Se ti è piaciuto Harry Potter, al novanta per cento avrai anche letto Percy Jackson. D’altronde, nonostante le storie molto diverse dal punto di vista narrativo, ci sono molti elementi che rendono le due saghe simili.
I personaggi
I protagonisti: Harry Potter e Percy Jackson
Cos’è una storia senza il suo protagonista? Ebbene, se vogliamo mettere a confronto le due saghe, dovremo inevitabilmente partire proprio da loro: Harry e Percy.
Dal punto di vista estetico, i nostri protagonisti hanno due grandi fattori in comune: i capelli neri e gli occhi verdi. L’unica differenza sta nella tipologia di verde. Infatti, se gli occhi di Harry, ereditati da sua madre Lily, sono verde chiaro, gli occhi di Percy sono dello stesso verde mare di suo padre Poseidone.
Fisicamente sono entrambi alti e magri, Harry però non cambia tanto durante gli anni, al contrario di Percy che tra allenamenti, duelli e battaglie diventa più snello, muscoloso e forte, con un corpo, insomma, più adatto allo scontro fisico.
Inoltre, la Rowling ha detto più volte che i suoi personaggi non erano belli esteticamente, anzi, in un’intervista disse anche che Daniel Radcliffe- così come Rupert ed Emma- era fin troppo carino per essere Harry. Al contrario, Riordan scrive esplicitamente che Percy è un ragazzo attraente.
Harry aveva un viso sottile, ginocchia nodose, capelli neri e occhi verde chiaro. Portava un paio di occhiali rotondi, tenuti insieme con un sacco di nastro adesivo per tutte le volte che Dudley lo aveva preso a pugni sul naso. L’unica cosa che a Harry piaceva del proprio aspetto era una cicatrice molto sottile sulla fronte, che aveva la forma di una saetta.
Cap. 2, La Pietra Filosofale
«[Tuo padre] Era gentile, Percy.» esordì. « Alto, bello e forte. Ma anche delicato.
Tu hai preso i suoi capelli neri, sai, e i suoi occhi verdi.»Aveva lo stesso bell’aspetto di un dio romano, occhi verde-mare e capelli neri scompigliati.
Cap. 3 Il Ladro di Fulmini; Cap 5, Il figlio di Nettuno (n.d.a. Lo so che il figlio di Nettuno fa parte della saga successiva a quella di Percy Jackson ma essendo una descrizione può essere usata comunque)
All’inizio della saga vediamo entrambi un po’ come emarginati: Harry è disprezzato dai suoi zii, bullizzato da suo cugino e dalla sua banda e motivo per cui quasi nessuno prova ad essergli amico.
Percy, d’altro canto, non è messo male come Harry, ma essere un semidio non gli rende la vita facile. Viene etichettato come il “ragazzo difficile” a causa della dislessia, deficit dell’attenzione e iperattività, viene espulso spesso e quindi è costretto cambiare scuola e conoscenze. Proprio per questo non sembra avere molti amici all’inizio a parte Grover.
Una volta arrivati rispettivamente a Hogwarts e al Campo Mezzosangue, però, si distinguono subito: Harry ha un naturale talento per il volo tanto che viene preso come cercatore nella squadra di Quidditch e riesce a vincere anche la sua prima partita.
Percy invece spicca subito per il suo talento per le sfide e i duelli. Sconfiggere il Minotauro quando ancora non conosceva la verità, avere la meglio su Clarisse in una rissa e impressionare Luke con le sue doti nel duello sono tutte cose che lo fanno diventare “popolare” nel Campo.
Nonostante ci possano sembrare molto simili dal punto di vista caratteriale, Harry e Percy sono più diversi di quanto possiamo pensare.
Harry è cresciuto in un ambiente più ostile rispetto a quello di Percy, non ha mai avuto nessuno lo amasse davvero durante l’infanzia, nessuno a cui importasse di lui. Per questo motivo è molto più maturo per la sua età. Nonostante anche Harry sia un combinaguai, non possiamo negare che abbia comunque un atteggiamento abbastanza pacato e mite.
La fama non gli fa montare la testa, rimane sempre umile. È altruista, è un buon leader anche se non ha mai chiesto di esserlo, è coraggioso ma sensibile, disinteressato e leale verso i suoi amici.
