Tutti noi conosciamo i libri di Harry Potter e i misteri e gli intrecci narrati al loro interno, i quali si risolvono solo alla fine della storia. In realtà, a ben guardare, ogni libro cela degli indizi che sin dall’inizio conducono il lettore verso il mistero finale…
Ogni libro di Harry Potter è incentrato su un mistero. Difatti, nonostante l’ambientazione fantasy e una trama basata su continue avventure e piani strategici elaborati, ogni storia è costruita con gli elementi tipici di un racconto crime. Troviamo quindi delle false piste, innumerevoli indizi, processi d’investigazione, e normalmente almeno un grande colpo di scena sul finale.
Durante la prima lettura della Saga si può non prestare attenzione a quei dettagli che sembrano irrilevanti ma che in realtà nascondono spesso indizi fondamentale per la soluzione dei singoli misteri. In questo primo articolo analizziamo insieme una parte degli indizi scoperti rileggendo più accuratamente i libri di Harry Potter.
Harry Potter e la Pietra Filosofale
Come regina della distrazione, la Rowling ha fatto un ottimo lavoro per sviare i sospetti dal Professor Raptor! Il colpo di scena è ben fatto ma, a ben vedere, ci sono stati diversi campanelli d’allarme contro l’insegnante.
Il primo lo troviamo nel quinto capitolo, quando Harry accompagnato da Hagrid incontra per la prima volta un Professor Raptor molto nervoso al Paiolo Magico:
“È stato benissimo fino a che ha studiato sui libri, ma poi si è preso un anno di congedo per andare a fare qualche esperienza sul campo… Da allora non è più lui. Lo spaventano gli studenti, lo spaventa la sua stessa materia…”
Capitolo Cinque, Diagon Alley, p. 70
Non è un indizio cruciale ma attraverso la spiegazione di Hagrid, l’autrice lascia già intendere che ci sia qualcosa che non va in questo nuovo personaggio.
Proseguendo nel primo libro, il sogno che fa Harry Potter dopo il suo primo giorno di scuola a Hogwarts è forse il più rilevante tra tutti gli indizi. Durante questo sogno il turbante del Professor Raptor è intento a convincere Harry a trasferirsi tra i Serpeverde poiché quello è il suo vero destino… e col senno di poi, sapendo cosa si nasconde davvero in quel turbante, il lettore potrebbe captare gli inquietanti riferimenti al curioso copricapo!
Il Professor Piton
Se da un lato si può pensare che ci sia qualcosa di strano nel Professor Raptor, dall’altro abbiamo l’antipatico – e di certo non il più grande ammiratore di Harry – Severus Piton ad attirare la nostra attenzione come perfetto colpevole.
Esempio lampante lo troviamo durante l’incontro di Quidditch in cui Harry è vittima di un malocchio che tenta di disarcionarlo dalla propria scopa. Hermione convinta della colpevolezza di Piton corre a fermarlo e riesce nell’intento, seppur colpendo anche il Professor Raptor nell’impresa:
Hermione si era fatta largo tra gli spettatori per raggiungere il palco dove si trovava Piton e ora stava correndo lungo la fila di sedili alle spalle di lui; non si fermò neanche per chiedere scusa al professor Raptor, quando lo urtò facendolo cadere a faccia avanti.
Capitolo Undici, Il Quidditch, p. 182
La grande rivelazione
Durante il primo anno a Hogwarts, la Rowling continua a mantenere l’attenzione sul turbante di Raptor.
“Il turbante, così disse ai suoi allievi, lo aveva ricevuto in dono da un principe africano, come pegno di gratitudine per averlo liberato di un fastidioso zombie; ma loro non erano così sicuri che quella storia fosse vera. Tanto per cominciare, quando Seamus Finnigan aveva chiesto a Raptor di raccontare come aveva fatto a scacciare lo zombie, lui era diventato tutto rosso e aveva cominciato a parlare del tempo.”
Capitolo Otto, Il Maestro di Pozioni, p.130
Verso la fine della storia, il coinvolgimento di Raptor diventa sempre più centrale. Ciò nonostante, il lettore è portato a credere che lui sia sotto il controllo di Piton, e che quindi agisca in suo favore con l’obiettivo di rubare la Pietra Filosofale.
Harry Potter e la Camera dei Segreti
Proseguendo l’analisi degli indizi celati nei libri di Harry Potter, arriviamo al secondo anno di scuola di Harry con i suoi due misteri principali: l’identità del mostro nascosto nella Camera dei Segreti e l’identità della persona che ha aperto la Camera liberando il suddetto mostro.
Sebbene ci siano poche prove utili ad identificare il mostro che si nasconde nella Camera, il fulcro principale degli indizi seminati dalla Rowling in questo libro è Ginny Weasley, il personaggio che alla fine scopriamo essere stato posseduto dal diario di Tom Riddle e forzato da questo a liberare il Basilisco.
