Non c’è modo di negare che J.K. Rowling abbia creato per noi delle icone femministe incredibili. Crescendo nella generazione di Harry Potter, non penso che riuscirò mai a ringraziarla a sufficienza per avermi regalato donne come Hermione Granger.
Nel periodo della nostra vita in cui eravamo imbarazzate e vulnerabili, e in una società che ci ha sempre insegnato (almeno a noi donne) a dare più importanza al nostro aspetto fisico che al resto, leggere e innamorarsi di un personaggio che accresceva il proprio potere lavorando duro e facendosi amicizie basate sulla lealtà è stata la manna dal cielo di cui tutte avevamo bisogno.
Siamo sinceri, quando eravamo piccoli facevamo i compiti solo perché vedavamo Hermione.
È stato solo dopo l’infanzia che, almeno la maggior parte di noi, ha cominciato ad apprezzare la rosa di ruoli femministi nella serie. Abbiamo Ginny, che da bambinetta timida sboccia in una donna instoppabile. Abbiamo Luna, alla quale frega proprio niente dell’opinione altrui e segue sempre la sua passione. C’è Molly, la cui devozione alla propria famiglia la rende l’avversario più temibile di sempre (vero, Bellatrix?). E oltre a loro c’è Fleur, la cui vera bellezza sta nel suo coraggio e nel suo amore; c’è Tonks, che prova che anche un Tassorosso può fare il culo a tutti; ci sono Katie, Angelina, Alicia e Cho sul campo da Quidditch; abbiamo la professoressa McGranitt, che protegge i suoi studenti come fossero figli ed è la leader di cui abbiamo bisogno.
Queste donne non sono state importanti solo per la loro forza e il loro coraggio – sono state importanti perché erano anche del tutto sviluppate, tridimensionali e avevano i loro difetti. Potevamo vedere pezzi di noi stesse in loro, provare empatia e aspirare a copiare le parti migliori di loro riconoscendone sempre quelle peggiori. J.K. Rowling ha creato uno spazio dove dei forti personaggi femminili potessero anche fare degli errori di giudizio, seppur mantenendo la loro forza innata. Siamo cresciute (e cresciuti) con loro, abbiamo imparato da loro, e penso di parlare per molti Potterhead quanto dico che non sono sicura che sarei quello che sono se non ci fossero.
Detto ciò, la vita reale non è un mondo tutto rose e fiori dove sono tutti femministi, dove la discriminazione di genere non esiste, dove non esistono lo slut-shaming e il body-shaming, dove le donne non giudicano le altre donne perché usano i propri corpi in modi che vanno oltre le loro credenze. Come già detto in precedenza, la saga di Harry Potter è femminista, e ci piace per questo. Ma oltre a darci una rappresentazione femminista e salutare delle donne, ci dà anche un’accurata rappresentazione del sessismo che tutte le donne devono affrontare nella loro vita – dalla società, dalle persone amate, dalle altre donne. La maggior parte dei momenti non femministi della saga non sono un suo difetto, ma piuttosto costituiscono una lezione: queste cose succedono, che ci piacciano o no, e vederle rappresentate in un contesto in cui possiamo facilmente riconoscerle è molto importante per crescere e comprendere di più il mondo, specialmente durante l’infanzia.
Quindi, senza ulteriore indugio, vediamo insieme i momenti meno femministi di Harry Potter
#1 Il continuo slut-shaming di Ginny Weasley
Ginny comincia a uscire con i ragazzi durante il quarto anno. I commenti di Ron di disapprovazione sono a cavallo tra quelli di un fratello protettivo e quelli di un sessista quando esce con Michael Corner e Dean Thomas, ma è solo quando la vede baciare Dean nel corridoio che ci rendiamo conto di quanto sua sorella lo metta a disagio. Le si scaglia contro ed ecco che abbiamo questo dialogo:
«Bene» attaccò Ginny, scuotendo i lunghi capelli rossi e guardando Ron torva, «chiariamo questa faccenda una volta per tutte, Ron. Con chi sto o che cosa ci faccio non ti riguarda…»
«Invece sì!» esclamò Ron, altrettanto infuriato. «Non voglio che la gente dica che mìa sorella è una…»
«Una cosa?» urlò Ginny, sfoderando la bacchetta. «Una cosa,di preciso?»
Molti di noi non ci hanno neanche fatto caso quando eravamo bambini, forse abbiamo solo pensato che Ron fosse un po’ uno stronzo. Ma quando facciamo un passo indietro si nota la vera natura di questa scena: Ron, una delle persone che Ginny conosce e di cui si fida più di tutti nel mondo, sta facendo palesemente dello slut-shaming su sua sorella solo perché ha una relazione del tutto normale con un ragazzo. E non va bene.
