Abbiamo trovato almeno sei momenti in cui Albus Silente parla di fatto a noi che lo stiamo leggendo o ascoltando, più che a un altro personaggio.
“Nessuna dimora magica è completa senza una copia degli Animali Fantastici.“
[Albus Silente]
L’esempio più lampante di ciò che gli inglesi chiamano “breaking the fourth wall”, ossia “rompere la quarta parete” (dove la quarta parete è un muro immaginario che separa gli attori di un teatro dal proprio pubblico) lo troviamo in “Animali Fantastici: dove trovarli”, in quarta di copertina, dove si legge questa frase firmata appunto da Silente. Questo è per dire che se siamo appassionati della saga non possiamo rinunciare a questo libro.
Nei libri della serie principale di Harry Potter tutto questo non avviene mai in maniera esplicita. Ci sono però altri cinque momenti in cui la Rowling, o gli sceneggiatori dei film, si rivolgono implicitamente a noi che leggiamo o ascoltiamo. A pronunciare queste frasi è, non a caso, uno dei personaggi più iconici di tutta l’opera, Albus Silente. Vediamo quali sono questi momenti.
“Ah, la musica” disse [Albus Silente] asciugandosi gli occhi “Una magia che supera tutte quelle che noi facciamo qui.”
[Harry Potter e la Pietra Filosofale]
Il primo esempio di “rottura della quarta parete” lo troviamo già nel primo libro. Albus Silente, che come ci dice la sua figurina delle Cioccorane “ama la musica da camera e il bowling”, afferma appunto che la musica va oltre ogni magia di Hogwarts. In quel momento si trova in una Sala Grande gremita per il banchetto di inizio anno. Più che agli studenti della scuola, però, sembra proprio che questa frase sia rivolta a noi che stiamo leggendo il libro.
Ci sta dicendo che la magia più potente esiste anche nel nostro mondo, perché non c’è nulla di più magico di un po’ di buona musica. Fa strano pensare che l’amatissimo soundtrack dei film di Harry Potter, che sembra davvero trasportare in una dimensione magica, non esisteva ancora quando la Rowling ha scritto questa frase…
“Ricordatevi di Cedric Diggory.”
[Albus Silente, Harry Potter e il Calice di Fuoco]
Siamo alla fine del quarto libro, quello del ritorno di Voldemort nel pieno dei suoi poteri. La sua prima vittima è Cedric Diggory, amico e rivale di Harry nel Torneo Tremaghi. La sua morte sconvolge tanto Harry quanto noi lettori, visto che si tratta del primo “buono” che passa a miglior vita. I tre libri precedenti, invece, erano stati più “favoleschi” e a lieto fine.
Il buon Silente, però, riesce ad essere lucido anche in un momento così drammatico. Egli afferma che la sua morte servirà al mondo magico perché tutti devono sapere che Voldemort è tornato ed è più forte che mai, e solo unendosi in questo dolore si può evitare il trionfo del Signore Oscuro. Da quel momento inizia infatti una serie di eventi che saranno fondamentali per la sua sconfitta. Il primo è la fondazione dell’Esercito di Silente, un gruppo di studenti di Hogwarts che credono a Harry e a Silente stesso sul ritorno di Lord Voldemort. Essi hanno compreso il pericolo e vogliono fronteggiarlo restando uniti. Certo, ci piace immaginare Cedric tra le file dell’ES, ma la verità è che l’esercito non si sarebbe mai costituito senza quell’evento.
Di fatto il Preside di Hogwarts si è rivolto anche a noi, evidentemente dispiaciuti per un ragazzo di diciassette anni che, nonostante la rivalità in un’importantissima competizione, si era sempre dimostrato gentile e leale con Harry. Una morte tremenda ma che si rivelerà fondamentale per la trama.
“Nonostante proveniamo da luoghi diversi e parliamo lingue diverse, i nostri cuori battono all’unisono”.
[Albus Silente, Harry Potter e il Calice di Fuoco (film)]
Nel film Silente aggiunge anche questa frase. Sembra voler dire che in quel momento tutti gli appassionati della saga, di ogni nazione, stanno piangendo per la morte di Cedric. C’è da dire che, al momento dell’uscita del quarto film, Harry Potter era già da tempo un fenomeno di portata mondiale.
“Certo che sta succedendo nella tua testa, Harry, ma perché diavolo dovrebbe significare che non è reale?”
[Albus Silente, Harry Potter e i Doni della Morte]
Questa è una delle frasi più famose in assoluto di tutta la serie di libri, anche perché può essere interpretata in vari modi, ma uno di essi è in riferimento alla serie stessa. Albus Silente pronuncia questa frase durante la visione che ha Harry quando crede di essere morto e incontra il Preside, che di fatto è già passato a miglior vita. Siamo ormai quasi alla fine dell’avventura che abbiamo vissuto attraverso le pagine dei libri. Una storia che non è mai successa, se non nella nostra testa, ma che ci ha insegnato tanto e ci ha cambiati (se abbiamo saputo coglierne i messaggi) come una reale esperienza di vita.
Inoltre, i libri sono narrati sempre dal punto di vista di Harry, ad eccezione di pochi capitoli, come quello sul Quidditch del primo libro. Inevitabilmente, quindi, noi riceviamo di volta in volta le sue stesse informazioni sul mondo magico, conoscendone eventi, personaggi e particolari insieme a lui.
“Un aiuto verrà sempre dato a Hogwarts, Harry, a chi lo richiederà”
[Albus Silente, Harry Potter e i Doni della Morte parte II]
Anche noi, in un momento di difficoltà, possiamo “richiedere un aiuto a Hogwarts”, rifugiandoci tra le pagine dei libri o tra le immagini dei film.
“Le parole sono, nella mia non modesta opinione, la nostra massima e inesauribile fonte di magia, in grado sia di infliggere dolore che di alleviarlo.”
[Albus Silente, Harry Potter e i Doni della Morte parte II]
Fa strano pensare che questa frase appaia soltanto nel film, visto che legittima l’importanza estrema delle parole. Essa può benissimo essere interpretata come autoreferenziale, cioè come riferimento all’opera stessa che la contiene. La Rowling ha utilizzato questa “inesauribile fonte di magia” (le parole dei libri, appunto) per realizzare la nostra opera preferita. Ci ha trasportati in questo mondo magico insieme a Harry e condividere le sue gioie e i suoi dolori.