Sappiamo che ci sono parecchie differenze fra libri e film, specialmente per quanto riguarda gli ultimi tre, che spesso alterano la natura dei personaggi. Ma alcuni di questi cambiamenti non sono necessariamente negativi.
Una cosa che non smetteremo mai di ribadire è che l’approccio con cui si affronta l’analisi delle due Saghe (cinematografica e letteraria) DEVE essere diverso. Essendo due medium dissimili si rivolgono a due tipi di pubblico e, soprattutto, con due tipi di linguaggio differenti. In un capitolo di un libro tutto può essere descritto a parole, con concetti ribaditi più volte e un’introspezione sulla psicologia dei personaggi più dettagliata. In un film ciò diventa immediato e spiegato da immagini, che non sempre risultano semplici da comprendere. La forza di un film risiede, perciò, nella sua capacità di comunicare un messaggio di modo che possa venire interpretato in maniera il più possibile uniforme e che riesca ad essere recepito da un target quanto più vasto.
La vera natura di Severus Piton
Forse il personaggio più controverso di tutti è proprio quello che più divide il fandom: Severus Piton. Per mettere un punto al dibattito circa la sua vera natura è stata interpellata addirittura la Rowling, che ha risposto molto democraticamente che la sua natura è grigia: non è un santo, non è un diavolo. Ciò che viene raccontato di lui nei libri (per la maggior parte eventi non rappresentati nei film) non può non aver fatto arrabbiare anche il suo sostenitore più accanito. Nei film alcune di queste scene sono state leggermente modificate.
È inevitabile che i cambiamenti tra libri e film facciano innervosire noi potterheads accaniti. Ma vi vorremmo dimostrare come, a volte, non per forza modificare qualcosa lo rende peggiore. Abbiamo rintracciato alcune scene che, al contrario, offrono dei dettagli sulla vera natura di Severus Piton. Vediamo quali!
Pietra Filosofale: un accenno alla sua vera natura
La prima lezione di Pozioni è quella che vede il primo approccio tra il professore e Harry. La scena è celeberrima e riportata molto fedelmente nel film da Chris Columbus. Ne riportiamo comunque un tratto.
A questo punto, Hermione si alzò in piedi con la mano protesa come se volesse toccare il soffitto.
Harry Potter e la Pietra Filosofale, capitolo 8: “Il Maestro delle Pozioni”
“Non lo so” disse Harry tranquillamente. “Ma penso che Hermione lo sappia. Perché non prova a chiederlo a lei?”
Alcuni risero; Harry colse lo sguardo di Seamus e Seamus ammiccò. Ma Piton non lo trovò affatto divertente.
“Sta’ seduta!” ordinò secco a Hermione.
In linea con il personaggio freddo che la Rowling descrive, la sua risposta è scostante e per nulla amichevole. Nel film, invece, c’è una scena (tagliata nelle prime versioni e integrata nelle successive copie messe in commercio) che fa addirittura sorridere. Prima che Piton esponga la risposta alle domande che aveva rivolto a Harry, quello Sta’ seduta viene rimpiazzato con Abbassa la mano, sciocchina. Questa semplice frase segna la differenza tra l’astio verso il personaggio e un tenue dubbio che vi sia qualcosa di più oltre la facciata brusca cui si è abituati.
Dopotutto, la sua natura di bravo professore rimane ben celata per la maggior parte delle scene che seguono. Ma avremo modo di ritornarci su.
Prigioniero di Azkaban: un gesto protettivo
Quando Sirius si trova nella Stamberga Strillante insieme a Harry, Ron e Hermione, verso la fine del Prigioniero di Azkaban, sappiamo che viene raggiunto prima da Lupin, poi da Piton. Quest’ultimo vorrebbe incastrarlo e portarlo dai Dissennatori, ma Harry, Ron e Hermione lo disarmano nello stesso momento. Lui viene sbalzato, così, verso il soffitto e poi sviene. A questo punto, nel libro, dopo aver smascherato Minus, lo fanno fluttuare verso l’uscita per portarlo con loro al Castello. Nel film lo abbandonano semplicemente al suo destino, svenuto nella casa.
