Uno dei luoghi preferiti di ogni potterhead è di sicuro la Tana: la casa dei Weasley e l’isola felice di Harry durante alcune vacanze. È normale, perciò, alterarsi nel vederla incendiata!
Prima di continuare con l’articolo, è doverosa la precisazione di prassi. La saga letteraria è piena di dettagli e indubbiamente è quella che più riesce a coinvolgere, soprattutto per la linearità della narrazione. La saga cinematografica, però, è tutt’altra storia. Il modo sublime in cui la Rowling riesce a scandagliare le emozioni e caratterizzazioni dei vari personaggi non è traducibile o replicabile in immagini. D’altro canto, la serie di film ha già di per sé un’atmosfera, al punto del Principe Mezzosangue creata da ben cinque episodi precedenti. In più, non si deve perdere di vista la seconda precisazione fondamentale: la saga cinematografica e quella letteraria non devono essere sovrapponibili. Non bisogna mai aspettarsi che un adattamento riporti pedissequamente ciò che viene letto su carta. Dopotutto, il cinema è un tipo di intrattenimento che stimola sensi diversi e in modo diverso dalla lettura, le due esperienze non sono paragonabili.
Detto ciò, in questo articolo proveremo a fare gli Avvocati del Diavolo e a dare una possibile interpretazione a una delle scene che meno dimostra fedeltà al libro. Come al solito, generalmente si tende a dare la colpa a David Yates per ciò che non piace dei film. In realtà, le decisioni su cosa portare su schermo sono piuttosto di Steve Kloves, lo sceneggiatore della maggior parte dei film. In più, non dimentichiamo che ogni cosa è stata supervisionata e approvata dalla Rowling in persona!
Avevamo già tentato di spiegare la struttura della scena della morte di Voldemort, una nota parecchio dolente. In questo caso, la scena che andremo ad analizzare sembra avere ancora meno senso, ma ci piacciono le sfide!
Capitolo 16: “Un Natale molto gelato”
Le vacanze di Natale di Harry al sesto anno trascorrono molto tranquillamente alla Tana. Prima di partire, Harry aveva sentito Piton offrire a Draco il suo aiuto per ciò che gli era stato ordinato di fare, anche se Harry non aveva idea di cosa fosse. Inoltre, lo aveva sentito dire di aver fatto il Voto Infrangibile: parlando con Ron, scopre che romperlo vorrebbe dire morire. Era perciò intenzionato, durante quel periodo, a chiedere al signor Weasley e a Lupin cosa ne pensassero del comportamento del professore.
Ci sono alcuni punti che emergono in questo capitolo. Innanzitutto, Harry e Ron non possono utilizzare la magia poiché ancora minorenni. Quando Fred e George arrivano a infastidirli, infatti, Ron lancia loro il coltello che, con suo grande disappunto, stava usando per affettare dei cavolini. Poi, Remus dice di trovarsi in missione presso altri lupi mannari per tentare di reclutarli, o quantomeno sottrarli a Voldemort. Questa è l’occasione per approfondire non solo la storia di Lupin, quanto per conoscere il nome di Fenrir Greyback, il mangiamorte lupo mannaro che quand’era piccolo lo aveva morso.
Naturalmente, è presente Fleur Delacour, che sappiamo stare con Bill Weasley ed essere già promessi sposi. Inoltre, è assente Tonks, cosa di cui la signora Weasley incolpa Lupin. È qui che Harry viene a sapere perché un Patronus può cambiare forma e comincia ad indagare sull’identità del Principe Mezzosangue.
Il Ministro alla Tana
La cosa più importante è che Rufus Scrimgeour arriva alla Tana per convincere Harry a collaborare con il Ministero e diventare il loro sponsor. Infatti, da quando si era scoperto che Voldemort era tornato erano stati fatti diversi arresti di presunti mangiamorte. Il problema è che, tra questi, avevano arrestato anche Stan Picchetto, che chiaramente non lo era! In ogni caso, c’è da andare più che fieri di come Harry gestisce la situazione!
“Che cos’ha in testa Silente?” chiese Scrimgeour in tono brusco. “Dove va durante le sue assenze da Hogwarts?”
“Non ne ho idea” rispose Harry.
“E anche se lo sapessi non me lo diresti, vero?”
“No, non glielo direi”.
“Be’, allora vedrò di scoprirlo in un altro modo”.
“Può provarci” replicò Harry con indifferenza. “Ma lei sembra più abile di Caramell, quindi avrà imparato dai suoi errori. Lui ha cercato di intromettersi a Hogwarts. Avrà notato che non è più Ministro, ma Silente è ancora Preside. Lo lascerei in pace, se fossi in lei”.
Ci fu una lunga pausa.
“Be’, mi sembra chiaro che ha fatto un ottimo lavoro con te” riprese Scrimgeour, gli occhi freddi e duri dietro le lenti cerchiate di metallo. “Sei l’uomo di Silente, sempre e comunque, vero, Potter?”
“Esatto” concluse Harry. “E sono contento che l’abbiamo chiarito”.
