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Lord Voldemort: l’alchimista inaspettato

9 Dicembre 2021 ridh-faro 4 min read

Lord Voldemort: l’alchimista inaspettato

9 Dicembre 2021 Remus 4 min read

Senza volerlo, Tom Riddle si rivela un ottimo alchimista, capace di produrre oro semplicemente tramite l’uso della bacchetta. Per ben tre volte, infatti, Lord Voldemort ci sorprende con questa magia tanto potente quanto involontaria.

Lo scopo di un alchimista, generalmente, è quello di produrre oro a partire dal piombo. Dopo numerosi sforzi e tentativi, però, molti di loro ancora non vi riescono. Questo ci rende ancora più curiosi sul perché Lord Voldemort possa produrre vere e proprie fiamme dorate, senza nemmeno utilizzare il piombo! In tutte e tre le circostanze, però, vi è un elemento comune: il tentativo di uccidere Harry Potter. Cerchiamo quindi di approfondire questa particolare capacità magica del Signore Oscuro e, a questo punto, anche di Harry.

Luci dorate al cimitero

La prima volta in cui Voldemort produce della magia dorata è al cimitero di Little Hangleton, la notte del suo ritorno. In questo caso, in realtà, non produce delle fiamme, ma una semplice luce dorata. Ciò si verifica nel momento in cui l’Anatema che Uccide di Voldemort incontra l’Incantesimo di Disarmo di Harry, con un filo d’oro che inizia a legare le due bacchette gemelle, per poi avvolgere i due nemici in una vera e propria cupola dorata.

“… e un sottile raggio di luce ora univa le due bacchette, né rosso né verde, ma di un luminoso oro intenso. […] Il filo d’oro che univa Harry e Voldemort si divise; le bacchette rimasero connesse, mentre un centinaio di raggi disegnarono archi sopra di loro, incrociandosi tutto attorno, finchè i due non si trovarono rinchiusi in una rete d’oro a forma di cupola.”

Harry Potter e il Calice di Fuoco, capitolo 34
La cupola d'oro che avvolge Harry e Voldemort al cimitero di Little Hangleton

Fiamme dorate nel cielo di Londra

Il secondo momento in cui Voldemort ha a che fare con l’oro rappresenta, per lui, una disfatta. L’alchimista involontario questa volta, però, è proprio Harry, la cui bacchetta inizia a produrre autonomamente delle fiamme dorate. Per l’occasione, vale a dire il tentativo di catturare Harry durante la Battaglia dei Sette Potter, Voldemort utilizza la bacchetta di Lucius, che viene però distrutta dal potente incantesimo dorato.

“Si sentì tirare la mano come da un enorme magnete, intravide uno schizzo di fuoco dorato attraverso le palpebre socchiuse, udì un crac e un grido di rabbia.”

Harry Potter e i Doni della Morte, capitolo 4

Il duello finale

La terza volta in cui Harry e Voldemort producono incanti dorati coincide con la morte del Signore Oscuro. A fronteggiarsi sono ancora i due protagonisti della Profezia: è di nuovo Avada Kedavra contro Expelliarmus. Questa volta, l’impatto dei due incantesimi si trasforma in fiamme dorate, che pongono fine alla seconda vita di Voldemort proprio nel modo in cui era cominciata.

“Lo scoppio fu come un colpo di cannone e le fiamme dorate che eruppero tra loro, al centro esatto del cerchio che avevano disegnato, segnarono il punto in cui gli incantesimi si scontrarono”

Harry Potter e i Doni della Morte, capitolo 36
La bacchetta di Lucius nelle mani di Voldemort, dopo le fiamme color oro create da Harry

Il significato dell’oro nel mondo magico

Tra i maghi, spesso l’oro simbolizza un legame tra più persone. Nel matrimonio tra Bill e Fleur, per esempio, questo colore la fa da padrone; i membri della casata Black, nell’albero genealogico di Grimmauld Place, sono legati da sottili fili dorati; ancora, Luna utilizza dell’inchiostro dorato per collegare i volti dei suoi amici raffigurati nel soffitto della sua stanza.

Questo è probabilmente il motivo per cui ogni volta che Harry e Voldemort si incontrano, le loro bacchette danno vita a un simile spettacolo. Lord Voldemort, che non si lega mai a nessuno, si trova involontariamente connesso in maniera molto intensa a Harry, che addirittura “possiede” una parte dell’anima del rivale.


Perché Voldemort non diventa un alchimista?

Ovviamente, a Tom Riddle non passa mai nemmeno per la testa di diventare un alchimista. Probabilmente non riflette nemmeno su quello che si verifica ogni volta che incontra Harry, se non per cercare una bacchetta che non gli ponga questo problema. L’immortalità che egli vuole raggiungere conosce soltanto una strada, quella degli Horcrux, ma per come è finita, forse avrebbe potuto agire diversamente (se sei interessato al concetto di immortalità clicca qui).

Ecco quindi che ci possiamo immaginare un Voldemort “alla Flamel”, che si crea una propria Pietra Filosofale da cui trarre l’Elisir di Lunga Vita. Non che non abbia provato a impadronirsi della Pietra, sia chiaro, ma la vede solo come uno strumento per mantenersi in forze e recuperare un corpo proprio, ormai mutilato dalla creazione degli Horcrux.

Voldemort nella Foresta Proibita

Produrre oro, anche se solo in formato “incantesimo”, è una delle cose più difficili da realizzare. Si possono ovviamente fare delle ipotesi, ma non abbiamo la certezza di come Tom Riddle e Harry Potter ci siano riusciti. Ciò che crediamo, è che un simile fenomeno sia soltanto corollario del duello più leggendario della storia del Mondo Magico.

Fonte: mugglenet.com

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