Da qui in avanti le cose si svolgono parallelamente tra libro e film, eccetto per un particolare. Dopo la trasformazione di Lupin, nel libro, non sappiamo che fine fa Piton (probabilmente rimane svenuto sull’erba). Nel film, invece, un Piton sveglio e molto arrabbiato esce dalla Stamberga Strillante per tirare le orecchie al Trio, ma si ferma e arretra davanti al Lupin Mannaro. Alan Rickman, però, non si limita a spaventarsi e fare qualche passo indietro. Allarga le braccia per nascondere Harry, Ron e Hermione, di modo che se il lupo avesse attaccato il primo a essere colpito sarebbe stato lui stesso.
Chiaramente è un gesto che, a primo impatto, lascia un po’ basiti. All’epoca del film era, oltretutto, fuori dal personaggio, che ancora sembrava distaccato e negativo. A posteriori, invece, questo gesto inaspettato di protezione risulta molto in linea con la vera natura del professore. Che la Rowling non avesse già a quel tempo dato un indizio sull’evolversi della storia ad attore, regista e sceneggiatori?
Principe Mezzosangue: l’invenzione degli sceneggiatori
Il climax del Principe Mezzosangue, sia libro che film, si ha nel momento in cui Severus uccide Silente al posto di Draco. Nel libro Harry si trova sotto il Mantello dell’Invisibilità, pietrificato da un incantesimo del Preside e incapace di agire. La scelta di immobilizzare Harry è la più logica se si pensa al suo carattere fumantino, che lo avrebbe sicuramente portato a scagliarsi contro Draco e Piton al minimo accenno di pericolo.
Per quanto riguarda l’Harry cinematografico, c’è una grande differenza caratteriale: è molto più calmo e riflessivo, più tendente a obbedire agli ordini diretti del Preside piuttosto che a rispondere ai suoi impulsi. Perciò, per quanto possa far storcere il naso, non sorprende il fatto che aspetti tranquillo sotto la scala della Torre. Anche quando arriva Piton e gli intima con un gesto di fare silenzio. In quel momento si trova davanti a un membro dell’Ordine della Fenice che, nonostante l’odio reciproco, sa essere dalla loro parte. Sa, inoltre, che Silente si fida ciecamente di lui, quindi si aspetta che aiuti il Preside e non Draco.
È lampante la differenza tra le due scene. Ma, a parte il discorso sul carattere di Harry, ciò che salta all’occhio è proprio il gesto di Piton. Tenendo presente che ancora non si conosceva la verità su di lui (ovviamente per chi non aveva letto i libri), fedele al Preside e al ricordo di Lily, può essere sembrato un errore la scelta di fargli difendere Harry al posto di portarlo dai Mangiamorte o addirittura ucciderlo. Invece, si è rivelata una delle intuizioni geniali degli sceneggiatori, perfettamente in linea con la sua vera natura.
Doni della Morte – Parte 2: La vera natura di Piton…
Infine, la seconda parte dei Doni della Morte. Nel libro noi non abbiamo modo di sapere come si comporti il nuovo Preside di Hogwarts, in quanto Harry, come sappiamo, non torna a scuola. Solo alla fine, tramite i suoi ricordi, veniamo a conoscenza di alcuni dietro le quinte che ci spiazzano totalmente. Il capitolo sulle memorie del Principe, si sa, è quello che ha definitivamente ribaltato la concezione negativa che si aveva di questo personaggio, mostrandoci la sua vera natura di eroe.
La seconda parte del film, invece, ci dà uno scorcio della vita a Hogwarts in tempo di dominazione di Voldemort. Un po’ per ricapitolare la situazione, un po’ per dare un contesto al furto della Bacchetta di Sambuco, la camera da presa fornisce alcune riprese aeree del Castello e del Cortile, sorvegliato dai Dissennatori, e un’entrata in scena di Piton di spalle, mentre guarda gli studenti che marciano verso le aule. Dopodiché la macchina si sofferma su un primo piano del suo volto. La sua espressione sembra, inizialmente, fredda e distaccata come l’immagine cui siamo soliti associarlo. Ma c’è una lieve increspatura nella piega delle labbra, che per un secondo si socchiudono, quasi a soffocare un gemito.