La scena nel film
La scena raccontata nel libro è densa di descrizioni e analisi dello stato d’animo dei personaggi. Chiaramente, riportare in immagini tutto quanto sarebbe stata un’impresa a dir poco impossibile, per non dire poco appropriata. Infatti, un film utilizza altri metodi per comunicare sensazioni e pensieri. E questi metodi sono tantissimi e assolutamente non universali, diversi da regista a regista e da sceneggiatore a sceneggiatore. È indubbio che le due figure lavorino di pari passo, integrando proposte e idee ai fini di un’ottima realizzazione finale. E il senso di un adattamento non è fare una copia conforme dell’originale letterario, bensì creare un’opera nuova che si adatti a un diverso medium.
Ci sono alcuni dettagli contrastanti con il libro che saltano all’occhio. Innanzitutto, il capitolo in questione comincia in medias res, con Harry e Ron già alla Tana che discutono di ciò che Harry aveva sentito. L’espediente utilizzato per indicare la transizione, in questo caso, è il viaggio verso casa sull’Hogwarts Express.
Sicuramente risulta molto strana la presenza di Tonks alla Tana, dal momento che nel libro la signora Weasley rimprovera Lupin per la sua assenza. In questo caso, il motivo di questo cambiamento potrebbe essere informare lo spettatore della loro relazione, cosa che nel libro si saprà solo alla fine. Nel film l’argomento non verrà più trattato, invece, fino al film successivo.
Discorso a parte merita, poi, la caratterizzazione imbarazzante che è stata data a Ginny. A difesa degli autori, possiamo ipotizzare che sia stato necessario per poter giustificare il bacio che ci sarà tra Harry e Ginny più avanti. Infatti, la Rowling descrive più volte i sentimenti di Harry e la loro evoluzione in amore, cosa che nel film è reso molto difficile per tempistiche e mancanza di narrazione onnisciente.
Bellatrix e Greyback
Passiamo, adesso, ad analizzare l’ultima parte di questa sequenza, totalmente assente dal libro. Comincia con Bellatrix che crea un circolo di fuoco attorno alla Tana, per poi scappare nel campo di grano inseguita da Harry. Mentre corre, però, ripete una frase in particolare: “Io ho ucciso Sirius Black”. Nel sesto libro Harry è tormentato dalla morte di Sirius l’estate prima, mentre il film non pone l’attenzione su questo aspetto. Bellatrix che incendia la Tana è già un incubo per Harry. Il fatto che gli ricordi che è la causa della morte del suo padrino è un po’ un rimando allo stato d’animo che viveva in quel periodo.
Dopo l’inseguimento, cui si unisce Ginny, l’inquadratura si ferma su quella che sembra una pozzanghera. Da dietro un gruppo di canne alte esce fuori Fenrir Greyback. Nel libro Harry ne aveva parlato con Lupin e il signor Weasley a cena, ma nel film lo spazio di quella discussione è stato sostituito da un focus sul cambiamento dell’amicizia tra Harry e Ginny. Con questa scena, perciò, gli autori hanno trovato il modo per introdurre questo particolare personaggio all’interno della storia e integrarlo alle scene iniziali del film, in cui lo si vede rapire Olivander o accompagnare Draco da Magie Sinister.
A questo punto comincia un duello tra i mangiamorte e Harry, Ginny, il signor Weasley, Lupin e Tonks. Ricorderete che Ron si lamentava, nel libro, di non poter usare la magia perché minorenne. Nella serie cinematografica, però, questa regola non è molto stretta: anche nel secondo film e nel terzo Harry e Hermione usano tranquillamente la bacchetta.
La Tana in fiamme
La sequenza che stiamo analizzando termina con la Tana totalmente in fiamme. La domanda che tutti i potterhead è: perché? Apparentemente non ha alcun senso, ma la risposta potrebbe essere data nel seguito. Hermione, una volta a Hogwarts, gli dice: “È molto facile arrivare a te. Sei fortunato se non ti hanno ucciso”. Ecco che, allora, viene data una spiegazione al perché dell’incendio alla Tana. L’attacco dei mangiamorte non è altro che un simbolo della vulnerabilità cui sono soggetti tutti coloro che sono più vicini a Harry, il loro bersaglio principale.
Non ci stancheremo mai di dirlo: un libro e un film comunicano cose diverse e, soprattutto, in modi diversi. La penna della Rowling ci descrive benissimo lo stato d’animo del protagonista, le sue sensazioni, le sue paure e il lettore cambia insieme a lui perché può leggere la sua evoluzione. Ma un libro può essere costituito da numerose pagine e il lettore può prendersi tutto il tempo che vuole per fissare ciò che apprende. Un film deve necessariamente avere una durata contenuta e in quel tempo deve condensare la maggior parte delle informazioni in immagini, che arrivano in maniera immediata. Ciò che si sente spesso è che gli sceneggiatori sprecano minutaggio per cose inutili, sacrificando quelle necessarie. Il fatto è che gli autori di un adattamento decidono quali informazioni lasciare a prescindere dallo sviluppo su carta, perché diventa un’opera complementare, non uno specchio.
La scena della Tana descritta nel libro è sicuramente bella e ci dà un motivo in più per amare Harry, dopo la sua risposta a Scrimgeour. Il film decide di sfruttare lo stesso tempo per dare informazioni in più non adeguatamente approfondite precedentemente. È davvero una differenza da condannare?