Cosa significa proteggere? Nella saga emerge il profondo significato di questa parola. Le azioni, i pensieri, le sensazioni di Harry vengono dal suo sviscerato senso di protezione verso le persone che ama.
Non riusciamo a percepirlo bene ma questo tema trasuda dalle prime pagine del libro. Addirittura dalla prima pagina del primo libro capiamo già che Harry, a differenza degli zii, non era orgoglioso di poter affermare che ‘era perfettamente normale’ (e grazie tante).
Cosa vuol dire proteggere?
Partiamo dall’etimologia della parola: Proteggere, dal latino protegere composto di pro (davanti) e tegere (coprire).
L’immagine evocata già dal temine è veramente fondamentale, archetipica: il coprire che difende, che ripara. Già sentiamo i brividi sulla pelle a causa della forza elementare, istintiva e colossale ‘contenuta’ in questa parola: alzando la mano proteggiamo gli occhi dal sole, frapponendo il proprio corpo si protegge qualcuno da una aggressione. La connotazione forse più impalpabile è però il difendere nascondendo. Chi protegge cela il protetto agli effetti di una forza impietosa, o agli occhi scrutatori di chi lo cerca come una bestia. Questa accezione è forse più sfumata ma accentua il meraviglioso significato di questa parola che permette, per esempio, di scacciare la tristezza tramite il riso proteggendo qualcuno dal troppo dolore.
Gli incantesimi di protezione
Questa tema viene anche rispecchiato, in maniera più materialista si potrebbe dire, nella varietà di incantesimi di protezione a disposizione della comunità magica.
Protego e Protego Maxima
Protego Maxima è la formula di un Sortilegio Scudo avanzato, in grado di evocare potenti barriere magiche a difesa di un perimetro e degli edifici al suo interno. Gli scudi generati sono di difficile penetrazione e, talvolta, sono in grado anche di disintegrare i nemici che tentano di oltrepassarli.
Com’è facilmente intuibile, protego viene dal verbo omonimo latino che sta per “proteggere, difendere” e maxima viene da maximus, per cui in italiano la formula diventa “massima protezione”.
Cava Inimicum
Cave Inimicum è la formula di un incantesimo di protezione per tenere alla larga i nemici dal posto in cui il mago si trova. Il suo raggio di estensione è circolare e non si conosce di preciso l’effetto che fa sulle persone nei dintorni. Nel 1997-1998, durante la caccia agli Horcrux, Hermione ed Harry usano questo incantesimo sui loro accampamenti per assicurarsi di rilevare in anticipo tracce dei nemici.
Considerata l’etimologia, sembrerebbe un incantesimo atto solo ad avvertire il mago della presenza di malfattori nei paraggi o che il nascondiglio sta per essere violato. Infatti cave viene dal latino caveo ovvero “fare attenzione” e inimicum significa “nemico”. Letteralmente la formula di questo incantesimo diviene “fai attenzione al nemico“.
Fianto Duri e Repello Inimicum
Fianto Duri e Repello Inimicum sono incantesimi di protezione che amplificano l’effetto di alcune barriere magiche, come Sortilegi Scudo o simili. Generalmente, in combinazione con Protego Maxima producono scudi magici. Uno degli effetti aggiuntivi, rispetto ad un semplice Sortilegio Scudo, è che può disintegrare i nemici che tentano di attraversare la barriera.
Per rompere questo incantesimo è necessario un attacco multiplo. Le singole bacchette non hanno forza sufficiente.
Fianto deriva da una voce del verbo fio, che significa “fare, rendere, diventare”. Duri è la declinazione di durus, cioè “resistente”. La traduzione in italiano è, dunque, “diventa resistente“. Repello in latino significa “respingo” e inimicum sta per “nemico“. Quindi in italiano la formula sarebbe “respingo il nemico“.
Questo incantesimo fu lanciato, in successione a Protego Maxima e Repello Inimicum, durante la Battaglia di Hogwarts, quando i difensori della scuola cooperarono per rinforzare le difese del castello. Alcuni Ghermidori tentarono di superare lo scudo invisibile e finirono disintegrati, mentre Dissennatori ed altre creature nelle vicinanze ne furono respinte.
Protezione già nelle prime pagine
Descritti gli incantesimi, ora focalizziamo la nostra attenzione sul significato più profondo della parola ‘protezione’ e per farlo scorriamo insieme la storia di Harry fin dal principio.
Dalle prime pagine a Harry capitano cose fuori dal comune e quando viene catapultato nel suo mondo, ci rendiamo conto che la sua fama lo precede per via del suo passato. Harry, ancora piccolissimo, assiste all’uccisione dei suoi genitori (in particolare della madre) da parte di Lord Voldemort, il quale cerca poi di uccidere anche lui con una maledizione, senza però riuscirci perché la stessa gli rimbalza addosso.
