Uno degli attori che hanno lasciato il segno nella saga di Harry Potter è Alan Rickman, il cui Severus Piton è rimasto nel cuore di tutti. Ma questo non è stato l’unico successo di Alan. La sua la sua carriera vanta decine di successi, molti dei quali, purtroppo, non ricordati a dovere.
Nato da una famiglia operaia, dimostrò fin da piccolo una passione per le arti grafiche e per la recitazione. Questa predisposizione, a 26 anni, gli valse la borsa di studio alla Royal Academy of Dramatic Art. All’inizio i suoi successi furono, perciò, circoscritti al campo teatrale, nel quale vinse numerosissimi premi e si distinse fin da subito. Si potrebbero nominare svariate opere cui prese parte, tra cui diverse di Shakespeare o drammi storici come la Cleopatra, in cui interpretò Antonio al fianco di Helen Mirren.
In ogni caso, fin dal 1988 Alan Rickman fu attivissimo anche in campo cinematografico. I titoli che lo hanno coinvolto fino alla fine sono davvero troppi per poter parlare estesamente di tutti. Potrebbe essere interessante sapere che nel 1990 fu diretto da Anthony Minghella (Il paziente inglese, Ritorno a Cold Mountain) ne Il fantasma innamorato. Nel 1995 lavorò per la prima volta con Mike Newell in Un’avventura terribilmente complicata, film drammatico con, tra gli altri, Hugh Grant. Nel 2013, poi, si è ritrovato a recitare assieme a Rupert Grint in CBGB, di Randall Miller, film che racconta le vicende del locale newyorkese che fece da palcoscenico alle maggiori figure punk, come Patti Smith.
Avevamo già parlato della storia di Alan in un altro articolo. Abbiamo scelto, questa volta, alcuni titoli più rilevanti per ripercorrere quello che è stato il successo di uno dei migliori attori sulla scena mondiale.
Trappola di cristallo – Die Hard: un promettente inizio
Il debutto a Hollywood di Alan Rickman, diventato poi un vero e proprio cult, è Trappola di cristallo – Die Hard nel 1988, di John McTiernan. Protagonista è John McClane (Bruce Willis), un detective di New York che va a Los Angeles per raggiungere la moglie durante le vacanze di Natale. Caso vuole che, proprio quel giorno, un gruppo di terroristi guidati da Hans Gruber (Alan Rickman) tenti una grossa rapina nel grattacielo dove lavora la signora McClane e prenda in ostaggio tutti i dipendenti. Sta al detective “duro a morire” tentare di salvare la situazione.
Il ruolo di Hans Gruber segna il primo di una serie consistente di villain che verranno affidati alla convincente recitazione di Alan Rickman. Nel capostipite dei Die Hard la sua nazionalità è tedesca e in alcune scene lo si sente anche pronunciare qualche frase in tedesco. Ma la sua personalità è, se possibile, quella di un vero inglese: elegante, composta, a tratti galante. Essendo uno dei bad guys, oltretutto parecchio cattivo e particolarmente senza scrupoli, ci si aspetterebbe di odiare il suo personaggio. Invece, ci si ritrova davanti un uomo che, decisamente, non si rende sgradevole. Per di più, risalta all’interno del film alla pari di quanto succede per Bruce Willis, nonostante il ruolo del protagonista spetti a quest’ultimo.
Tutto sommato, abituati a vedere Alan nei panni del serio e malinconico Severus Piton, fa un bell’effetto vederlo in azione. E poi, l’ultima scena che lo riguarda è meravigliosa!
Robin Hood – Principe dei Ladri: come Alan riesce a risaltare tra i migliori
Nel 1991, sotto la direzione di Kevin Reynolds, Alan Rickman si rende celebre per un altro personaggio controverso: lo sceriffo di Nottingham in Robin Hood – Principe dei Ladri. La storia è conosciuta dai più: Robin di Locksley (Kevin Costner) è il figlio di un Lord inglese alla corte di Riccardo I “Cuor di Leone”. Di ritorno da Gerusalemme dopo quattro anni di crociata insieme al saraceno Azeem (Morgan Freeman), trova che il padre è stato ucciso e il suo castello distrutto. Robin, perciò, messosi in viaggio, raggiunge la Foresta di Sherwood, dove si unisce ai fuorilegge e ne diventa il leader nella lotta allo sceriffo.
La competizione, in termini di recitazione, in questo film raggiunge vette altissime. A quel tempo i due personaggi principali, Kevin Costner e Morgan Freeman, avevano già un nome affermato a Hollywood. C’era poi un giovane Christian Slater, nel ruolo di Will Scarlett, che poco prima aveva già avuto parecchio successo grazie a Il nome della rosa e Schegge di Follia. Per non parlare della presenza di Sean Connery, che fa un cameo nei panni di Riccardo Cuor di Leone alla fine del film. In realtà, molte furono le critiche negative al film, ma l’interpretazione di Alan Rickman venne assolutamente acclamata. A quanto riporta il sito BestMovie.it, addirittura, Kevin Costner fece eliminare alcune scene di Alan che avrebbero potuto oscurarlo. Ciò, purtroppo per lui, non gli impedì di vincere il Razzie Award come Peggior Protagonista. Né impedì ad Alan di vincere il BAFTA come Miglior attore non protagonista!
