L’articolo esplora l’evoluzione del bullismo dal contesto scolastico, rappresentato nella saga di Harry Potter, alla sua forma digitale, come mostrato nella miniserie Adolescence. Se in Harry Potter il bullismo si manifesta attraverso soprusi fisici e psicologici, Adolescence mette in luce il lato oscuro del cyberbullismo, caratterizzato da persecuzioni criptiche e inarrestabili. Il confronto tra le due opere evidenzia come l’avvento dei social media e delle community online abbiano reso il bullismo pervasivo e difficile da contrastare. In questa prima parte ci concentreremo sulla rappresentazione del bullismo in Harry Potter.
Il bullismo, purtroppo, è sempre esistito, ma la sua forma è cambiata profondamente con l’avvento del digitale. Se in passato le prepotenze avvenivano nei corridoi della scuola o nei cortili, oggi si spostano anche online, diventando più invasive e difficili da fermare. Due opere apparentemente molto diverse, Harry Potter e Adolescence, ci offrono uno spunto su cui riflettere.
Il peso del bullismo sull’identità
Cos’è il bullismo? Si può intendere come la volontà di prevaricare sugli altri, schiacciandone l’autostima e umiliando in modo volontario e consapevole. Dalle offese verbali alle minacce, fino alla violenza fisica, qualsiasi comportamento volto a sopraffare un’altra persona può essere considerato come tale.
L’adolescenza è un periodo cruciale nella formazione dell’individuo, un momento di transizione in cui si inizia a smettere di essere bambini e si comincia a sviluppare maggiore consapevolezza di sé e del mondo. È una fase delicata, in cui si costruisce la propria identità, e proprio questa vulnerabilità può rendere un individuo più esposto a certe dinamiche.

In alcuni casi, il giudizio degli altri può plasmare l’autostima delle vittime, portandoli a credere che le parole dei bulli siano verità assolute. Se lasciati soli, senza un supporto adeguato, potrebbero sviluppare una percezione negativa e distorta di sé stessi e degli altri.
La quasi assenza di un pensiero critico, soprattutto in età adolescenziale, rende difficile mettere in discussione ciò che gli altri dicono. Di conseguenza, mentre l’individuo si forma, in caso di bullismo, cresce soffrendo e acquisendo una percezione distorta di sé e di come gli altri lo percepiscono. E così, il bullismo non si limita a ferire nel presente, ma può lasciare cicatrici profonde, influenzando il modo in cui una persona si vede e si rapporta al mondo.

Il bullismo in Harry Potter
In Harry Potter vengono analizzate svariate sfaccettature del bullismo e dell’abuso di potere riuscendo a proporre un’analisi sia dalla parte della vittima che da quella del carnefice riuscendo a far riflettere il pubblico.
Draco Malfoy: sentirsi migliori
Draco Malfoy, ad esempio, è il bullo per antonomasia: con il suo atteggiamento altezzoso si comporta come se fosse superiore agli altri. Incarnando il bullo aristocratico, sfrutta la sua posizione per sottomettere chi considera inferiore.
Tuttavia, nel corso della storia riusciamo anche a intravedere una parte di lui più fragile, che non lo scagiona ma invita alla riflessione: dietro il “mostro” possono nascondersi insicurezze profonde. Il suo rapporto con la famiglia era complesso: aveva un legame più affettuoso con la madre, mentre con il padre la relazione era più superficiale e segnata da un senso di inferiorità.
Lucius Malfoy, convinto della propria superiorità sugli altri, ha trasmesso questa visione anche al figlio, influenzandone il comportamento.

I Dursley: la paura del diverso
Nel caso del comportamento dei Dursley con Harry, possiamo sicuramente parlare di una forma di bullismo basata sulla sottomissione di chi è percepito come diverso. Ancora oggi, esiste una forte paura nei confronti di ciò che viene considerato “fuori dal normale”.
Inoltre, Dudley, essendo fisicamente più grande di Harry – che è sempre stato esile e mingherlino – lo scherniva per il suo aspetto e la sua presunta debolezza, approfittando della propria superiorità fisica per prevaricare su di lui. Di conseguenza, le violenze non si fermavano a soprusi psicologici ma lo erano anche di natura fisica.