Percy, nonostante cresca senza suo padre e abbia un patrigno per nulla amorevole, cresce comunque con l’amore di sua madre Sally. Lo vediamo un po’ infantile a volte, è un tipo esuberante che vuole mettersi alla prova e come lo descrivono più volte è un piantagrane.
Percy però è anche un ragazzo buono e gentile, non discrimina nessuno, anzi. I suoi amici sono la cosa più importante per lui (tanto che il suo difetto fatale è la Lealtà). Come Harry, Percy è coraggioso, tenace e dimostra più volte di essere un buon leader.
Due tratti invece che troviamo in entrambi sono il sarcasmo e lo spirito di sacrificio. Tutti e due sono forniti di una bella lingua affilata pronta a ribattere con battute sagaci e pungenti.
«Ricordi che stiamo praticando gli incantesimi non verbali, Potter?» «Si» rispose Harry, rigido. «Si, signore » «Non c’è bisogno di chiamarmi signore, professore».
Rischiammo di morire solo sei o sette volte e pensai che non fosse un cattivo risultato.
Cap 9, Principe Mezzosangue; Mare dei Mostri
E non scordiamoci nemmeno del loro altruismo: entrambi, infatti, sono pronti a sacrificarsi ed essere coloro che moriranno nella profezia pur di salvare tutti gli altri.
Finalmente, la verità. Disteso con la faccia nel tappeto polveroso dello studio dove un tempo aveva creduto di apprendere i segreti della vittoria, Harry capì infine che non doveva sopravvivere. […] la volontà di vivere era sempre stata più forte della paura della morte. Ma ora non gli venne in mente di fuggire, di correre più veloce di Voldemort. Era finita, lo sapeva, e restava solo la cosa in sé: morire.
«Ma Percy, questo significa che la profezia potrebbe non essere su di te. Potrebbe essere su Nico. Noi dobbiamo- »
«No.- dissi- Io scelgo la profezia. Sarà su di me.»
«Perchè dici così? Vuoi essere responsabile per tutto il mondo?»
«Non lascerò che Nico passi altri pericoli. Lo devo a sua sorella. Lo devo a entrambi. Non lascerò che quel povero ragazzino soffri ancora.»
Cap 34 I Doni della Morte; Cap. 20 La Maledizione del Titano
Ron e Hermione, Grover e Annabeth
Direi che piuttosto facile notare le somiglianze. In entrambe le saghe abbiamo un trio: due ragazzi e una ragazza; il protagonista, il migliore amico del protagonista e la saputella.
Mi sembra di aver parlato fin troppo dei nostri protagonisti, e ora di passare agli altri!
Grover e Ron, in realtà, non hanno molto in comune, a parte essere il migliore amico del protagonista. Ovviamente sono entrambi leali verso Percy e Harry, pronti a difenderli o a sacrificarsi.
«Sì…» disse piano Ron, « è l’unico modo… devo lasciarmi
mangiare»
«NO!» esclamarono Harry e Hermione.
«Ma a scacchi è così!» tagliò corto Ron. «Bisogna pur sacrificare
qualche cosa! Ora farò un passo avanti e lei mi mangerà… e voi
sarete liberi di dare scacco matto al re, Harry!»Cap 16 La Pietra Filosofale; Cap 19 Il Ladro di Fulmini
«Percy… » Grover mi mise una mano sulla spalla. «Non puoi
consegnargli la Folgore.»
«Questo lo so.»
« Lasciami qui» si offrì. «Usa la terza perla per tua madre.»
« No!»
«Sono un satiro» insistette Grover. «Non abbiamo un’anima come
gli umani. Può torturarmi a morte, ma non mi avrà per sempre. Mi
reincarnerò in un fiore o roba del genere. È la cosa migliore.»
Una cosa che notiamo in Ron e non in Grover, però, è l’insicurezza e a volte l’invidia per il suo migliore amico. Avendo una famiglia numerosa, Ron si è sempre visto come uno dei tanti e, arrivato a Hogwarts, diventa l’amico del grande Harry Potter, cosa che molte volte lo fa sentire invisibile.
A ogni modo sono entrambi essenziali, sia per i loro migliori amici che per la storia. A volte sembrano essere i più impauriti ma poi danno sempre prova del loro grande coraggio.