Il primo impulso potrebbe essere di furia totale a Ron e confusione diretta alla Rowling per aver incluso questa scena. Ma il punto è: avevamo bisogno di vederla. Ciò che traspare da questa scena non è tanto il sessismo di Ron, quanto il fatto che Ginny non si vergogna affatto e non si scusa, affronta suo fratello a testa alta e lo sfida; il che ci ricorda che le donne non hanno nulla di cui scusarsi anche se la società ce lo vuole far credere come fa Ron con Ginny. Quante volte nella nostra vita, da donne, ci sentiamo dire che non dovremmo essere promiscue altrimenti siamo delle prostitute (per non usare un termine più volgare)? E in questa scena Ginny ci insegna la risposta corretta a commenti di questo genere: il dito medio.
#2 Quando Molly evita Hermione perché “spezza il cuore a Harry”
Nel quarto libro, Rita Skeeter (la rompicoglioni ufficiale del mondo magico) scrive un articolo che dice che Hermione ha spezzato il cuore a Harry prendendolo in giro. Hermione se la ride, troppo sicura di se stessa per dar conto al gossip da quattro soldi. Dà per scontato che le persone che contano per lei capiscano che l’articolo era una bugia – anche se la sua convinzione si riduce in mille pezzi a Pasqua.
La lettera di Percy era infilata in un pacco di uova di Pasqua spedite dalla signora Weasley. Quella di Harry e quella di Ron erano grandi come uova di drago, e ripiene di mou fatto in casa. Invece quello di Hermione era più piccolo di un uovo di gallina. Quando lo vide, rimase a bocca aperta.
«Non è che per caso la tua mamma legge il Settimanale delle Streghe, eh, Ron?» chiese sottovoce.
«Sì» rispose Ron, con la bocca piena di mou. «Lo compra sempre per le ricette».
Anche il nostro eroe Molly Weasley, la guida morale per Harry and company, simbolo di forza e comprensione, se la prende con Hermione per una questione romantica che neanche esiste. Attenzione, non ha mai portato rancore per nessuna azione del trio, compresa la volta in cui hanno rubato la Ford Anglia del signor Weasley e sono andati a Hogwarts come dei deficienti. Ma la prima volta che i tre sono coinvolti in qualcosa di vagamente romantico, lei prende subito le parti di Harry e punisce Hermione per qualcosa che, anche se fosse stato vero, non valeva neanche la pena di considerare. Cioè, anche se fosse uscita con Harry, l’avesse lasciato e poi fosse uscita con qualcun’altro, chissene frega? È perfettamente normale ed è un suo diritto – è esattamente quello che si fa alle superiori! Molly non sta punendo Hermione perché ha fatto soffrire Harry, ma piuttosto perché ha fatto qualcosa che non pensa sia appropriato per una signorina – un giudizio che, a quanto pare, non è esteso a Harry, maschio.
Ancora peggio, Molly non aggiusta le cose con Hermione da sola. Ci vuole l’intervento di Harry, la parte maschile della vicenda:
Harry guardò l’una e l’altra, poi disse: «Signora Weasley, non avrà creduto alla robaccia che Rita Skeeter ha scritto sul Settimanale delle Streghe, vero? Perché Hermione non è la mia fidanzata».
«Oh!» esclamò la signora Weasley. «No… certo che no!»
Dopodiché però fu molto più affettuosa con Hermione.
*mega facepalm*
#3 L’intera storia di Lavanda Brown
Fin dal terzo libro, Lavanda Brown è caratterizzata da tanti tratti e interessi tipicamente “femminili”. Difende con orgoglio la Divinazione, ha un coniglietto come animale domestico, si preoccupa del proprio aspetto fisico ed è emotivamente espressiva e passionale. Quest’ultima caratteristica è ancor più accentuata nel film dov’è rappresentata come una ragazza malata d’amore che ridacchia spesso.
L’esistenza propria e il modo d’essere di Lavanda Brown NON è la parte non femminista della storia, perché siamo sinceri: le ragazze come lei esistono e va benissimo così. Non c’è da vergognarsi nell’esternare le proprie emozioni e nel seguire le proprie passioni e non c’è niente di sbagliato se ci si sente insicuri nelle relazioni e si cerca sempre una conferma. È umano e onesto.
Il problema non è Lavanda stessa (aggiungo che come personaggio mi fa anche simpatia!), ma il modo in cui Lavanda viene presentata al pubblico, ossia attraverso la lente di Ron e Hermione. Ron non ci pensa due volte a definirla “pazza” – anche quando è lui che la ignora volutamente giustificando così la frustrazione di lei nei confronti di lui. Hermione è altrettanto sprezzante o deliberatamente rude nei confronti di Lavanda solo perché hanno interessi divergenti.