Piton: il dolore ci plasma
Il caso di Piton è più complesso. Grazie a ciò che sappiamo sui Malandrini, scopriamo che da ragazzo Severus era vittima di bullismo proprio da parte loro, i “buoni” della storia. Il suo carattere già introverso e la sua inclinazione verso la magia oscura lo portano a isolarsi sempre di più, soprattutto dopo la perdita dell’amicizia con Lily.
Tuttavia, nel momento in cui Harry entra per la prima volta nell’aula di Pozioni, si trova immediatamente bersaglio di scherni e umiliazioni da parte del suo stesso professore. Che la somiglianza con il padre gli ricordasse i soprusi ricevuti, che sia una modo per sfogare il suo dolore Piton, da vittima, è diventato carnefice.

Umbridge e l’abuso di potere
Quando il potere si trasforma in prepotenza, il bullismo si istituzionalizza, come nel caso della professoressa Umbridge. La sua è una forma di prevaricazione più subdola e radicata, contro cui sembra impossibile ribellarsi perché, se ci si pensa, è stata legalizzata dal Ministero della magia.
Cornelius Caramel, l’allora ministro, come sappiamo, ha nominato Dolores come Inquisitrice Suprema e questa le ha elargito moltissimo potere. La sua strategia era vincere con il terrore e fare sì che tutto rimanesse sotto il suo controllo e le sue intenzioni. Ovviamente il piano era più grande e includeva il Signore Oscuro ma è sicuro affermare che la realtà vissuta dai ragazzi in quel periodo non è stata molto facile. L’unico modo per contrastarla è la solidarietà: riconoscere di essere tutti nella stessa barca e unirsi per affrontare le avversità.

Neville e Luna: la rivincita sul bullismo
Se Draco Malfoy rappresenta il bullo per antonomasia, possiamo dire che Neville e Luna incarnano le vittime solite di questi bulli. Il primo è un ragazzino buffo, goffo, timido e pauroso mentre la seconda è semplicemente stravagante e diversa dagli altri. Entrambi, però, vivono una grande rivincita nel corso della storia.
Neville, ad esempio, diventa un punto di riferimento a Hogwarts durante la Seconda Guerra dei Maghi, rivelando una personalità completamente diversa da quella a cui eravamo abituati. Coraggioso, sfrontato e impavido, riesce a reagire ai duri colpi della vita e a farsi scudo per gli altri, diventando un eroe.

Luna, dal canto suo, si dimostra fondamentale in più occasioni proprio grazie alla sua originalità. Il suo suggerimento di parlare con la Dama Grigia si rivela decisivo per Harry, così come il suo costante supporto come amica e membro dell’Ordine della Fenice.
La sua ingenuità la rendeva immune alla crudeltà degli altri, e solo chi davvero teneva a lei ha saputo apprezzarla e starle accanto. Anche se il suo essere “stramba” inizialmente la isolava, a lei non è mai importato: ha sempre seguito ciò che riteneva giusto. Rimanere fedele a sé stessa è stata la sua più grande rivincita.

Harry Potter ci insegna che il bullismo si può affrontare, soprattutto quando non si è soli. Il coraggio nasce e si rafforza anche grazie alla vicinanza degli amici, che offrono sostegno, ascolto e fiducia. Avere qualcuno che ci apprezza per ciò che siamo ci aiuta a costruire un’immagine più positiva di noi stessi e del mondo. Quando si è valorizzati all’interno di relazioni autentiche, si rafforzano anche la fiducia interpersonale e la capacità di elaborare in modo sano le esperienze vissute.
Rimandiamo, a questo punto, alla seconda parte del nostro articolo per un’analisi di Adolescence e un confronto fra le due opere.