Non dobbiamo perdere di vista il fatto che Alan Rickman è un attore grandioso, che sulle micro-espressioni (come moltissimi attori) fonda gran parte del suo successo. Inoltre, la Rowling gli aveva già rivelato la verità dietro al suo personaggio. Perciò non è affatto azzardato leggere della preoccupazione per la sua scuola e i suoi studenti in quel viso. Il dolore, cioè, che provava il vero Severus nel dover sopportare tutto il peso del suo doppio gioco.
… In due meravigliose scene
Arriviamo all’ultima scena, poco prima di scoprire definitivamente la verità sulla natura di Severus Piton, che ci avrebbe potuto dare un indizio su dove risiedesse la sua lealtà. Si tratta dello scontro con la Professoressa McGranitt.
Ecco la scena come descritta nel libro
“Hai visto Harry Potter, Minerva? Perché se l’hai visto, devo insistere…”
La professoressa McGranitt si mosse con una rapidità incredibile: la sua bacchetta sferzò l’aria e per un attimo Harry pensò di vedere Piton afflosciarsi privo di sensi, ma la velocità del suo Sortilegio Scudo fu tale da far perdere l’equilibrio alla McGranitt. Lei puntò la bacchetta verso una torcia sulla parete, che volò fuori dal sostegno; Harry, pronto a scagliare una maledizione contro Piton, fu costretto a spostare Luna dalla pioggia di fiamme, che divenne un cerchio di fuoco, riempì il corridoio e volò come un lazo verso Piton…Poi al posto del fuoco comparve un enorme serpente nero che la McGranitt ridusse in fumo, che si riformò e si solidificò nel giro di pochi istanti per diventare uno sciame di pugnali volanti: Piton riuscì a evitarli solo spingendo davanti a sé l’armatura, e i pugnali affondarono uno dopo l’altro nel petto di metallo, in un frastuono echeggiante…
[…] “No!” squittì Vitious, alzando la bacchetta. “Non commetterai altri omicidi a Hogwarts!”
Harry Potter e i Doni della Morte, capitolo 30: “Il congedo di Severus Piton”
Il suo incantesimo colpì l’armatura dietro la quale Piton si era rifugiato, che prese vita con un gran baccano. Piton si liberò dalle braccia che lo stringevano e la spedì in volo contro i suoi avversari: Harry e Luna dovettero tuffarsi di lato per evitarla e quella si fracassò contro il muro. Quando Harry alzò di nuovo lo sguardo, vide Piton in fuga, con la McGranitt, Vitious e la Sprite alle calcagna: lo rincorsero oltre la porta di un’aula e qualche attimo dopo Harry udì la McGranitt gridare: “Vigliacco! VIGLIACCO!”
Differenze e conclusione
Naturalmente, tutta la scena è vista il più negativamente possibile da Harry, che ce la racconta con ancora negli occhi il corpo spezzato di Silente. Ad una lettura attenta, Piton non attacca mai i suoi colleghi. Tenta bensì di difendersi dai loro incantesimi, rispondendo quel tanto che bastasse a reggere la sua copertura e conscio del fatto che sarebbero stati in grado di pararli.
La stessa cosa avviene nella scena del film. In questa, Alan Rickman aggiunge un dettaglio: nel momento in cui Minerva si mette a scudo di Harry, lui, con la bacchetta tesa, ha un attimo di esitazione prima di ripuntarla contro la professoressa. Dettaglio, questo, che rende un’interpretazione sublime ancora più aderente a quella che, da lì a poco, si sarebbe rivelata la verità dietro a ogni suo comportamento.
Dietro un grande personaggio come Severus Piton, scritto diabolicamente bene, c’è stato un grande attore come Alan Rickman, dai mille volti e come difficilmente ce ne saranno di nuovo. Ed è grazie a questa comunione di fattori che possiamo dire che il suo è stato il personaggio di cui, nei film, è stata rispettata la natura più che per quanto riguarda tutti gli altri.