Persino noi comuni mortali ci rendiamo conto che la vita di un attore dev’essere tutt’altro che facile. Non solo per tutto ciò che concerne la popolarità e le sue conseguenze, ma soprattutto per la consapevolezza che il proprio lavoro determinerà la riuscita o il fallimento di un prodotto. In questo articolo vedremo come alcuni attori delle pellicole di Harry Potter hanno percepito la propria interpretazione… e soprattutto, se ne sono soddisfatti.
Immaginate di essere Daniel Radcliffe e sapere che tutti assoceranno la vostra faccia a un personaggio iconico. Immaginate di vedervi ovunque: locandine, copertine, in televisione, al cinema ecc. Avreste un po’ di ansia pensando “Sarò andato bene?”, “Ero il volto giusto per quel personaggio?”, “Ho reso giustizia al mio ruolo?”, “La mia interpretazione è stata all’altezza?” ? Beh, noi pensiamo di sì.
Ecco perché in questo articolo abbiamo pensato che fosse interessante raccogliere le testimonianze di alcuni membri del cast dopo l’uscita nelle sale degli 8 film della saga. C’è chi ha amato l’esperienza, chi non ha ritenuto la propria interpretazione all’altezza o chi, addirittura, si è sentito in imbarazzo. Vediamo questi racconti più nel dettaglio.
Daniel Radcliffe
Ovviamente non potevamo non partire dal volto principale della saga di Harry Potter, cioè Harry Potter stesso. Occhiali tondi, occhi chiari, cicatrice e vestiti sempre un po’ più grandi della sua taglia. Così è come i fan si aspettavano il personaggio di Harry Potter ed è effettivamente così che Daniel Radcliffe ha portato “in vita” il giovane mago.
Daniel aveva circa 11 anni quando è stato scelto per il ruolo da protagonista all’interno di una saga che prometteva di diventare famosa in tutto il mondo (e così è stato). Da subito il suo volto è stato indubbiamente e permanentemente associato a quello del personaggio inventato da J.K. Rowling. Non sarebbe esagerato dire che per tantissimi Daniel non ha interpretato Harry, lui è Harry.
Ma cosa ne pensa l’attore stesso di ciò che ha significato lavorare all’interno della saga e della sua interpretazione? Ebbene, affrontare le conseguenze dell’essere un attore di fama mondiale non è facile per nessuno, ma ancora di più se hai undici anni. Nel corso di un’intervista, infatti, Daniel ha raccontato la sensazione di imbarazzo che provava mentre avvenivano le riprese dei film.
L’attore ha dichiarato:
Sinceramente, quando ero in Harry Potter e venivo vestito come uno scolaretto non mi sembrava la cosa più cool del mondo, almeno in quel momento […] Ma è come chiedere “Come ti vedi nella tua adolescenza?” C’è così tanto in ballo in quel periodo […]
E non è difficile immaginare l’enorme lavoro di consapevolezza e accettazione di sé, consci che si sarà sottoposti al giudizio non solo di se stessi o di pochi intimi, bensì dell’intera opinione pubblica.
Superato questo, tuttavia, Daniel ha affermato che recitare in Harry Potter è stato “incredibilmente figo” e tutt’ora conferma questa sua opinione, sottolineando come recitare nella saga gli abbia fatto capire che questo è ciò che vuole fare davvero nella sua vita.
Dopotutto, Daniel, sei il bambino che è sopravvissuto, sei stato assolutamente e indubbiamente figo.
Emma Watson
C’è chi poi, invece, nell’ambiente della recitazione non ha trovato un rifugio o un amore incondizionato, tutt’altro.
Emma Watson ha parlato spesso di quanto non sia stato sempre semplice continuare il suo percorso da attrice. Già in giovanissima età, quando era impegnata nelle riprese della saga di Harry Potter (poco prima dell’inizio delle riprese per Il Principe Mezzosangue), Emma aveva pensato di abbandonare il ruolo di Hermione Granger.
L’attrice ha dichiarato infatti di essersi spesso sentita stretta nel ruolo di Hermione, proprio perché i fan la vedevano solo come “quella di Harry Potter” e perché si sentiva importunata in ogni momento della sua vita quotidiana, persino a scuola.
Alla fine Emma ha deciso di proseguire fino alla fine della saga, affermando che se non l’avesse fatto probabilmente sarebbe diventata il “nemico pubblico numero uno” dei fan. Ma soprattutto ha dichiarato:
Penso che avrei avuto difficoltà nel vedere i film girati senza che ne facessi parte. Sono cresciuta facendoli. Essere parte dei film del franchise in qualche modo è una parte della mia identità. Forse le cose sarebbero state un po’ più facili se avessi potuto dormire di più. Magari Hermione sarebbe stata meno frenetica
Tuttavia, dopo l’ultimo ruolo nel film di Greta Gerwig, Piccole Donne (2019), Emma ha messo uno stop alla sua carriera di attrice (per il momento). A tal proposito ha dichiarato: “Mi sentivo in gabbia. Non ero molto contenta con il mestiere di attrice”.
