Cavalcando l’onda del successo della Serie Fate – The Winx Saga, scopriamo di più su queste creature che sono sempre presenti nel folklore e nella letteratura.
Noi babbani siamo da sempre affascinati dalle Fate, che trovano spazio anche nel Mondo Magico. Vediamo come sono protagoniste di molti racconti, fiabe e credenze popolari, partendo proprio dalla loro presenza in Harry Potter.
Le fate in Harry Potter
Le Fate sono creature magiche descritte anche da Newt Scamander nel volume Animali Fantastici: Dove trovarli. Hanno dimensioni molto piccole, sono alte massimo dodici centimetri e mezzo, e il loro aspetto è simile a quello umano, tranne per le ali che sfoggiano per volare, simili a quelle di insetti. Le Fate non sanno parlare la nostra lingua, ma emettono una sorta di ronzio che comprendono solo tra loro.
In natura il loro habitat sono i boschi di tutto il mondo, nei quali si trovano le loro case. Le fate depongono fino a cinquanta uova a covata, poggiate sul retro delle foglie per essere nascoste ai predatori. Come le farfalle, le larve di fata formano un bozzolo da cui, dopo un mese, escono fate adulte. Sono creature non particolarmente intelligenti e con pochi poteri, sebbene riescano a bloccare gli attacchi dei predatori, come gli Augurey, che cercano di cibarsene.
I maghi usano e addestrano queste creaturine per un uso decorativo e estetico, come durante il Ballo del Ceppo in Harry Potter e il Calice di Fuoco.
Il portone di quercia si aprì, e tutti si voltarono a guardare l’ingresso degli studenti di Durmstrang con il professor Karkaroff. Krum era in testa al gruppo, accompagnato da una ragazza carina vestita di azzurro che Harry non conosceva. Oltre le loro teste vide che una parte del prato davanti al castello era stata trasformata in una sorta di grotta piena di luci Fatate: centinaia di fatine in carne e ossa erano sedute nei cespugli di rose fatti apparire sul posto, e svolazzavano sulla statua di Babbo Natale e le sue renne.
Harry Potter e il Calice di Fuoco, Capitolo 23
Sono creature molto vanitose e fortemente aggressive: spesso infatti litigano tra di loro per attrarre l’attenzione di chi le osserva; solo quando hanno delle mansioni da svolgere si calmano, ad ogni modo è fortemente sconsigliato impiegarne troppe per una stessa decorazione…
Le fate nella tradizione popolare
La parola fata deriva dal latino fatum (destino), ed era uno dei nomi delle Parche o Moire; da lì il termine si è evoluto indicando in generale figure femminili con determinati poteri soprannaturali. Nelle fiabe si definisce fatato qualcuno in possesso di poteri magici, o sotto l’influenza di una magia o una maledizione.
Le Fate nella Mitologia
Le origini sono dunque molto antiche, risalenti alla mitologia classica: non solo le Parche, ma anche le Ninfe hanno i poteri che la narrazione popolare ha poi trasferito alle fate. Sono sempre creature con sembianze di donna e alate e le loro vicende sono state trascritte per la prima volta da favolisti come Perrault o i fratelli Grimm, fino ad arrivare a Collodi e alla Fata Turchina di Pinocchio.
Ogni territorio, regione, popolazione ha sviluppato per le fate delle caratteristiche e sembianze leggermente diverse: la tradizione celtica vede le fate come angeli caduti dal Paradiso destinati ad abitare sulla Terra, assumendo le caratteristiche dell’ambiente in cui sono atterrate (come boschi o acqua); per quanto riguarda la mitologia greca abbiamo già citato le Parche (coloro che stabiliscono la sorte) e come i loro poteri si siano tramutati nei poteri delle fate nel folklore occidentale.
