Draco è uno di quei personaggi della saga che amiamo e odiamo allo stesso tempo. Tratta quasi sempre gli studenti come se fossero insignificanti, è tagliente nei modi e nei commenti e ogni tanto ricorre a pratiche un po’ sporche…
…ma c’è ancora speranza per lui: infatti esiste un capitolo dove lo abbiamo tutti ammirato. Scopriamolo insieme!
Villa Malfoy
Nei Doni della Morte si raggiunge un momento in cui tutto sembra perduto. Dopo mesi di ricerche per gli Horcrux di Lord Voldemort, Harry, Ron e Hermione vengono catturati dai Ghermidori e portati a Villa Malfoy.
Harry, che in quell’occasione esibisce un volto gonfia e deformato grazie alla Fattura Pungente di Hermione, deve essere identificato prima della venuta del Signore Oscuro e, come sappiamo bene, il compito viene dato a nientemeno che Draco Malfoy. Una sola parola potrebbe salvare Harry o condurlo direttamente al patibolo.
I genitori di Draco non vedono l’ora di ritornare al loro splendore: Lucius crede che consegnare Potter al Signore Oscuro lo renderà di nuovo un grande servo di quest’ultimo. Tuttavia, Draco, per la prima volta nella sua vita, non riesce quasi a parlare.
«Allora, Draco» lo incitò Lucius Malfoy. Sembrava molto ansioso. «È lui? È Harry Potter?»
Harry Potter e i doni della Morte
«Io non… io non sono sicuro» rispose Draco.
L’importanza della sua esitazione
Perché Draco esita? Avrebbe potuto mettere al tappeto il suo più grande rivale e riportare alla gloria i Malfoy. Nel sesto libro, sebbene si presenti alle lezioni col sogghigno e pavoneggiandosi come al solito, appare anche nervoso e chiuso. Non per nulla: in quel periodo era da poco entrato nella cerchia dei Mangiamorte e gli era stato assegnato il compito di uccidere Albus Silente. Alla fine, come ben sappiamo, Draco non è stato in grado di farlo e Piton è subentrato in suo aiuto.
Resta comunque il fatto che Draco assiste alla morte di uno dei maghi più potenti di sempre: vedere in faccia la morte cambia una persona e il suo modo di vedere le cose. Nei libri, le prime morti a cui Draco assiste sono appunto quelle di Silente sulla Torre di Astronomia, e della professoressa di Babbanologia Charity Burbage proprio a casa sua.
Le conseguenze di un trauma
Dimentichiamo che Draco durante questo periodo ha solo 16/17 anni, un innocente ragazzo impreparato di fronte alla tortura o all’assassinio a sangue freddo di altre persone. Prima del sesto libro Draco sembra aver vissuto una vita piuttosto calma e privilegiata: non è mai stato povero come Ron, o accusato di avere del sangue sporco come Hermione, o sofferto la perdita di qualche caro come Harry. Se avesse avuto la capacità di comprendere pienamente le tante cattiverie che ha rifilato a molti studenti durante i suoi anni a Hogwarts, forse non le avrebbe dette, o comunque avrebbe capito quando sarebbe stato il caso di fermarsi.
Il momento cruciale
Harry vide il volto di Draco avvicinarsi, adesso, accanto a quello del padre. Erano straordinariamente simili, ma Lucius era fuori di sé dall’esaltazione, mentre l’espressione di Draco era piena di riluttanza, perfino di spavento. «Non so» dichiarò infine il ragazzo, e se ne andò verso il camino dove sua madre, in piedi, osservava la scena.
Harry Potter e i Doni della Morte
È in questo momento che la possibilità per Draco di riscattarsi fa la sua comparsa. Tanti pensieri affollavano la sua mente; forse il lui vi è del rimorso per aver aiutato i Mangiamorte… Forse non è sicuro di poter compiere un atto così significativo. Sa molto bene cosa succederebbe al Golden Trio se riuscisse a identificare Potter, eppure i suoi parenti sarebbero stati così orgogliosi di lui, così grati.
Draco è indeciso: da una parte c’è la fedeltà nei confronti dei suoi genitori e la paura di Voldemort, dall’altra la preoccupazione per i suoi ex compagni di scuola. Sa che non può passare da un lato all’altro in una sola mossa, e al posto di negare o confermare l’identità di Harry, borbotta un semplice “Non so”.
Un Mangiamorte riluttante
Ci chiediamo se questo momento di esitazione stia a significare che Draco abbia forse messo da parte le sue giovani fantasticherie sull’essere un potente Mangiamorte. Forse ha capito come stanno veramente le cose e che stare dalla parte di Voldemort è come vivere una realtà orrenda. È alquanto tragico che sia dovuto crescere così velocemente, ma possiamo comunque comprendere il modo in cui è cambiato. Borbottando quel semplice “non so” ha finalmente fatto un passo indietro, salvando delle persone da morte certa.
Le azioni hanno delle conseguenze. Harry poco più tardi salverà la vita di Draco nella Stanza delle Necessità. Narcissa mentirà a Voldemort, salvando, come il figlio, la vita di Harry, assicurandosi che Draco sia salvo al castello. Grazie a tutto questo, Voldemort verrà sconfitto e la pace tornerà nel mondo magico. E tutto questo grazie alle piccole, ma grandi, azioni della famiglia Malfoy (be’, a parte Lucius).
Draco dimostra di essere quindi un personaggio più forte e comprensivo di quanto tutti noi potessimo aspettarci, e dimostra quanto la vita fosse dura con i Mangiamorte sempre in giro. Tutto questo ci fa ripensare al percorso che ha scelto di intraprendere e all’uomo che è diventato. Sopratutto, ci mostra il potere della redenzione e come tutti noi possiamo imparare dai nostri errori.
Fonte: Wizarding World