Diventato orfano, Harry viene dato in affidamento ai suoi zii babbani, di cui non è necessario disquisire ulteriormente dato la conoscenza dei loro comportamenti. Harry viene cresciuto senza affetto. Gli zii infatti, vivono la presenza del nipote in casa come un peso, cosa che li porta a maltrattarlo continuamente soprattutto psicologicamente. Come se non bastasse, Harry è costretto a subire costantemente le vessazioni del viziatissimo cugino Dudley.
Questo spiega perchè, durante la storia, emerga spesso un vissuto di fragilità, che fa sì che Harry, nonostante dimostri di avere grandi doti magiche, non si senta mai all’altezza delle situazioni in cui si trova.
Essere solo per Harry significa essere debole e indifeso. Per questo motivo quando arriva ad Hogwarts e conosce quelli che diventeranno poi i suoi migliori amici (Ron ed Hermione), capisce finalmente cosa significa avere una famiglia, degli amici, cosa significa dare e ricevere amore. Questa condizione lo rende felice, lo completa e soprattutto lo tutela da quel senso di solitudine e fragilità. Proprio per questo Harry sviluppa un senso di protezione verso le persone che ama, che diventa per lui un dovere, un imperativo di vita.
Harry impara a controllare le situazioni di pericolo, mettendo tutto se stesso per utilizzare la magia al meglio, proprio al fine di evitare che qualcuno si faccia male, sempre in prima linea a difendere gli amici. Non a caso Harry mostra di essere un grande mago, soprattutto quando la situazione si fa difficile, quando più si avvicina la minaccia. Infatti, è proprio quando i suoi amici o le persone che ama sono in pericolo, che la sua ‘attitudine‘ emerge maggiormente.
Gli anni passano, Harry frequenta il terzo anno della scuola di magia. Ha una cerchia di amici folta e amorevole, i professori lo hanno accolto come un figlio, così come le famiglie dei suoi amici; ha da poco ritrovato anche il suo padrino (Sirius Black). Durante gli anni Harry, come sappiamo ha dovuto affrontare pericoli e situazioni complicate, ma è sempre riuscito a cavarsela con le sue forze, forte dell’amore di chi ha vicino.
Il ritorno di Voldemort
A questo punto però le voci su un possibile ritorno del mago oscuro si fanno sempre più consistenti, generando terrore ovunque. Harry rimane inevitabilmente colpito da questo: il ritorno di Voldemort significherebbe per lui risvegliare i mostri del suo passato. Senza contare che il ritorno di Voldemort (e la possibilità di perdere quanto ora ha di più caro), porterebbero alla luce il vissuto traumatico che l’ha reso famoso.
Ecco che Harry inizia ad avere i primi incubi. Ma la vera ‘svolta’ si avverte quando, al termine del Torneo Tremaghi, Harry, intrappolato dai seguaci di Voldemort, assiste inerme al ritorno del mago oscuro, il quale uccide davanti ai suoi occhi un suo caro amico. Per la prima volta Harry Potter non riesce a controllare una situazione di minaccia, non riesce a proteggere le persone che ama.
I lasciti di questo evento perseguiteranno Harry nelle fasi successive della narrazione. Gli incubi notturni si aggravano poichè Harry non ha tanto paura per se stesso, bensì per le persone a lui vicine.
Questo viene spiegato bene quando ne ‘l’Ordine della Fenice‘ pensa di essere posseduto da Tu-Sai-Chi:
C’era una sola cosa da fare: doveva andar via subito da Grimmauld Place. Avrebbe passato il Natale a Hogwarts senza gli altri, che così sarebbero stati al sicuro almeno per le vacanze… ma no, non funzionava, c’erano ancora tante persone a Hogwarts da mutilare e ferire. E se la prossima volta fosse toccato a Seamus, Dean o Neville? Smise di marciare su e giù e fissò la cornice vuota del ritratto di Phineas Nigellus. Era come se avesse del piombo in fondo allo stomaco. Non c’erano alternative: doveva ritornare a Privet Drive, separarsi completamente dagli altri maghi.
[Natale nel reparto riservato, HP 6]
Oppure quando ne ‘I doni della Morte‘ vuole scappare dalla Tana dopo il suo trasferimento:
Finì com’era cominciato: Harry stava tremando nel buio, aggrappato al cancello, con il cuore a mille e la cicatrice ancora formicolante. Gli ci volle qualche secondo per rendersi conto che Ron e Hermione erano al suo fianco.
[Il guerriero caduto, HP 6]
«Harry, torna dentro» sussurrò Hermione. «Non starai ancora pensando di andartene?»
«Già, ti tocca restare» disse Ron, battendogli sulla schiena.
[…]
«Ma doveva smettere! La cicatrice… non doveva farlo più! Non devi permettere che la connessione si riapra… Silente voleva che bloccassi la mente!»