Il vero problema qui, però, è che a causa di questa lente, quando pensiamo a Lavanda non pensiamo alla sua lealtà e al suo coraggio, al fatto che faceva parte dell’Esercito di Silente e che è morta per difendere Hogwarts da Voldemort, non consideriamo i suoi sogni, le sue passioni, le sue amicizie. No. Pensiamo subito alla sua cotta adolescenziale per Ron. Questa ragazza è stata ridotta a null’altro che uno strumento della trama per “far diventare Ron un uomo”.
#4 Il modo in cui Ron tratta Hermione e Viktor Krum
Non voglio sempre trascinare Ron nella melma, ma è quello che ti meriti se continui a passare col rosso ai semafori del sessismo, amico mio. C’è, ovviamente, il primo episodio al Ballo del Ceppo: Ron fa capire chiaramente a Hermione che sarebbe andato al ballo con lei solo come ultima, disperata risorsa e quando la vede arrivare con Viktor, le rovina la serata facendo lo stronzo e facendola sentire in colpa. Potremmo ricondurre questo comportamento a una mera piccolezza adolescenziale – dopo tutto, Hermione stessa non è proprio felice di vederlo uscire con Lavanda Brown due anni dopo.
Ma il modo in cui Ron tratta questa relazione è così ostinato che continua ad agire in maniera problematica e a far sentire Hermione in colpa anche molto dopo che la relazione è finita. Durante il loro sesto anno, quando scopre che Hermione aveva baciato Viktor anni prima, si rifiuta di parlarle per settimane senza dirle perché. Secondo lui, lei è “contaminata” perché è stata con un altro ragazzo prima. A essere bravi, potremmo dire che questa è soltanto la immatura reazione di un adolescente a quello che pensa essere un rifiuto. Ma a pensare il peggio, questo è solo un altro modo delle persone come Ron di portare avanti l’idea che il valore di una donna stia nella sua purezza sessuale, quando in realtà il valore di una donna non ha nulla a che fare con l’espressione della sua sessualità (se così possiamo definire un bacio a 15 anni).
#5 Il fatto che Hermione è valorizzata principalmente perché è “diversa dalle altre ragazze”
Come ultima cosa, ma non per importanza, la rappresentazione di Hermione. Certamente non è l’archetipo di un tipico personaggio femminile problematico che siamo soliti vedere. Non è né la ragazza “figa” né il tipico maschiaccio. J.K. Rowling l’avrà pure fatta nerd, con i capelli a cespuglio, un personaggio indipendente – che ammiriamo ed emuliamo – ma dandole queste caratteristiche, fa anche sentire meno importanti le donne che non sono così.
Considerate questo: c’è costante apprezzamento per lei da parte di Harry e Ron, il che rafforza il fatto che Hermione non è come le altre ragazze a Hogwarts (perché Harry e Ron non considerano affatto le altre ragazze almeno fino al quarto anno, come qualsiasi ragazzino) e sembra essere proprio per questo motivo che i due ragazzi si degnano di essere suoi amici. Mentre i libri prendono in giro Fleur perché sfoggia il suo bell’aspetto, e fanno sembrare Lavanda e Parvati delle stupide perché considerano la professoressa Cooman un’eroina da venerare, la storia premia Hermione perché è “superiore” a queste cose stereotipicamente femminili. Infatti, tra le ragazze principali di Hogwarts, solo Hermione, Ginny e Luna sembrano essere libere da questo scrutinio femminile. Sforzandosi di rendere le ragazze goffe, intelligenti e lente a sbocciare tanto valide quanto quelle “fighe”, J.K. Rowling si spinge ripetutamente troppo in là creando uno spazio dove comunque si svergognano le donne – questa volta perché si comportano troppo da ragazza. (Altro esempio calzante qui è quello di Dolores Umbridge, la cui passione per il rosa, i gattini e le tazze da tè era costantemente fatto notare, anziché il fatto che fosse il male in persona.)
Ovviamente, la maggior parte di questi personaggi vengono “riscattati” per la proria femminilità alla fine; Fleur prova che non è vana come tutti pensano, le compagne di dormitorio di Hermione si uniscono all’ES, e anche Ginny si riprende dalla sua stupida cotta per Harry affermando la sua indipendenza prima di uscirci davvero. Questi riscatti, però, non fanno altro che rinforzare l’idea inconscia insita in tutta la serie, ossia che comportarsi in maniera meno femminile rende una donna più meritevole di amore o rispetto. Piuttosto, i libri avrebbero fatto meglio a differenziare tra questi personaggi senza utilizzare stereotipi femminili per far sì che i lettori valorizzassero di più un modo di essere donna rispetto a un altro.
Cosa pensate di queste considerazioni? Pensate che siano ragionevoli oppure che non stiano né qui né lì?