Un indizio piuttosto evidente lo troviamo proprio tra le prime pagine del libro:
Stringeva ancora in mano il vecchio libro di trasfigurazione di Ginny. Lo lanciò alla ragazzina, con un guizzo maligno negli occhi. “Tieni, ragazzina… prendi il tuo libro… è tutto quel che tuo padre riesce a darti!”
Capitolo Quattro, Alla libreria Il Ghirigoro, p.59
Questo è il momento in cui Lucius Malfoy, dopo aver litigato con Arthur Weasley, passa di nascosto il libro a Ginny. Ovviamente in quell’istante il lettore non può sapere che in realtà Malfoy le ha appena dato il vecchio diario di Tom Riddle… ma col senno del poi questa frase salta all’occhio immediatamente!
Ginny Weasley e il Basilisco
Durante il secondo capitolo della Saga, al solito J.K. Rowling tenta di sviare il lettore con false piste pur riportando ogni tanto l’attenzione sulla giovane Weasley.
Ginny Weasley viene descritta come sciupata e abbattuta in diversi punti della storia, e viene collegata sia al diario di Tom Riddle sia alla Camera dei Segreti in modo casuale, ma sostanzialmente significativo. In altre parole, la Rowling ha iniziato a seminare i segni del suo coinvolgimento molto tempo prima di rivelare l’identità del colpevole.
Per quanto riguarda il misterioso mostro che si nasconde nella Camera, vi sono due grandi indizi lasciati dall’autrice di Harry Potter. Il primo quando Harry realizza che nessun altro oltre a lui riesce a sentire le voci minacciose nei muri, e il secondo quando si scopre che Harry è un rettilofono e quindi può parlare con i serpenti.
Harry Potter e il Prigioniero di Azkaban
A differenza dei primi due libri, nel terzo è più difficile svelare dal principio il mistero al centro della storia. Qual è il patto tra Crosta e Grattastinchi? Che significato ha la Mappa del Malandrino? Qual è il segreto di Remus Lupin, e perché sembra esserci così tanta ostilità tra lui e Piton?
Gli indizi sono sottili, ma sono sempre lì… così come è successo col turbante di Raptor e con il malessere di Ginny, in questo libro la Rowling attira l’attenzione su Crosta – Peter Minus – con ripetute menzioni al fatto che sembri poco in salute:
“Lo Spioscopo girava e fischiava sulla palma della sua mano… Crosta era rannicchiato tra le mani del suo padrone. Harry, che non lo vedeva da parecchio, fu spiacevolmente sorpreso notando che Crosta, una volta così grossa, era diventato molto magro e spelacchiato”
Capitolo Undici, La Firebolt, p.192
Il numero delle pagine dedicate alla faida tra Crosta e Grattastinchi e i ripetuti accenni sul cattivo stato di salute del roditore sono il classico esempio della costruzione degli indizi tipica della Rowling. Ovviamente sarebbe stato difficile predire da questi indizi che Crosta era in realtà il vecchio amico di scuola di Lupin, Sirius e James mutato in Animagus… forse però, insieme al nome Codaliscia apparso sulla Mappa del Malandrino, potevano aiutare il lettore a risolvere il mistero.
Remus Lupin
Come si scopre alla fine del libro, Remus Lupin è un Lupo Mannaro, e anche in questo caso non mancano degli aiuti per il lettore lasciati dalla Rowling nel corso del libro. Durante la lezione di Difesa Contro le Arti Oscure, ad esempio, nel momento in cui Lupin si ritrova davanti al molliccio nell’armadio, questo si trasforma in una sfera di un bianco argenteo galleggiante: la luna!
Vi sono altri indizi sulla vera natura di Lupin, oltre al molliccio, come la misteriosa pozione che deve bere e Severus Piton che cerca di smascherare il collega interrogando la classe sui lupi mannari.
Queste cose unite alla conoscenza del Professor Lupin della Mappa del Malandrino e al soprannome Lunastorta potrebbero portare il lettore alla soluzione dell’enigma.
La Profezia
Verso la fine del libro c’è un altro tratto caratteristico della scrittura della Rowling: una frase all’apparenza insignificante, che poi si rivelerà essere cruciale in un momento successivo.
Una battuta leggera tra Silente e Harry, la quale, letta di sfuggita, è in grado di trasmettere una leggera curiosità al lettore e nulla di più. Quando poi si giunge a Harry Potter e L’Ordine della Fenice questo scambio tra i due personaggi assume tutta un’altra importanza!
“Stava facendo una profezia vera?”
Silente parve vagamente colpito.
“Lo sai, Harry, che credo proprio di sì?” disse pensieroso.
“Chi l’avrebbe mai detto? E con questa le sue vere profezie salgono a due. Dovrei offrirle un aumento di stipendio…”
Capitolo 22, Ancora posta via gufo, p. 359
E voi inizialmente li avevate notati questi indizi nei libri di Harry Potter? Volete conoscere gli altri dettagli nascosti negli ultimi libri? Clicca qui per la seconda parte!