Annabeth e Hermione, nemmeno a dirlo, sono le saputelle del gruppo. Sono loro che spiegano sempre tutto (non solo ai personaggi ma anche a noi lettori), che molte volte hanno l‘intuizione geniale per sbloccare la vicenda. Queste loro spiccata intelligenza e conoscenza, infatti, gli valgono i soprannomi di Sapientona e So-tutto-io.
Un dettaglio carino da notare è che la madre di Percy considera Annabeth la semidea più intelligente della loro età; Hermione viene definita da Sirius come la strega più brillante della sua età.
Intelligenza a parte, hanno entrambe un cuore buono e altruista, anche se Annabeth fa vedere poco spesso le sue reali emozioni.
A volte però sono anche presuntuose e saccenti, hanno dei pregiudizi con certe persone, come con Tyson e Luna, anche se poi si ricredono.
«Oh, per l’amor del cielo, Harry, puoi avere di meglio di Luna» disse Hermione. «Ginny mi ha raccontato tutto: a quanto pare, crede solo alle cose di cui non esiste alcuna prova. Be’, non mi aspetto altro dalla figlia del di rettore del Cavillo».
Annabeth prese un respiro tremante.« Non ti puoi mai fidare di un ciclope, Percy […]»
Ordine della Fenice; Cap. 10 Mare dei Mostri
Sono entrambe coraggiose e forti ma Annabeth, essendo una semidea, è più propensa all’azione, non ha paura di mettersi in gioco, a rischiare, tanto che nei primi libri la vediamo impaziente di avere un’impresa tutta sua.
Hermione, invece, pur essendo una Gridondoro, è una ragazza pacata, non combinaguai, è ligia alle regole e ci tiene alla condotta. Infatti, sono piuttosto sicura che se non fosse per Harry e Ron che la “trascinano” nelle loro avventure, lei non andrebbe in missione da sola, al contrario di Annabeth che invece è più intraprendete e pronta a buttarsi nella mischia.
(Annabeth e Hermione andrebbero d’accordo? Leggi di più qui!)
Possiamo notare, comunque, delle somiglianze anche tra Grover e Hermione. Per esempio, un fattore in comune è la loro sensibilità, non solo per le persone ma per tutte le creature.
Per Annabeth e Ron invece possiamo notare, con una nota di divertimento, che sono entrambi terrorizzati dai ragni.
Severus Piton e Luke Castellan
Apparentemente Piton e Luke non hanno niente in comune e in effetti è così se non per il fatto che entrambi fanno il doppiogioco e, alla fine, è grazie a loro se il mondo è salvo.
Come sappiamo Piton, dopo la scuola, si unì a Voldemort salvo poi tornare dalla parte di Silente quando capì che Lily era in pericolo e dopo la morte di lei accetta di fare da spia per Silente.
Silente ci dice più volte, durante la saga, che Piton sta facendo il doppiogioco ma veniamo a sapere tutto ciò che c’è dietro solo ne I Doni dell Morte.
Luke, al contrario di Piton però, non fa il doppiogioco a favore dei buoni ma per i cattivi, alla fine de Il Ladro di Fulmini si rivela essere la spia di Crono.
Per entrambi, le motivazioni che li spingono a tutto questo non sono positive: Luke si unisce a Crono per vendetta, perchè odia gli dei, suo padre e quello che fanno; Piton invece si unisce a Silente per rimorso che è un sentimento “buono” certo, ma non è come l’ideale di creare un mondo migliore.
«Non. Menzionarlo. Nemmeno.»
Cap.9, Il Mare dei Mostri
« […] ma ci ha mandato qui per trovarti. Mi ha detto che non si arrenderà con te, non importa quanto tu sia arrabbiato.»
«Arrabbiato?” Ruggì Luke. “Arrendersi? Mi ha abbandonato, Percy! Voglio che Olympus sia distrutto! Ogni trono schiacciato in macerie!»
Sia Luke che Piton alla fine muoiono. Luke dopo essere stato posseduto da Crono, riesce a rinsavire grazie ad Annabeth e decide di sacrificarsi così che Crono non potesse assumere la sua vera forma e distruggere l’Olimpo.
Piton, invece, non decide di morire, è Voldemort che ordina a Nagini di ucciderlo ma grazie a tutto ciò che ha fatto, il mondo magico è salvo.
