I capelli rossi entrano prepotentemente nella saga come carattere distintivo della famiglia Weasley. Cosa ne pensiamo?
Harry guardò la foto animata, e un gran sorriso gli si allargò in volto quando vide tutti i nove Weasley che lo salutavano agitando freneticamente un braccio, in piedi davanti a un’alta piramide. La piccola e rotondetta signora Weasley, l’alto signor Weasley, sempre più stempiato, sei figli e una figlia, tutti quanti (anche se dall’immagine in bianco e nero non si vedeva) forniti di capelli rosso fiamma.
Proprio al centro della foto c’era Ron, alto e dinoccolato, con il topo Crosta sulla spalla e il braccio attorno alle spalle della sorellina Ginny. Per Harry nessuno meritava di vincere un bel mucchio d’oro più dei Weasley, che erano molto simpatici ed estremamente poveri.
[Posta via gufo (Cap. 1 Harry Potter 3)]
I capelli rossi sono carattere indiscusso ed esclusivo della famiglia Weasley, nove membri, tutti rigorosamente maghi: i genitori Molly Prewett e Arthur Weasley, il figlio maggiore Bill Weasley (spezzaincantesimi per la Gringott), a cui seguono Charlie Weasley(che si trova in Romania per allevare i draghi), PercyWeasley (prefetto e caposcuola di Hogwarts, poi impiegato al Ministero), Fred e George Weasley (i gemelli combinaguai, fuggiti da Hogwarts e poi titolari del negozio Tiri Vispi Weasley), Ron Weasley (inutile dire chi è) e infine Ginny Weasley (la sorella più piccola, peraltro unica ragazza della famiglia, e futura moglie di Harry).
Discendenti da una dinastia di purosangue, il cognome Weasley deriva dalla parola inglese weasel, che significa donnola. La Rowling ha dichiarato che fin da bambina le sono sempre piaciuti gli animali appartenenti alla famiglia dei mustelidi.
Trovi buffo il mio nome, vero? Non c’è bisogno che chieda a te come ti chiami. Mio padre mi ha detto che tutti i Weasley hanno capelli rossi, lentiggini e più figli di quelli che si possono permettere.
[Posta via gufo (Cap. 1 Harry Potter 3)]
Come giudichiamo i Weasley?
Capelli rossi? La prima cosa che viene in mente a tutti noi lettori è la famiglia Weasley. Ma subito dopo, quali sono le caratteristiche che le associamo? In primis ‘Famiglia’. I Weasley incarnano il concetto stesso di famiglia, fatta di amore e fiducia, di lealtà e di comprensione, un centro di affetti, di interessi, di problemi comuni, vissuti insieme, superati e sofferti insieme.
È nella famiglia che fiorisce e sboccia la vita ed è il calore della famiglia che alimenta e che protegge. Essa è rappresenta l’ambiente in cui potere esprimere sé stesso, sentirsi libero e accettato, nel quale condividere felicità e momenti difficili.
Tolstoj scriveva nel famoso incipit di Anna Karenina: “tutte le famiglie felici si assomigliano fra loro, ogni famiglia infelice è infelice a modo suo”. Harry trova nei Weasley la famiglia che non ha mai avuto. Mentre Harry è un orfano tuttavia benestante, Ron proviene da una famiglia amorevole, ma povera; della serie ‘i soldi non fanno la felicità’.
Vale quindi il sillogismo: capelli rossi=Weasley, Weasley=famiglia, capelli rossi=famiglia. Giusto? Peccato che questo valga solo nel magico mondo creato dalla Rowling. “Rosso malpelo, tre soldi un cavelo”, “pel di carota”, “testa rugena”… a differenza dei biondi e dei bruni, i capelli rossi non sono semplicemente una delle possibili tinte che ha la chioma di una persona, ma spesso diventano la causa di pregiudizi, di luoghi comuni che possono avere anche un notevole impatto sull’esistenza individuale e sulle relazioni sociali.
Le persone con i capelli rossi hanno, non di rado, occupato un posto particolare nella storia proprio per essere state oggetto di ingiustificate discriminazioni, tanto è che, ultimamente, è in corso un effervescente dibattito sul fatto che il “gingerism” (ossia l’essere rossi di capelli) generi delle forme di discriminazione ed aggressività persino più accentuate del razzismo.
