprattutto una persona che riesce sempre a trovare il lato buono delle persone, persino di un apparente traditore come Palermo dopo che ha indirettamente causato la morte della sua migliore amica.


Tassorosso

O forse è Tassorosso la vostra vita,
dove chi alberga è giusto e leale:
qui la pazienza regna infinita
e il duro lavoro non è innaturale.

Rio

Rio, o Anibal, sembra capitato un po’ per caso in uno, anzi due colpi, come quelli de La Casa di Carta. Insomma, rapinare la Zecca e poi la Banca di Spagna non sono propriamente i passatempi che ti aspetti da un giovane ragazzo appassionato di informatica.


Ma non solo: se tutti sembrano essere capaci di mantenere il sangue freddo anche quando le situazioni diventano critiche o quando si tratta di nuocere al prossimo, appare chiaro da subito che per Rio non è lo stesso (e persone come Gandia, che sfrutta proprio la sua mancata propensione alla violenza, lo sanno bene).

Rio è colui che ha sempre messo il bene degli altri – e in particolare quello di Tokyo – davanti al suo e che al contempo ha saputo resistere quando sembrava che per lui non ci fosse alto destino se non essere seppellito vivo nel deserto.


Stoccolma

Quando conosciamo Monica Gaztambide mai immagineremmo che quella che sembrava destinata a rimanere un ostaggio sarebbe poi diventato un membro della banda e fidanzata di Denver.

Ciò che ci colpisce di lei fino alla quarta stagione è sicuramente la sua forza d’animo, ma poco a poco scorgiamo anche dell’altro: un grandissimo istinto materno e non solo nei confronti di suo figlio, ma anche di Rio.

Monica, così come ci suggerisce Rio durante un dialogo con Denver, ha una grandissima empatia e riesce così a conquistare la sua fiducia aiutandolo a superare il trauma delle settimane di torture da parte di Alicia Sierra.


Bogotà

Vediamo questo nuovo membro della banda per la prima volta nella terza stagione, dove non riusciamo a capire molto di lui, a parte che ha un debole per Nairobi.

Solo nella quarta stagione riusciamo a vedere un po’ oltre quella corazza da omone che è meglio non far arrabbiare e scorgiamo un uomo innamorato che non si dà per vinto neanche quando la donna che ama gli dice che “non lo toccherebbe nemmeno con un palo”, arrivando alla fine a conquistare il suo cuore.


Corvonero

Oppure Corvonero, il vecchio e il saggio,
se siete svegli e pronti di mente,
ragione e sapienza qui trovan linguaggio
che si confà a simile gente.

Il Professore

Una scelta scontata? Molto probabilmente sì, ma sfidiamo chiunque a trovare una collocazione diversa per il Professore. Tuttavia, nel corso delle 4 stagioni Sergio ci ha dato un bel po’ di filo da torcere nel nostro tentativo di inquadrarlo.

All’inizio sembra la salda mente dietro un colpo di massima precisione come una rapina alla Zecca di Stato, ma man mano – da quando iniziamo a scorgere qualcosa in più del suo rapporto con Berlino – vediamo che dietro la fermezza mentale che lo contraddistingue c’è un uomo che si muove in virtù dei suoi sentimenti, pur non lasciandosi intralciare da questi ultimi, neanche quando l’amore della sua vita sembra essere stato giustiziato “davanti” a lui.

Probabilmente Sergio Marquina è uno di quei personaggi che incarnano alla perfezione tutte le case di Hogwarts, ma la sua caratteristica più peculiare, secondo noi, è la sua capacità di generare un piano dietro l’altro con poche possibilità di essere attaccato.

Chissà, magari è la sua devozione agli origami che lo rende così brillante.


Marsiglia

Come Bogotà, Marsiglia è un personaggio che si scopre con il tempo. Nella terza stagione, quando ci viene presentato, ciò che sembra essere la sua più grande peculiarità è Sofia, il furetto, che ci ha regalato probabilmente una delle scene più divertenti dell’intera serie.

