Sappiamo tutti che Harry Potter è una delle saghe letterarie più lette, tradotte e amate di sempre. Il suo successo è tale da spingere molti a realizzare imitazioni e parodie più o meno credibili, sparse in tutto il mondo.
Correva l’anno 1997: la casa editrice Bloomsbury pubblicava nel Regno Unito Harry Potter and the Philosopher’s Stone. Da allora sono passati 23 anni e nel frattempo “il bambino sopravvissuto” ha conquistato i cuori di tantissimi lettori, arrivando a vendere oltre 450 milioni di copie. Tuttavia, da grandi successi derivano grandi pericoli. Harry Potter non è solo una delle saghe letterarie più popolari al mondo, ma è stata anche al centro di molte dispute legali.
L’impazienza della fan base internazionale ha favorito la proliferazione di numerosi episodi di violazione del diritto d’autore, ai danni di J.K. Rowling e del suo editore. Tra questi, i casi più evidenti riguardano: traduzioni non autorizzate rilasciate prima delle controparti ufficiali; imitazioni pubblicate come sequel ufficiali; e una moltitudine di opere derivate non consentite.
Vi proponiamo qui alcuni dei fake e delle imitazioni più celebri e divertenti, provenienti da tutto il mondo.
Dalla Cina con furore
Durante il decennio di pubblicazione dei sette libri della saga (1997–2007), diverse case editrici cinesi hanno pubblicato imitazioni e opere pirata che si ispiravano decisamente troppo alla saga ufficiale.
Harry Potter and the Porcelain Doll
Alcuni editori hanno affermato di non essere a conoscenza di queste pubblicazioni che proprio la loro azienda spacciava come sequel scritti dalla stessa Rowling, mentre altri hanno più serenamente ammesso che:
Harry Potter era così popolare che volevamo sfruttare la notorietà che aveva acquistato anche in Cina.
Tradotto liberamente da Chinese Market Awash in Fake Potter Books
Questo è stato il commento di Wang Lili, editor presso la China Braille Publishing House, che nel 2002 ha pubblicato Harry Potter and the Porcelain Doll.
In questa versione, Harry scopre che Voldemort è diretto in Cina per cercare di convincere il suo alter ego cinese Yandomort a unirsi a lui nella lotta per la conquista del mondo magico.
Toccherà a Harry e ai suoi nuovi amici Long Long e Xing Xing (due artisti circensi incontrati in loco) impedire che questo accada, grazie all’aiuto di una misteriosa bambola di porcellana.
Harry Potter and Leopard Walk Up to Dragon
Non credete a quello che avete appena letto? Aspettate di sentire la trama di Harry Potter and Leopard Walk Up to Dragon, pubblicato sempre nel 2002 come presunto seguito ufficiale di Harry Potter e il Calice di Fuoco dalla casa editrice cinese Bashu Publishing House.
All’inizio del libro, Harry si ritrova trasformato in una sorta di nano grasso e peloso che vive in un buco nel terreno, del tutto privo di poteri. Per riacquistarli, dovrà partire alla ricerca di un misterioso anello magico. Vi dice niente?
Esatto, assomiglia terribilmente a Lo Hobbit di J.R.R. Tolkien! Andando avanti con la lettura, scopriremmo quasi subito che la trama del libro ricalca in buona sostanza quella dell’opera di Tolkien, modificando soltanto i nomi dei personaggi per rendere più credibile l’ambientazione nell’universo narrativo potteriano.
Il caso ha fatto scalpore a tal punto, violando il copyright di ben due autori, che due settimane dopo la sua uscita l’opera è stata ritirata dal commercio, anche se circa un migliaio di copie erano già state vendute.
Una volta scoperta dai legali della Rowling, la casa editrice Bashu ha acconsentito a pagare una sanzione di 1.600 sterline e a porgere pubblicamente le proprie scuse all’autrice sul giornale cinese Legal Times.
Tanya Grotter and the Magical Double Bass
Anche la Russia non scherza quanto a imitazioni non autorizzate. Nel 2003 compare, infatti, nelle librerie russe Tanya Grotter and the Magical Double Bass, scritto da un certo Dmitry Yemets.
Dal titolo, notiamo subito delle somiglianze a livello sillabico e fonetico tra i nomi dei due protagonisti. Osservando la copertina, vediamo poi che nel design questa ricorda da vicino l’edizione americana del primo libro, Harry Potter and the Sorcerer’s Stone.
Come se non bastasse, la protagonista Tanya è un’orfana undicenne che frequenta la scuola Tibidokhs School of Magic e viaggia a bordo di un magico contrabbasso, invece che di un manico scopa. Ma i punti di contatto non si fermano qui: come Harry, anche Tanya sfoggia un tratto facciale immediatamente riconoscibile. Non una cicatrice a forma di saetta, ma un grosso neo sul naso.
La saga di Tanya Grotter (avete letto bene, sono 14 libri in tutto) ha riscosso un tale successo nel paese di origine, che presto la casa editrice russa Eksmo ha tentato di esportarla in Europa occidentale. I diritti di traduzione sono stati acquistati dall’editore olandese Byblos, scatenando l’ira dei legali di J.K. Rowling, che hanno immediatamente provveduto a presentare la questione alla Corte di Amsterdam.
A detta dell’autore e dei due editori implicati nella vicenda, la saga non sarebbe da considerare un plagio, ma una simpatica parodia. Tuttavia, la sentenza della corte parla chiaro: Tanya Grotter è un adattamento non autorizzato di Harry Potter, dunque è da considerare un’imitazione illecita.
Porri Gatter and the Stone Philosopher
Chiudiamo in bellezza con l’ultima delle presunte imitazioni da noi selezionate: Porri Gatter and the Stone Philosopher, libro comparso in Bielorussia nel 2002. Anche qui i punti di contatto, a partire dal titolo stesso, sono numerosissimi: come Harry, anche Porri è un giovane ragazzo inglese impegnato nella lotta per sconfiggere il malefico Mordevolt, conosciuto anche come He-Whose-Name-Shouldn’t-Be-Pronounced-in-Public-Places e You-Know-Who-I-Mean.
Nonostante la storia sia ambientata nel mondo magico, Porri è quello che viene definito un Muddle, un non-magico. Non potendo utilizzare manici di scopa e bacchette, Porri viaggia dunque a bordo di una motocicletta e si difende con un lanciagranate.
D’altra parte, in questa versione della storia anche l’alter ego di Voldemort ha deciso di allontanarsi dalla magia per dedicarsi all’hi-tech, dopo un fortuito incontro con il fantasma di Leonardo Da Vinci.
Per quanto assurdi, gli ultimi elementi descritti sono stati forse quelli decisivi per la sopravvivenza di questa versione bielorussa della nostra saga del cuore. Gli autori Ivan Mytko e Andrei Zhvalevsky hanno infatti ammesso di essersi ispirati alle opere di J.K. Rowling, ma continuano a considerare il loro libro come una lecita parodia di Harry Potter.
A fronte di molti che tuttora la considerano un plagio, alla fine l’opera non è andata incontro a sanzioni o denunce, riuscendo a evitare quindi la stessa sorte di Tanya Grotter.
La lista delle imitazioni della saga non finisce ovviamente qui, ce ne sono tantissime sparse in tutto il mondo. Se ne conoscete altre, fatecelo sapere nei commenti!
Fonte: Striphas, Ted, “Harry Potter and the Culture of the Copy”, The Late Age of Print: Everyday book culture from consumerism to control, Columbia University Press, 2009.