Difatti, l’interpretazione in Piccole Donne è stata l’ultima della carriera di Emma, attualmente impegnata a tempo pieno nell’attivismo e intenta a riempire la sua vita con “meno tappeti rossi e più conferenze”. E noi non possiamo far altro che augurarle il meglio.
Rupert Grint
Non molto diverso è il discorso di Rupert Grint, che come i suoi amici si è ritrovato, all’età di circa undici anni, a recitare in una saga che prometteva di essere un enorme successo su tutti i fronti.
Non dev’essere stato semplice tenere una linea divisoria tra la propria vita e il ruolo di Ron, soprattutto perché, dice Rupert “le riprese duravano quasi tutto l’anno e il resto del tempo si promuovevano i film”.
Col senno di poi, Grint ha definito il periodo in cui era impegnato nella saga (dagli 11 ai 22 anni) come “soffocante”, affermando di essere arrivato a un punto dove tra se stesso e il personaggio di Ron i confini erano sfocati e che, se il tutto fosse continuato, la cosa sarebbe solo peggiorata.
Ma, chiaramente, le esperienze positive sul set di Harry Potter non sono mancate ed è stesso Rupert a raccontare di come spesso abbia costretto la crew a rigirare le scene per la sua tendenza a scoppiare a ridere nei momenti meno opportuni (durante la scena del funerale di Silente, per dirne una), soprattutto in presenza di Daniel.
Gary Oldman
Passiamo ora a qualcuno che, al momento delle riprese della saga di Harry Potter, era già ben avviato nel mondo del cinema. Stiamo parlando di Gary Oldman, attore britannico già noto al pubblico per le sue interpretazioni in Dracula di Bram Stoker (1992), León (1994) e Il quinto elemento (1995).
La sua fama lo precede e non è necessario sottolineare la sua bravura e professionalità, nonché quanto ci abbia fatto amare il personaggio di Sirius Black (sebbene nell’intera saga appaia solo per un totale di circa 20 minuti), ma a quanto pare lui non è dello stesso parere.
Gary Oldman ha infatti definito la sua interpretazione “mediocre”, ribadendo più volte che avrebbe potuto affrontare il ruolo nella saga di Harry Potter in modo diverso. A tal proposito dice:
Penso che il mio lavoro in quei film sia mediocre. Dico sul serio. Forse se avessi letto i libri come ha fatto, per esempio, Alan Rickman, o se fossi stato un passo avanti, se avessi saputo cosa sarebbe successo, onestamente penso che la mia interpretazione sarebbe stata diversa
Noi non possiamo che dissentire, affermando che Gary Oldman non solo è stato un ottimo Sirius Black, ma che è riuscito a farci innamorare letteralmente del suo personaggio nonostante il pochissimo tempo dedicatogli all’interno dei film. Che dire?, un’impresa non facile, soprattutto se il metro di paragone era il nostro amato Sirius dei libri.
Maggie Smith
Anche nel caso di Maggie, non sta a noi giudicare la sua bravura nella saga di Harry Potter o, in generale, nella sua chilometrica carriera. Ci limiteremo solo a ribadire, per l’ennesima volta, quanto le sue doti recitative l’abbiano portata a ricevere riconoscimenti di ogni genere, da due premi Oscar fino ai Golden Globe, più che meritatamente.
Eppure, un po’ come Gary Oldman, anche Maggie Smith non si ritiene soddisfatta di alcuni dei suoi ruoli più famosi, cioè quelli che l’hanno resa probabilmente più celebre. Si riferisce, nello specifico, all’interpretazione di Minerva McGranitt e a quella di Violet Crawley in Downton Abbey. A tal proposito ha dichiarato:
Sono profondamente grata per il mio lavoro in Harry Potter e Downton Abbey, ma non è esattamente ciò che io chiamerei soddisfacente. Non sento veramente di aver recitato in queste opere.
Ed effettivamente, quest’affermazione non stupisce considerando che Maggie ha sempre pensato di tornare al suo primo amore, il teatro (con risultati altrettanto stellari).
E voi cosa ne pensate? Lo avreste mai detto che per alcuni attori non sia stata tutto rose e fiori l’esperienza in Harry Potter, o che addirittura qualcuno non si ritiene tutt’ora soddisfatto del proprio lavoro?