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La traduzione di Harry Potter: perché è stata un’impresa?

1 Dicembre 2019 alic-darr 4 min read

La traduzione di Harry Potter: perché è stata un’impresa?

1 Dicembre 2019 Alis 4 min read

Tassofrasso. Vi siete messi a urlare, vero? Oppure il vostro cuore ha iniziato a battere velocemente e vi manca il fiato? O magari avete fatto una smorfia che Malocchio Moody levati proprio.

Sì, capita a tutti noi. Ogni volta che ci imbattiamo in questo cambiamento di traduzione, rischiamo l’infarto.

Ma perché è stato modificato il nome di una Casa di Hogwarts? Perché nel 2011 la casa editrice Salani ha sentito il bisogno di revisionare la traduzione? Per quali motivi è stato così difficile tradurre Harry Potter?

Una Saga per niente semplice

Adesso lo sappiamo: Harry Potter non è una saga semplice. Siamo abituati ad addentrarci in questa storia complicata, piena di dettagli, riferimenti che rimbalzano da un libro all’altro. Il problema? Quando Salani ha deciso di tradurre il primo libro per pubblicarlo in Italia, non aveva idea di tutto questo. Si pensava che fosse una storia per bambini undicenni, nessuna ipotesi sul fatto che lettore e protagonista sarebbero cresciuti di pari passo volume dopo volume.

Era quasi impossibile per Marina Astrologo, la traduttrice dei primi due libri della Saga, prevedere cosa sarebbe successo più avanti. Lo stesso valeva per Beatrice Masini, quando dal Prigioniero di Azkaban in poi si è assunta l’incarico di traduzione: ogni volta che usciva un nuovo libro di Harry Potter, tutto quello che si era pensato in precedenza veniva messo in discussione. A Saga conclusa, si è deciso dunque di revisionare l’intera traduzione.


Cosa è successo nel 2011?

L’arduo compito di revisione non è stato assegnato a una persona sola, sarebbe stata una sfida troppo complicata. Salani ha dunque formato un Comitato diretto da Stefano Bartezzaghi e composto da traduttori, editor e appassionati della Saga. La missione era quella di rimediare agli errori della prima traduzione e rendere il testo più fedele all’originale.

Si è intervenuto in particolare su i nomi propri dei personaggi, che per la maggior parte sono stati ripristinati all’originale inglese (tranne Silente e Piton, vedremo perché); sui giochi di parole; sulla classificazione degli incantesimi e su questioni spinose come quella della classificazione di maghi e streghe sulla base del loro status di sangue.


Oh Tassofrasso, Tassofrasso, perché sei tu Tassofrasso?

Come accennato nell’introduzione, uno degli interventi che ha destabilizzato maggiormente i vecchi lettori è stato quello sulla Casa di Tassorosso che è magicamente diventata Tassofrasso. Per quale motivo?

Il Comitato ha discusso molto sulla questione Case di Hogwarts, notando alcune imprecisioni nella traduzione dovute a incomprensioni iniziali. Quando Hufflepuff è stato tradotto come Tassorosso, non si è tenuto conto dei colori dello stemma della Casa: il rosso non si vede proprio da nessuna parte. Per una maggior aderenza al testo originale è stato necessario introdurre un cambiamento. 

Ma da dove è saltato fuori Tassofrasso? L’artefice di questa disgraz…nuova traduzione è Serena Daniele, editor che ha curato sia la prima traduzione che la revisione. Posto che Hufflepuff di per sé non vuol dire assolutamente nulla, la Daniele ha pensato di trovare qualcosa di altrettanto insensato e buffo…e così, quasi dal nulla, le è venuto in mente Tassofrasso che è stato poi accettato, ahimè, dall’editore Luigi Spagnol.


Cosa è successo a Silente e Piton?

Chi ha avuto l’ardire di avventurarsi nella lettura delle edizioni dal 2011 in poi, ha potuto notare che la maggior parte dei cognomi dei personaggi è tornata uguale all’originale (ad esempio Paciock è ritornato Longbottom, Allock è ritornato Lockhart). Questo non è successo nei casi di Silente e Piton. Qui ha giocato un ruolo importante la diffusione e affermazione di questi nomi nell’immaginario collettivo: al Comitato sembrava molto rischioso cambiare i nomi di personaggi così rilevanti.

Non si sarebbe potuto tenere Tassorosso per lo stesso motivo, allora? Anche perché bisogna considerare il fatto che la traduzione di Dumbledore in Silente è altrettanto errata: il termine dumbledore è un termine antico per indicare il bumblebee, un insetto simile a un calabrone. La Rowling voleva dare l’idea di un personaggio sempre intento a rimuginare tra sé, in un’attività costante. Capite perfettamente che il termine Silente dà un’idea completamente opposta!


Ma allora traduttori e revisori sono tutti pazzi?

No. Come accennato a inizio articolo, tradurre Harry Potter è stata un’impresa difficile e colossale per vari motivi. Nella prima traduzione sono stati commessi degli errori a cui si è poi tentato di rimediare nella revisione del 2011. Certo, molti cambiamenti ci fanno storcere il naso (ciao, Salice Schiaffeggiante!), ma questo avviene perché ormai ci siamo abituati alla prima traduzione, anche grazie alla trasposizione cinematografica dei sette libri.

Nella maggior parte dei casi, però, questi cambiamenti sono serviti a rendere il testo più fedele all’originale e quindi all’idea iniziale di J.K. Rowling. Non possiamo farci nulla…forse. Perché non è detto che in futuro non avvenga una nuova revisione del testo, le traduzioni non sono mai definitive.

Tuttavia nessuno ci obbliga a leggere la nuova traduzione, sfoderiamo i nostri vecchi volumi e tuffiamoci nuovamente nel nostro mondo preferito!

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