L’organizzazione della storia
La narrazione
Entrambe le storie sono dal punto di vista del protagonista e quindi con la focalizzazione interna: Harry Potter è narrato in terza persona e quindi si parla di semplice narrazione omodiegetica; Percy Jackson invece è narrato in prima persona e si parla di narrazione autodiegetica (infatti il Percy narrante ha già vissuto quelle esperienze e sa quello che avviene dopo).
A ogni libro corrisponde un anno, perciò 7 anni per Harry Potter e 5 anni per Percy Jackson.
Tutti i libri di entrambe le saghe possono definirsi quasi auto-conclusivi anche se fanno capo a una story-line principale. Forse solo gli ultimi libri di Harry Potter sono più strettamente legati alla trama principale ma, per il resto, in tutti c’è una storia che inizia e finisce con il libro.
Hogwarts e il Campo mezzosangue
In entrambe le saghe c’è un posto speciale, un posto che sia per i personaggi che per i lettori è considerata casa. Questo posto sono Hogwarts e il Campo Mezzosangue.
Sono entrambi due luoghi magici in cui non possono entrare nè i cattivi o i mostri, nè i babbani o i mortali.
Un altro fattore in comune è l’organizzazione in case: a Hogwarts, come sappiamo, c’è lo smistamento che si basa su quello ciò che sei e vieni assegnato in una delle quattro case.
Al Campo Mezzosangue, invece, non è così semplice la cosa. Tu devi solo aspettare che al tuo genitore divino importi abbastanza da riconoscerti. Se sarai riconosciuto e quindi determinato, potrai unirti a tutti gli altri semidei della tua casa o cabina (una delle 12, una per ogni dio dell’olimpo).
Lo smistamento, quindi, è una cosa che avviene e basta ed è secondo le tue capacità e ciò che sei davvero. La “determinazione” invece non dipende affatto da te, sta al tuo genitore divino preoccuparsi di riconoscerti e non è collegato in qualche modo al tuo essere.
L’organizzazione interna invece è molto diversa: Hogwarts, essendo una scuola, viene gestita dagli adulti: il preside e gli insegnati e eccezionalmente i prefetti.
Il Campo Mezzosangue, invece, come viene ripetuto più volte, è un campo estivo, non una scuola, motivo per cui gli unici adulti presenti sono Chirone e il Signor D (Dionisio).
Le profezie
Ciò che muove tutto all’interno di entrambe le storie sono le profezie.
In Harry Potter abbiamo le veggenti, tipo la Cooman che formula la profezia su Harry e Voldemort; in Percy Jackson, invece c’è l’Oracolo che assegna agli eroi le profezie sulle imprese.
Infatti, in quest’ultima, a ogni libro c’è una nuova impresa e quindi una nuova profezia. Quella che interessa a noi, però, è quella a cui fa capo la storyline principale.
Un mezzosangue degli dei maggiori
Profezia Percy Jackson
Compirà sedici anni seppur tra guai e dolori
E mentre lungo sonno il mondo piombar vedrà
L’anima dell’eroe, l’orrida lama strapperà
Una sola scelta porrà ai suoi gironi fine
E dell’Olimpo decreterà il trionfo, o la caduta infine
In Harry Potter c’è invece una sola grande profezia ma ci sono anche profezie minori, che sembrano essere buttate a caso ma che poi si rivelano essere vere. (Se non le ricordi e vuoi rinfrescarti la memoria clicca qui!)
«Ecco giungere il solo col potere di sconfiggere l’Oscuro Signore… nato da chi lo ha tre volte sfidato, nato sull’estinguersi del settimo mese… l’Oscuro Signore lo designerà come suo eguale, ma egli avrà un potere a lui sconosciuto… e l’uno dovrà morire per mano dell’altro, perché nessuno dei due può vivere se l’altro sopravvive… il solo col potere di sconfiggere l’Oscuro Signore nascerà all’estinguersi del settimo mese…»
Profezia di Harry Potter
Ci sarebbe ancora molto da dire ma non mi sembra il caso di scrivere un papiro.
A ogni modo, che le consideriate due saghe simili o diverse, se preferite l’una o l’altra, sono sicura che sia Percy Jackson che Harry Potter abbiano un posto speciale nel vostro cuore e spero che, leggendo questo articolo, siate ritornarti, anche per poco, a casa, che sia Hogwarts o il Campo Mezzosangue.
(Per altre fan art di Viria andate qui!)