Ci accorgiamo già dal primo libro, dalla frase di Olivander “è la bacchetta a scegliere il mago”, che siamo di fronte a qualcosa di misterioso. Non potrebbe essere altrimenti, visto che le bacchette sono gli oggetti magici per eccellenza. Soltanto nell’ultimo libro scopriamo davvero il significato di quella frase e capiamo quanto può essere forte il legame tra un mago e la sua bacchetta.
Ora cerchiamo di fare chiarezza su uno degli argomenti più discussi e controversi della saga: la fedeltà delle bacchette magiche.
Come fa la bacchetta a “scegliere” il mago?
Appare chiaro, dopo gli eventi dei Doni della Morte, che una bacchetta può riconoscere il mago che la sta utilizzando e, di conseguenza, obbedire o meno ai suoi comandi. La Rowling ha in parte chiarito quest’aspetto definendo, in quest’intervista, le bacchette come oggetti quasi-senzienti. Ciò vuol dire che le bacchette percepiscono le qualità dei maghi al momento in cui essi le provano, come è accaduto a Harry nel negozio di Olivander, che è stato scelto dalla bacchetta con la piuma di fenice perché ha riconosciuto in lui un valore (in questo caso, ha riconosciuto una strana connessione con Voldemort, a cui era appartenuta la bacchetta “gemella”). In altri casi, una bacchetta può percepire in un mago una certa abilità in un qualunque tipo di magia.
Ciò che si viene a creare è quindi un vero e proprio legame, una sorta di connessione in cui il mago si adatta alla bacchetta e viceversa. Di conseguenza, un mago che utilizza una bacchetta non sua potrebbe avere difficoltà a usare un incantesimo, che diverrebbe meno potente o del tutto inefficace. Basta pensare a Hermione che prova a usare, senza successo, la bacchetta di Bellatrix Lestrange. Un mago, però, anche se non è stato scelto, può ereditare una bacchetta o vincerla. Resta da capire che tipo di abilità o di valori debba possedere un mago per far sì che una bacchetta obbedisca a lui. Ebbene, ogni bacchetta funziona nella propria maniera ricercando una diversa abilità. Possiamo accorgercene analizzando alcune bacchette che ritroviamo nella serie, che ci danno indizi su come si possa vincere o ereditare una bacchetta.
Come si “vince” il possesso: il caso della Bacchetta di Sambuco
Quando parliamo di una bacchetta che cambia il suo possessore, non può non venirci in mente il caso su cui si fonda, di fatto, l’intero settimo libro: quello della Bacchetta di Sambuco. Essa è passata in mano a parecchi maghi nel corso dei secoli, tra i quali ricordiamo Gregorovich, Grindelwald e Silente, che di volta in volta hanno Disarmato il precedente proprietario.
Questo perché la qualità che si addice a un possessore della Bacchetta di Sambuco è proprio il valore in battaglia. Questo, come confermato dalla Rowling nella già citata intervista, chiarisce i dubbi riguardo a quanto accaduto, ad esempio, al Club dei Duellanti nella Camera dei Segreti. Qui, come altre volte nel corso della saga, dei maghi utilizzano l’Incantesimo di Disarmo Expelliarmus. I maghi sconfitti, però, non perdono la fedeltà da parte della propria bacchetta. Si può quindi dire che la Bacchetta di Sambuco, e soltanto essa, “non si affeziona” ad alcun mago, ma è semplicemente fedele alla forza.
Ereditare le bacchette: i casi di Ron e Neville
Parlando di bacchette “ereditate”, conosciamo due casi molto simili tra di loro: quelli di Ronald Weasley e Neville Paciock.
Per i suoi primi due anni a Hogwarts, Ron ha utilizzato la bacchetta appartenuta al fratello Charlie. Questo avrebbe dovuto compromettere le prestazioni di Ron nel suo primo anno. Per il secondo, invece, non possiamo dare un giudizio, visto che la bacchetta si era spezzata ad inizio anno. Tanto più che la sua bacchetta era di frassino con un nucleo di crine di unicorno. Stando a due articoli di Wizarding World, uno sui legni usati per le bacchette, l’altro sui nuclei, leggiamo che il possessore ideale di una bacchetta di frassino (ash) deve essere tenace e coraggioso e che le bacchette dotate di un nucleo di crine di unicorno restano fedeli a un singolo proprietario.
Allo stesso modo, Neville ha utilizzato per cinque anni una bacchetta appartenuta al padre Frank e potrebbe aver avuto difficoltà a farsi riconoscere come un degno proprietario. Alla fine del suo quinto anno, nella Battaglia dell’Ufficio Misteri, la sua bacchetta viene distrutta da Antonin Dolohov, uno dei Mangiamorte più temuti della storia del Mondo Magico (ne abbiamo parlato in quest’articolo). All’inizio del suo sesto anno, Neville ha acquistato un’altra bacchetta, grazie anche alla quale è diventato l’eroe inaspettato della saga.
Il discorso sembra funzionare soprattutto per Neville, pensando a quanto era goffo e imbranato nei suoi primi anni a Hogwarts. C’è però da dire che la Rowling ha spiegato, nella già citata intervista, che avere un legame familiare con un precedente possessore della bacchetta aiuta quest’ultima a “fidarsi” del suo proprietario. Ciò ha sicuramente aiutato entrambi i maghetti, che riuscivano quanto meno a utilizzare gli incantesimi utili per le lezioni.
Abbiamo dunque visto come la fedeltà delle bacchette sia un argomento complicato e non del tutto chiarito. Ciò non stupisce, visto che lo stesso Olivander definisce la sua arte come una delle più misteriose del Mondo Magico. In ogni caso, come abbiamo detto, parliamo degli oggetti magici per eccellenza, e il loro fascino deriva anche dall’alone di mistero che le circonda.