Quando lui non rispose, lei lo afferrò per il braccio.
«Harry, sta prendendo possesso del Ministero, dei giornali e di mezzo mondo magico! Non lasciarlo entrare anche nella tua testa!»
Le parole di Silente e la protezione di Lily
Più andiamo avanti nella narrazione e più le parole di Silente pronunciate in infermeria il primo anno, acquistano significato.
«Vedi, tua madre è morta per salvarti. Ora, se c’è una cosa che Voldemort non riesce a concepire, è l’amore. Non poteva capire che un amore potente come quello di tua madre, lascia il segno: non una cicatrice, non un segno visibile… Essere stati amati tanto profondamente ci protegge per sempre, anche quando la persona che ci ha amato non c’è più. È una cosa che ti resta dentro, nella pelle. Raptor, che avendo ceduto l’anima a Voldemort era pieno di odio, di brama e di ambizione, non poteva toccarti per questa ragione. Per lui era un tormento toccare una persona segnata da un marchio di tanta bontà».
[L’uomo dai due volti, HP1]
Silente lascia intendere a Harry nei loro vari incontri durante la saga che quello di sua madre non è un sacrificio qualsiasi. Tuttavia capiamo solo nell’ultimo libro cosa significhi veramente. Lily Evans SCEGLIE di sacrificarsi facendo da scudo con il suo corpo a difesa di Harry: Voldemort infatti, su richiesta di Severus Piton, accetta di risparmiarla a patto di ‘cedergli’ Harry. Ovviamente Lily rifiuta e così Voldemort la uccide come fatto poco prima con James. Sacrificandosi di sua spontanea volontà, Lily lascia sul figlio Harry la protezione del proprio amore che rimarrà nel sangue del ragazzo.
Già una prima conseguenza di questo è la ‘distruzione’ di Voldemort a causa della maledizione che si ritorce contro di lui, liberando il popolo magico dopo 11 anni di terrore e creando la leggenda del “Bambino Sopravvissuto” che darà inizio a tutta la storia raccontata nei 7 libri.
Un frammento dell’anima di Voldemort quella notte, si attacca all’unica cosa vivente, Harry stesso. Per questo Harry è in grado di parlare serpentese, si è creata una connessione tra la sua anima e quella del mago oscuro che legherà i due personaggi indissolubilmente fino alla caduta definitiva di Voldemort stesso.
La protezione di Lily sarà la motivazione che porterà Albus Silente a decidere di affidare Harry ai Dursley: Silente infatti, prevedendo il ritorno di Voldemort e temendo per la vita di Harry, evoca un’antica magia che Voldemort conosce ma disprezza e per questo sottovaluta. Finché Harry può chiamare “casa” il posto dove vive un consanguineo della madre (l’unica parente in vita è la zia Petunia) là non può essere toccato e nemmeno colpito da Voldemort.
Questa protezione salverà Harry altre due volte: durante il primo anno e alla fine, durante lo scontro finale.
Come sappiamo, alla fine del primo anno Harry si trova faccia a faccia con Raptor per la conquista della Pietra Filosofale: la protezione di Harry impedirà a Raptor di poterlo toccare, perché Voldemort, che possiede il corpo del professor Raptor in quei momenti, non riesce ad entrare in contatto con qualcuno così ‘ricco’ di amore.
Al settimo anno, durante la battaglia, Harry decide di offrirsi a Voldemort, si sacrifica per salvare i suoi amici. Anche questa volta Voldemort non riesce ad ucciderlo: durante il Torneo Tremaghi quando Harry viene rapito e portato al cospetto di Voldemort, questo ultimo preleva il suo sangue per poter rigenerare il suo corpo. In questo modo Voldemort assorbe parte del potere del sacrificio della madre di Harry, così facendo può permettere a sé stesso di poter attaccare Harry senza rischi ma senza volerlo lo lega anche alla vita tramite se stesso.
Lo spirito di sacrificio che Harry Potter apprenderà da sua madre sarà la chiave per sconfiggere definitivamente Voldemort: compreso che lui stesso è il settimo e involontario Horcrux di Voldemort, Harry deciderà spontaneamente di sacrificarsi. In questo modo, facendosi colpire dalla maledizione di Voldemort, non solo lascerà su tutti i suoi amici impegnati nella battaglia il potere del suo sacrificio (come quello che sua madre ha lasciato su di lui sacrificandosi a sua volta) ma porterà anche il mago malvagio a distruggere, senza volerlo, quest’ultimo Horcrux, permettendo a Harry di sconfiggerlo per sempre.
Dunque il tema del sacrificio è davvero importante per lo sviluppo della trama e in qualche modo, ne è il cuore. Scrive Zygmunt Bauman nel suo celebre ‘Amore liquido’: «E dunque amore significa prepotente desiderio di proteggere, nutrire, riparare», proprio come ci insegna Lily e suo figlio Harry.