Nella quarta stagione però vediamo finalmente Marsiglia in azione e capiamo che senza la sua scaltrezza e la sua precisione magistrale – che persino una persona come il Professore potrebbe invidiargli – il colpo alla banca sarebbe fallito dopo qualche minuto. E soprattutto lo ringraziamo per aver preso a cazzotti il Professore evitando che agisse d’impulso.


Serpeverde

O forse a Serpeverde, ragazzi miei,
voi troverete gli amici migliori
quei tipi astuti e affatto babbei
che qui raggiungono fini ed onori!

Tokyo

Testarda, con lo spirito da leader, che non si ferma mai davanti a nessun ostacolo e che rivolterebbe l’intera Spagna pur di ottenere quello che vuole: ecco come Tokyo appare sin dal primo istante sullo schermo.

Potremmo definirla un elemento di caos puro all’interno di un’apparente quiete e, a tratti, questa cosa potrebbe disturbarci. Ma soprattutto nelle ultime due stagioni abbiamo riscoperto in Tokyo non solo la voglia egoistica di “fare casino”, bensì anche un amore incondizionato verso chi le è accanto, verso la sua famiglia, un po’ come Nairobi.

Questa caparbietà va perfettamente a braccetto con un personaggio statico e a tratti troppo fermo sulle sue idee come il Professore ed è ottima per tenere testa a chi cerca di imporre prepotentemente la sua presenza all’interno della banda.


Palermo

Probabilmente uno dei personaggi più controversi delle ultime stagioni, Palermo appare, in un certo senso, come il gemello ancora vivo di Berlino. I modi di fare, il carisma, le smanie di protagonismo, tutto ci ricorda i modi di fare di Andres.

Una grande capacita di leadership, certo, ma che buona parte delle volte si lascia offuscare da un onnipresente egocentrismo. Tuttavia, quando sembrava che non potessimo far altro che odiarlo per la morte di Nairobi, qualcosa cambia.

Vediamo finalmente l’altra faccia di Palermo, quella che ci fa dire “Ecco perchè!”, quella che tutti sapevamo esistesse ma non avevamo mai visto davvero.
Cosa ci troviamo davanti? Un bastardo che non può essere nient’altro che questo, perchè consumato dal dolore.


Berlino

Non è troppo azzardato dire che, effettivamente, la presenza di Berlino sia una delle colonne portanti dell’intera serie. Nonostante sia morto per salvare i suoi compagni e l’integrità del colpo alla fine della seconda stagione, la sua è una presenza costante all’interno di ogni piano del Professore, di ogni lacrima di Palermo e dietro molti ricordi dei membri della banda.

Come Tokyo e Palermo, la sua peculiarità è sicuramente la propensione al comando (non è un caso che sia a capo della banda all’interno della Zecca) ed è proprio per questo che entra fin troppe volte in contrasto con Tokyo.


Alicia Sierra

E infine lei, probabilmente il personaggio più temuto della serie, entrato in scena nella terza stagione. Alicia Sierra si occupa delle negoziazioni con la banda, mostrando sin da subito di saper arrivare con inquietante facilità ai punti deboli dei suoi avversari, mettendo più volte a repentaglio la loro vita.

Dopo un momento di felicità e spensieratezza, coronato dai nostri beniamini pronti a godersi la libertà dopo il successo dell’attacco alla Zecca, arriva lei. Manipolatrice e consumatrice accanita di dolciumi, Alicia non mostra alcun tipo di risentimento durante le torture a Rio o quando utilizza il punto debole di Nairobi, suo figlio, per tenderle una trappola. Alla fine, grazie ad astuzia e perseveranza, arriverà al cuore pulsante di tutto il gruppo: il Professore.


Uno dei pregi de La Casa di Carta è sicuramente quella di aver creato tanti personaggi diversi tra loro, con personalità affini tra loro o totalmente discordanti. Arrivati a questo punto, più che chiederci come finirà il colpo alla Banca di Spagna, non è più pressante la domanda: come si comporteranno nella prossima stagione?

Possiamo solo aspettare per scoprirlo. Intanto se siete interessati ad altri smistamenti nelle 4 case nel mondo delle serie tv non potete perdervi il nostro articolo su Élite!

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