Vi ricordate l’orologio magico che ha Molly in casa? Sì, proprio quello che non indica l’orario, bensì informa sugli spostamenti della famiglia Weasley. Fino a questo momento pensavamo che un utensile del genere potesse esistere solo nel mondo magico, ma da oggi non più. Il nome? ETA clock.
ETA Clock: l’orologio magico
ETA clock nasce dall’idea di Kristie ed Eric D’Ambrosio Cornell, una coppia di ingegneri sposata che lavora al Massachusetts Institute of Technology (MIT). I due, ispirati dal magico orologio della signora Weasley, hanno deciso che era giunto il momento di realizzare questo macchinario.
ETA clock utilizza la tecnologia del GPS per capire dove i soggetti interessati si trovano – quindi scuola, luogo di lavoro, ospedale, aeroporto, casa o palestra. Secondo la campagna dell’orologio su Kickstarter, l’orologio infatti non segnerebbe l’ora ma ti aiuta a connetterti alle persone a te più care. L’ETA clock, quindi, ti aiuta a sapere dove si trovano i tuoi familiari, con numerose lancette che rappresentano ognuna una persona diversa.
Per poter farlo funzionare la famiglia dovrebbe scaricare un omonima applicazione sul proprio cellulare, registrare il proprio account e aggiungere i luoghi che si desiderano avere su di essa. In questo modo l’orologio sarà in grado di determinare la tua posizione e di rendere partecipi gli altri dei tuoi spostamenti grazie anche al movimento della lancetta.
Attualmente ETA clock si può ordinare solo su Kickstarter a $250 (equivalente a 200 €) per la versione più piccola dell’orologio. Se invece volete la versione full-size il prezzo è invece di $400 (equivalente a 321 €).
La descrizione di Kickstarter sull’orologio dice che: “ETA clock è un oggetto stravagante che combina funzionalità e meraviglia che offre agli aquirenti un senso di pace connettendosi”.
L’ingegneria negli anni si è applicata al mondo magico, cercando di rendere tangibili aggeggi fino a poco fa solo nella nostra testa. Ad esempio, sapevi che esiste una bacchetta magica che funziona con la programmazione? Ne abbiamo parlato qui