Gli elfi domestici non hanno bisogno di bacchette, sono sempre leali e hanno un enorme peso nel mondo magico. Sappiate che vi adoriamo.
Ovviamente vorremmo avere qualche potere dei maghi di tanto in tanto. Tuttavia gli elfi domestici sono esseri straordinariamente magici. Dopo essere stati per secoli vittime di abusi, pregiudizi e servitù, non dimentichiamoci di quanto siano incredibili.
Gli elfi domestici effettuano magie più potenti di quelle di un mago
Mentre i maghi occidentali non possono fare a meno delle loro bacchette, la magia senza bacchetta è ancora presente in altre culture, inclusi gli elfi domestici. Dobby ha spesso mostrato di essere immensamente potente, causando Lucius Malfoy stesso a cedere semplicemente schioccando le dita. Kreacher era così potente che era in grado di smaterializzarsi dove i maghi non potevano, fuggendo agli Inferi che circondavano l’Horcrux medaglione. Questo non era qualcosa che dovevano imparare: è un’abilità innata.
Le labbra di Dobby tremarono e Harry fu colto da un improvviso sospetto.
«Sei stato tu» disse scandendo le parole. «Tu hai impedito che la barriera ci lasciasse passare!»
«Proprio così, signore» disse Dobby annuendo vigorosamente, con le orecchie sbatacchiati. «Dobby si è nascosto e ha aspettato Harry e ha sprangato l’entrata, e dopo Dobby si è dovuto stirare le mani» — mostrò a Harry dieci lunghe dita bendate — «ma a Dobby non importava niente, signore, perché pensava che Harry Potter era salvo, e Dobby non si è neanche sognato che Harry Potter arrivasse a scuola per un’altra strada!»
Farebbero di tutto per il loro padrone
Il punto debole degli elfi domestici è che devono servire un padrone. Passando felicemente le loro giornate cucinando banchetti, non hanno mai pensato a una ribellione, perché semplicemente non era nella loro natura. Lavorano in squadra e vivono per essere servi di qualcuno. E senza nessuno che insegni loro che la vita può essere vissuta diversamente, le cose resteranno così. Perché mai i maghi dovrebbero rieducarli, quando il loro istinto verso la servitù è così conveniente per loro?
«Dobby dovrà punirsi molto severamente per essere venuto a trovarla, signore. Dobby dovrà chiudersi le orecchie nello sportello del forno per quel che ha fatto. Se mai loro venissero a saperlo, signore…»
«Ma non si accorgeranno che ti chiudi le orecchie nello sportello del forno?»
«Dobby ne dubita, signore. Dobby deve continuamente punirsi per qualcosa, signore. E loro lasciano fare Dobby, signore. A volte gli ricordano di darsi qualche castigo in più…»
«Ma perché non te ne vai? Perché non scappi?»
«Un elfo domestico deve ottenerla, la libertà, signore. E la famiglia non darà mai la libertà a Dobby… Dobby servirà la famiglia fino alla morte, signore…»
La lealtà e il coraggio sono due valori molto importanti nella saga. La lealtà di Harry ai suoi amici, e il coraggio di fronte al pericolo, sono qualcosa che lo hanno definito sia come Grifondoro che come l’eroe dei libri.
E un elfo domestico in particolare ha rubato i nostri cuori…
Eppure non ci fu espressione di coraggio più grande di quella di Dobby, che rischiò tutto per salvare la vita del giovane mago, con il quale non aveva nessun legame personale. Più avanti, la sua lealtà a Harry fu dimostrata in molti altri piccoli modi, dallo scegliere di lavorare a Hogwarts così che potesse stargli vicino, al fargli delle calze a tema Quidditch, allo svegliare Harry quando minacciò di dormire durante la seconda prova del torneo Tremaghi, al fornirgli l’algabranchia necessaria per fargliela vincere, al decorare la Stanza delle Necessità per Natale con centinaia di palline con la sua faccia sopra… Questo non era il comportamento di uno che si sentiva in debito, ma uno che provava affetto, e doveva dimostrarlo.
Il suo coraggio fu espresso in anche altri modi più vistosi. Fu lui ad avvisare Harry che l’Umbridge aveva scoperto le attività dell’Esercito di Silente e che stava arrivando per catturare lui e i suoi membri. Usò i suoi poteri per trovare Harry, Ron, Hermione e Unci Unci quando erano intrappolati a Villa Malfoy. Qui venne incontro alla sua fine salvando Harry Potter, morendo con il suo nome sulle sue labbra.
«Dobby, no, non morire, non morire…»
Lo sguardo dell’elfo si posò su di lui, e le sue labbra tremarono per lo sforzo di formare delle parole.