Le Fate nel Folklore italiano
Nel folklore italiano le fate appaiono come donne o ragazze esili, vestite di abiti variopinti: ogni fata è legata a un colore che rispecchia la sua personalità. Il loro compito è quello di vegliare, come angeli custodi, sulle persone, proteggere i bambini e prendersene cura qualora venissero loro affidati.
C’è da notare una lieve differenza tra Fata, come viene intesa in Italia e Francia, e Fairy, della tradizione inglese. L’assonanza tra i due termini ha sicuramente portato a associare le due creature nel nostro immaginario, invece esisterebbe una differenza: le fate vorrebbero interagire con gli umani, mentre le fairies preferirebbero rimanere invisibili all’occhio umano.
Infine, come non citare la fatina dei denti? Anche questo personaggio nasce dal folklore occidentale, per far passare la paura della perdita dei denti da latte ai bambini. Ancora oggi è normale vedere bambini poggiare il dentino perso sotto il cuscino per ricevere il regalo della fatina.
Le fate in letteratura
Nella letteratura la fata assume diverse sembianze, sono molto presenti nelle fiabe e nelle storie per ragazzi o per l’infanzia. Dove possiamo leggere racconti con fate protagoniste?
Lo cunto de li cunti
Ne Lo cunto de li cunti, raccolta di 50 fiabe in lingua napoletana scritte da Giambattista Basile tra il 1634 e il 1636 a Napoli, ci sono diverse fiabe con fate, una – La mortella – narra di una donna che partorisce una pianta di mortella (mirto) dalla quale uscirà una fata, che da ragazza verrà fatta a pezzi. Infine rinascerà dalla stessa pianta dopo che i suoi resti sono stati nascosti nel vaso.
I racconti di Mamma Oca
Ne I racconti di Mamma Oca, raccolta di fiabe di Charles Perrault, edita nel 1697, c’è la fiaba La Bella Addormentata nel Bosco (leggi la traduzione di Collodi) che narra di sette fate invitate a fare le madrine di una principessa. Alla cerimonia si presenta anche una vecchia fata che tutti credevano morta, pertanto non c’era un dono per lei. Offesa da ciò, maledirà la bambina a morire a causa di un fuso.
I Racconti delle fate
I racconti delle fate è il titolo di una raccolta di fiabe tradotte da Carlo Collodi e pubblicata nel 1876. Da qui provengono quasi tutte le versioni di storie con fate che ci hanno letto da bambini.
Fiabe del Focolare
In Fiabe del Focolare, antologia di fiabe raccolte dai fratelli Grimm tra il 1812 e il 1815, la prima versione di Raperonzolo vede Donna Gothel come una fata che, solo in una seconda versione, diventerà una maga crudele.
Fiabe Italiane
Fiabe italiane è un’antologia di fiabe italiane trascritte da Italo Calvino e uscita nel 1956. Diverse di queste fiabe vedono protagoniste le fate, come Alcina, la bellissima Regina delle Fate che si diverte a fare dispetti a gente di qualsiasi rango, come quando ruba la corona del re.
Le avventure di Pinocchio. Storia di un burattino
La Fata turchina è un personaggio del romanzo per ragazzi Le avventure di Pinocchio. Storia di un burattino di Carlo Collodi, uscito tra il 1881 e 1882. La Fata è descritta come «una bella bambina, coi capelli turchini e il viso bianco come un’immagine di cera, gli occhi chiusi e le mani incrociate sul petto»
Peter e Wendy
Campanellino (Tinker Bell), nella versione Disney Trilli, è un personaggio di Peter e Wendy, opera del 1904, successivamente adattata a romanzo dal suo autore James Matthew Barrie. La fatina è presente in tutte le versioni tratte da essa, al cinema, in tv, a teatro… Campanellino è una piccola fata alata, amica di Peter Pan, del quale è molto gelosa.
Le fate sono creature affascinanti, non trovate? Nelle vostre regioni, zone di provenienza, ci sono racconti di fate? Raccontateceli nei commenti!
Fonti:
Fandom
L’origine delle fate: fra folklore e letteratura