Ragione e sentimento: vestire il dramma alla perfezione
Ogni grande attore, soprattutto se inglese, non può non vantare tra i titoli nella sua carriera un grande classico, in special modo se tratto da un romanzo di Jane Austen. In questo caso si tratta nel 1995 di Ragione e sentimento, diretto da Ang Lee e sceneggiato dalla futura collega in Harry Potter Emma Thompson. La storia parla di due sorelle, Elinor (Emma Thompson), la ragione, e Marianne (Kate Winslet), il sentimento, e del loro incontro con l’amore. La prima si innamora di Edward (Hugh Grant), un uomo sfuggente con il quale faticherà ad aprirsi. La seconda, invece, di un uomo impetuoso e passionale, nonostante la corte fattale dal colonnello Brandon (Alan), più grande ma molto più profondo.
Due cose rimangono davvero impresse di questo film. Una è la fantastica fotografia. Ricca di dettagli e luminosa, fa da cornice perfetta alla seconda particolarità: il coro di interpretazioni che coinvolgono fino alla fine. Naturalmente, va da sé che Alan Rickman si ritrovi perfettamente a suo agio nei panni di un uomo romanticissimo tanto quanto malinconico. Nonostante si scontri contro un uomo molto più giovane, persino lo spettatore capisce da subito quale sia la scelta migliore per Marianne. È proprio la grazia con cui Alan tratta il colonnello Brandon che arriva al cuore, e lo conquista.
Rasputin – Il demone nero: un home video da ritrovare
Nel 1996 Alan è il protagonista di un film televisivo, purtroppo, poco conosciuto: Rasputin – Il Demone nero, di Uli Edel. La storia gravita attorno alla figura di questo prete, a metà tra un santo e un uomo spregiudicato, e al suo rapporto con la Zarina Alessandra (Greta Scacchi). Lo zar Nicola II (Ian McKellen) inizialmente non lo accetta a palazzo, ma dopo averlo visto miracolosamente alleviare le condizioni di salute di suo figlio lo terrà talmente vicino da scatenare le gelosie degli altri aristocratici. Ciò li porterà a tentare di allontanare Rasputin dalla corte, fino a ucciderlo.
Si nota subito, accanto ad Alan, la presenza di un mostro sacro della recitazione: Ian McKellen, ossia Magneto per gli amanti degli X-Men o anche Gandalf per i fan del Signore degli Anelli. Ma stupirà sapere che, mentre quest’ultimo ha vinto un Golden Globe al migliore attore non protagonista in una serie per il suo ruolo, Alan ha vinto sia un Golden Globe che un Emmy Award per la sua interpretazione di Rasputin. E, infatti, non si può non rimanere ammaliati dalla passione con cui Alan quasi danza tra le scene, dall’intensità che imprime in ogni suo gesto e ogni parola che pronuncia. Insomma, un’ennesima riconferma del suo impressionante talento.
Dogma e Galaxy Quest: il modo di Alan di prendersi in giro
Per quanto i ruoli incontrati finora siano stati piuttosto drammatici, nel 1999 Alan ha dimostrato di sapersi anche prendere poco sul serio. Interpreta, infatti, due film al limite della parodia: Dogma, di Kevin Smith, e Galaxy Quest, di Dean Parisot. Il primo tratta con molta ironia la fede cattolica, ipotizzando che due angeli caduti, Bartleby (Ben Affleck) e Loki (Matt Damon), vogliano rientrare in Paradiso e l’ultima discendente di Gesù, Bethany (Linda Fiorentino) debba fermarli per impedire l’Apocalisse. Il secondo, invece, coinvolge i protagonisti di una vecchia serie fantascientifica in una vera e propria avventura nello spazio, su un’astronave aliena costruita in tutto e per tutto sulla base del set su cui giravano la loro serie.
In Dogma Alan è Metathron, la Voce di Dio, che deve informare Bethany sulla sua missione. La sua presenza non è massiva, eppure riesce comunque a portare quel tocco di raffinatezza che caratterizza i ruoli che generalmente interpreta.
Nel secondo, invece, è molto più presente. Il suo personaggio è Alexander Dane, quello che gli alieni conoscono come il consigliere del comandante che dovrà condurli alla vittoria contro colui che vuole sterminarli. All’interno del film il suo personaggio è l’unico che mal sopporta lo strascico di fama che si porta dietro con il suo personaggio. Il motivo è che non è contento del ruolo che aveva interpretato, proprio perché poco realistico e serio.
In realtà, entrambi i suoi personaggi dimostrano una certa insofferenza verso il lavoro che devono svolgere. Ma non si pensi che quella fosse reale: come i suoi personaggi, alla fin fine non gli dispiace affatto ciò in cui viene coinvolto!
Vi sarete accorti, a questo punto, che siamo arrivati solo al 1999 nella carrellata dei migliori film interpretati da Alan Rickman. Non preoccupatevi: la prossima parte dell’articolo si occuperà del post-2000!