«Harry… Potter…»
E poi con un piccolo fremito l’elfo restò immobile, e i suoi occhi furono solo grandi globi vitrei, sui quali brillava la luce di stelle che non potevano più vedere.
Dobby fu, ovviamente, un elfo domestico insolito, forse non l’esempio migliore per spiegare queste creature.
Così come gli umani, hanno la loro personalità e le loro insicurezze
Winky, d’altro canto, si comportò esattamente come ci si aspetterebbe da un elfo domestico. Era diffidente e sempre dispiaciuta per qualcosa. Rimase sconvolta quando fu allontanata dalla famiglia Crouch, e non si adattò mai al suo nuovo lavoro a Hogwarts, finendo nella disperazione e dandosi all’alcolismo. Anche quando trattata malissimo, si rifiutò sempre di parlare male della famiglia che serviva.
«Gli elfi domestici non dovrebbe divertirsi, Harry Potter» disse Winky in tono deciso da dietro le mani. «Gli elfi domestici fa quello che gli dici.»
Sarebbe ingiusto esprimere un giudizio basandosi solo sulle personalità migliori della specie – quindi cosa si può dire in difesa di Kreacher, che fu prevalentemente beffardo, scortese e impegnato a odiare chiunque incontrava?
La sua lealtà feroce a una famiglia altrettanto feroce lo portò quasi alla pazzia; obbediva al suo nuovo padrone nonostante gli fosse fisicamente e mentalmente doloroso farlo, e che anche i suoi comportamenti più deplorevoli erano motivati dall’affetto.
Kreacher s’insinuò parecchie volte nella stanza e tentò di sottrarre oggetti nascondendoli sotto il gonnellino, biascicando maledizioni terribili tutte le volte che veniva sorpreso. Quando Sirius gli strappò dalla presa un grosso anello d’oro con lo stemma dei Black, scoppiò addirittura in lacrime di rabbia e uscì dalla stanza singhiozzando sottovoce e apostrofando Sirius con parole che Harry non aveva mai sentito prima.
Anche Kreacher si redense
I peggiori umani nel mondo magico non rivelarono mai un lato di redenzione. Voldemort morì come un essere omicida e malvagio. I Carrow furono crudeli fino all’ultimo. Eppure Kreacher, presentato come una caricatura dell’odiosità, cambiò atteggiamento, e si rivelò essere buono di cuore. Il suo comportamento terribile era solo un sintomo del trattamento ricevuto dai maghi.
«Kreacher è come i maghi lo hanno fatto diventare, Harry» replicò Silente. «Sì, va compatito. La sua esistenza è stata miserabile come quella del tuo amico Dobby. È stato costretto a eseguire gli ordini di Sirius perché era l’ultimo discendente della famiglia dei suoi padroni, ma non provava la minima lealtà nei suoi confronti. E quali che siano le colpe di Kreacher, va detto che Sirius non ha fatto nulla per rendergli le cose più facili…»
«NON PARLI IN QUESTO MODO DI SIRIUS!» urlò Harry.
Furono vitali alla Battaglia di Hogwarts
Essendo più potenti per quanto riguarda la magia, l’unica cosa che impedisce la salita al potere degli elfi domestici è la loro propensione a servire il padrone. Tuttavia, come la Battaglia di Hogwarts dimostrò, questo istinto può essere soppresso.
Gli elfi domestici di Hogwarts sciamarono nella Sala d’Ingresso, urlando e brandendo trincianti e mannaie; al loro comando, col medaglione di Regulus Black che gli ballonzolava sul petto, c’era Kreacher, la voce da rana chiara e sonora anche sopra quel baccano. «Lottate! Lottate! Combattete per il mio padrone, difensore degli elfi domestici! Combattete il Signore Oscuro, nel nome del prode Regulus! Lottate!»
Menavano fendenti e pugnalate alle caviglie e agli stinchi dei Mangiamorte, i faccini animosi e cattivi, e i Mangiamorte ripiegavano, schiacciati dalla pura forza dei numeri, sopraffatti dagli incantesimi, strappandosi le frecce dalla carne, colpiti alle gambe dagli elfi, o semplicemente cercando di fuggire ma inghiottiti dall’orda che avanzava.
Quindi nonostante tutto il potere delle streghe e dei maghi, sembra che l’unica cosa che li tenga lontani dall’apice del potere del mondo magico è la loro certezza che i sono i maghi ad esserne parte – e l’altrettanto forte convinzione che loro stessi non appartengano a questo mondo. Se Dobby ci ha insegnato qualcosa, è che anche i comportamenti più fortemente radicati possono essere cambiati con un po’ di educazione.
Speriamo che Hermione sapesse cosa faceva con il C.R.E.P.A.!