La vita di un Potterhead non è affatto facile! Vi propongo qui la giornata tipo di un potteriano liceale, con tutti i drammi quotidiani che gli tocca affrontare…
Vi siete persi la prima parte? La potete trovare qui.

Non ho molto altro da dire sulla mia ennesima giornata sprecata in una scuola babbana: nessun professore, oggi, ma dico proprio nessuno, ha detto di andare a pagina trecentonovantaquattro. E poi a cosa servono due ore piene di letteratura inglese, se non si leggono brani tratti dai libri di Harry Potter?

Tornato a casa, ho pranzato a malavoglia, dal momento che avrei preferito di gran lunga banchettare con gli altri studenti a Hogwarts. Dopodiché è arrivato il momento di fare i compiti: sono riuscito a chinarmi sui libri di scuola per quasi un quarto d’ora – rispetto agli altri pomeriggi, è stato un netto miglioramento! Ero partito con tanti buoni propositi, però ad un certo punto mi sono davvero stufato. “Al diavolo questa roba” ho pensato, “voglio studiare a Hogwarts!”

Allora ho agguantato la mia Bibbia dei feels (i Doni della Morte), e mi sono messo a leggere la mia scena preferita, quella che mi uccide ogni santa volta che la leggo. Mi piace farmi male leggendo quella scena, mi è piaciuto come mi piacque la prima volta: la mia dannazione, la mia salvezza.

Ovviamente, finita la scena, m’è venuta voglia di rileggere tutta la saga di HP da capo. Per cena avevo letto già una bella fetta del primo libro. Dopo cena ho deciso di spezzare con un film di Harry Potter: ho impiegato una buona mezzora per scegliere quale degli otto guardare – purtroppo domani mi aspetta un’altra mattina a scuola, quindi mi sono imposto di non vederne più di uno, stavolta.

Finito il film, mi sono coricato a letto: ma sulla mensola c’era Harry Potter e la Pietra Filosofale che mi guardava. Ho risposto all’irresistibile richiamo, e ho ripreso a leggere dal punto in cui avevo interrotto prima di cena.

Non mi ricordo a che ora mi sono addormentato, stanotte, ma so per certo che quando mi sono addormentato avevo già finito il primo libro di HP e iniziato il secondo da un pezzo, ed ero felice di averlo fatto.

Dopotutto la vita non è poi così male.