Piero Angela, il conduttore e divulgatore scientifico si è spento nella notte tra il 12 e il 13 agosto, all’età di 93 anni.
Nato a Torino il 22 dicembre 1928, aveva da poco celebrato i suoi 70 anni in Rai. Volto rassicurante e grande conoscitore delle bellezze d’Italia, con i suoi programmi ha portato la cultura, tramite il piccolo schermo, nelle case di milioni di italiani. Il figlio, Alberto, ha seguito le sue orme, ed è proprio lui a confermare la morte del giornalista con un post su Instagram, tre sole parole: “Buon viaggio papà“.
Ecco le ultime parole di Piero Angela, pubblicate sulle pagine social di SuperQuarkRai:
Cari amici, mi spiace non essere più con voi dopo 70 anni assieme. Ma anche la natura ha i suoi ritmi. Sono stati anni per me molto stimolanti che mi hanno portato a conoscere il mondo e la natura umana. Soprattutto ho avuto la fortuna di conoscere gente che mi ha aiutato a realizzare quello che ogni uomo vorrebbe scoprire.
Grazie alla scienza e a un metodo che permette di affrontare i problemi in modo razionale ma al tempo stesso umano. Malgrado una lunga malattia sono riuscito a portare a termine tutte le mie trasmissioni e i miei progetti (persino una piccola soddisfazione: un disco di jazz al pianoforte…). Ma anche, sedici puntate dedicate alla scuola sui problemi dell’ambiente e dell’energia. È stata un’avventura straordinaria, vissuta intensamente e resa possibile grazie alla collaborazione di un grande gruppo di autori, collaboratori, tecnici e scienziati. A mia volta, ho cercato di raccontare quello che ho imparato.
Carissimi tutti, penso di aver fatto la mia parte. Cercate di fare anche voi la vostra per questo nostro difficile Paese. Un grande abbraccio.
Piero Angela: salute
In una recente intervista rilasciata ai giornalisti de Il Messaggero, aveva rivelato di soffrire a causa di una alterazione molto comune a carico dell’apparato muscolo-scheletrico. La malattia a cui si riferisce è, infatti, la discopatia, come lo stesso Angela ci svela con le sue parole:
Sono con un piede nella fossa e uno sulla saponetta. Quando sono in piedi ho più di 90 anni, ma quando sono seduto ne ho 45. Soffro di discopatia.
Riguardo invece la morte, il divulgatore condivise un pensiero in un’intervista:
Da quando ho compiuto 90 anni, molti me lo chiedono: per me è una grande scocciatura, è mancanza di vita. Se ci pensate, noi moriamo ogni notte quando ci addormentiamo. Quello che però ci turba davvero è la sofferenza, fisica o psicologica: ognuno di noi si augura una buona morte.
Penso sempre a un detto di Leonardo: “Così come una buona giornata porta a un buon dormire, una vita spesa bene porta a un buon morire”.
Come disse Albus Silente, per una mente ben organizzata, la morte non è che una nuova, grande avventura. E noi siamo certi che questo uomo straordinario sarà contento di intraprendere un’ultima avventura.