‘.. mentre il resto della specie umana si sviluppò dalle scimmie, i rossi di capelli
[Mark Twain]
si svilupparono dai gatti. O li ami o li odi, ma sono unici. A volte li desideriamo, a
volte ne abbiamo paura, queste creature incomprese sono speciali’
Pregiudizi e credenze sui capelli rossi
I pregiudizi e le credenze sui rossi sembrano permeare tutte le culture e tutte gli ambiti: nei secoli, il rutilismo è stato oggetto di pregiudizio, in quanto i capelli rossi erano considerati un segno di degenerazione morale.
Nel celebre romanzo “Anna dai capelli rossi”, uno dei personaggi dice della protagonista Anna Shirley che “Il suo temperamento fa il paio con i suoi capelli”. Ne “Il giovane Holden”, Holden Caulfield nota che “Si pensa che le persone con i capelli rossi si arrabbino facilmente, ma ad Allie non succedeva mai, e lui aveva dei capelli molto rossi”.La nota novella di Verga “Rosso Malpelo” inizia proprio dicendo che Rosso Malpelo aveva i capelli rossi “perché era cattivo”.
Esiste anche una superstizione (forse romana) secondo cui queste persone portano sfortuna; si dice che per non ricevere cattiva sorte bisogna toccare un bottone (che fantasia). Durante l’Inquisizione spagnola, invece, le chiome “color fiamma” provavano che la persona avesse rubato il fuoco dell’inferno e, perciò, che meritasse di essere bruciata come strega.
Ecco forse l’unico punto in comune tra il rosso targato Weasley e le credenze babbane: durante il Medioevo (e anche successivamente ahimè) le persone con i capelli fulvi erano associate alla stregoneria. Se i Weasley fossero vissuti in quel periodo sarebbero stati sicuramente bruciati per una dote che effettivamente possedevano: infatti nel primo libro Ron dice a Harry che nella sua famiglia sono tutti maghi, tranne un cugino di secondo grado [di Molly] che fa il ragioniere (probabilmente un magonò).
‘Nel Medioevo, i non-maghi (comunemente noti come Babbani) nutrivano un particolare timore per la magia, ma non erano molto abili nel riconoscerla. Nelle rare occasioni in cui catturavano una vera strega o un vero mago, i roghi non avevano comunque alcun effetto. La strega o il mago eseguivano un semplice Incantesimo Freddafiamma e poi fingevano di urlare di dolore mentre in realtà provavano una piacevole sensazione di solletico. Guendalina la guercia era così contenta di farsi bruciare che si lasciò catturare non meno di quarantasette volte sotto vari travestimenti.’
[Posta via gufo (Cap. 1 Harry Potter 3)]
Non si sa bene da cosa scaturiscano queste superstizioni. Forse semplicemente dal fatto che il rutilismo è piuttosto raro. Alcuni sostengono che possa derivare dal fatto che Caino e Giuda avrebbero avuto i capelli rossi. Tralasciando l’aspetto biogenetico che porta a questo particolare colore di capelli, bisogna segnalare anche note positive.
Ad esempio, in epoca elisabettiana il colore rosso di capelli era molto di moda, in quanto la regina Elisabetta era rossa lei stessa. Il mondo dell’arte inoltre è sempre stato affascinato da questo colore: basti pensare alle donne dipinte da Tiziano e dai Preraffaelliti. Altri pittori amanti di questo colore furono Edmund Leighton, Modigliani e Gustav Klimt.
Per concludere, JK Rowling ha compiuto l’ennesima magia. È riuscita a abbattere il muro del pregiudizio e dell’indifferenza nei confronti del rutilismo e più in generale dei gruppi stigmatizzati e emarginati (come evidenziato anche da uno studio italiano pubblicato sul Journal of Applied Social Psychology e ripreso dal New York Magazine).
E come sempre zia Ro esprime il proprio punto di vista attraverso le parole, ed in particolare le parole di Silente: ‘Non riesci a riconoscere che non importa ciò che qualcuno è nato, ma ciò che diventa crescendo!’ (capelli rossi o meno).