Il basilisco è una creatura tanto affascinante quanto terrificante che si incontra nella mitologia fin da tempi molto antichi. Conosciamo meglio insieme questo animale leggendario.
Il suo nome deriva dal greco, precisamente da basiliskos (piccolo re), e nel corso della storia è rappresentato nelle leggende con caratteristiche sempre differenti. Alcuni lo descrivevano come un serpente mentre secondo altri si trattava di una bestia ibrida. Una cosa però a accomuna tutte i miti sul basilisco: è una creatura micidiale che non vorreste mai incrociare sul vostro cammino.
Le origini del mito
Una delle prime descrizioni del Basilisco risale al I secolo a.c. e viene da Plinio il Vecchio che nel suo testo ‘Naturalis Historia’ descrive il ‘basilisci serpenti‘. Plinio racconta di un serpente, proveniente dalla Cirenaica (regione dell’attuale Libia), di circa trenta centimetri con una macchia sul capo a forma di diadema. Quest’ultima curiosa caratteristica è ricorrente nelle leggende e, per questo motivo, il basilisco si è guadagnato il soprannome di ‘re dei serpenti’.
Nonostante la dimensione, la creatura è descritta da Plinio come la più mortale in assoluto. Questo serpente è infatti talmente letale che se si attacca alla lancia di un cavaliere è capace di ucciderlo insieme al suo cavallo. Oltre al veleno, l’arma letale del basilisco è il suo sguardo con il quale è capace di pietrificare la sua vittima o di condurla a morte istantanea. Secondo l’autore romano il basilisco vive letteralmente in mezzo al nulla poiché è capace di seccare gli arbusti anche solo guardandoli e di spezzare le pietre salendoci sopra.
Il basilisco nel medioevo
In epoca Medievale la descrizione del basilisco iniziò ad inglobare anche caratteristiche proprie dei galli. Nei bestiari del periodo questa creatura è infatti descritta come una sorta di serpente con la testa e la zampe di un gallo.
Questa descrizione deriva probabilmente dal racconto dell’autore inglese Beda detto ‘Il Venerabile’ (672-735) riguardante la nascita del basilisco. L’autore narra infatti che questa tremenda creatura nasce dalla deposizione di un uovo perfettamente sferico da parte di un gallo. L’uovo viene poi covato da una rana o un rospo e questo processo può durare fino a 9 anni. In quest’epoca, dunque, il basilisco non è più descritto come un serpente dalle capacità prodigiose ma come un vero e proprio mostro leggendario. In alcune leggende, oltre ad essere tremendamente velenoso e ad uccidere con lo sguardo, questa creatura è anche capace di sputare fuoco e di condurre alla morte solo con suo fiato.
Il tallone d’Achille
Si narra che il basilisco tema solo tre cose: il canto del gallo, la donnola e gli specchi. In particolare, l’autore latino Claudio Eliano (175-235 d.c.), nel suo ‘Sulla natura degli animali’, racconta che il canto del gallo fa cadere il basilisco in preda alle convulsioni sino a condurlo ad una rapida morte.
Secondo i bestiari medievali l’acerrimo nemico del basilisco è la donnola che sarebbe capace di attaccarlo azzannandolo al collo. Altri racconti narrano invece che basta introdurre il basilisco nella tana di una donnola e chiuderlo all’interno perché la bestia muoia a causa dell’odore dell’animale.
Per quanto riguarda gli specchi, invece, questi rappresentano uno strumento di autodistruzione poiché il basilisco muore vedendo il riflesso del suo sguardo.
Il basilisco nella saga
Newt Scamander, nel suo testo ‘Animali Fantastici e dove trovarli’ descrive il basilisco come un serpente verde brillante che può raggiungere i 150 metri di lunghezza. Nel mondo magico il primo basilisco noto fu creato da Herpo lo Schifido. La creazione di questa creatura è illegale e, secondo Newt, non ci sono state segnazioni di basilischi in Gran Bretagna negli ultimi 400 anni.
In realtà noi sappiamo che Salazar Serpeverde costruì una camera dei segreti ad Hogwarts e vi introdusse un basilisco, dopodiché sigilló la stanza affinché nessuno potesse aprirla fino all’arrivo del suo degno erede.
La Camera venne poi aperta nel 1943 dal giovane Tom Riddle e il basilisco uccise la studentessa Mirtilla Warren (soprannominata poi Mirtilla Malcontenta). Durante il secondo anno ad Hogwarts la camera dei segreti venne riaperta da Ginny Weasley soggiogata dal diario di Tom Riddle. In questa occasione il basilisco non è in grado di mietere nessuna vittima poiché ogni personaggio riesce a non avere un contatto diretto con il suo sguardo e rimane solamente pietrificato.
Harry si trova faccia a muso col basilisco da solo e riesce a sconfiggerlo ferendolo mortalmente con la spada di Grifondoro. Nell’impresa viene morso e si salva solo grazie a Fanny, la fenice di Silente, che lo cura tramite le sue lacrime medicinali.
Nel film, per gli autori di Harry non è stata un’impresa facile creare una bestia di quelle dimensioni, potete scoprire come hanno fatto in questo approfondimento.
Sapevate che il basilisco esiste davvero?
Il basilisco piumato prende il nome proprio dalla creatura mitologica. Si tratta di una lucertola con la testa a forma di elmo diffusa del Sud America. Questa simpatica creatura non pietrifica con lo sguardo e non è affatto velenosa o letale. Tuttavia ha una caratteristica particolarissima che le ha fatto guadagnare il soprannome di ‘lucertola Gesù Cristo’.
Il basilisco è infatti capace di camminare sull’acqua per diversi metri all’incredibile velocità di 10 km/h. Questo prodigio biologico è possibile grazie alle sue zampe lunghe dotate di frange squamose che, sbattendo sull’acqua, lo dividono dal pelo dell’acqua. Questa capacità gli consente di sfuggire abilmente ai predatori che siano acquatici, terrestri o volanti.
Sicuramente sarebbe bello vedere dal vivo la curiosa lucertola Sudamericana, mentre possiamo dire che forse neppure Hagrid, nonostante la sua passione per gli animali pericolosi, sarebbe entusiasta di trovarsi di fronte alla creatura leggendaria.
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