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L’importanza della luce nella saga di Harry Potter – parte 1

16 Dicembre 2021 ceci-russ 6 min read

L’importanza della luce nella saga di Harry Potter – parte 1

16 Dicembre 2021 Minerva 6 min read

Dopo aver affrontato la tematica della depressione e dei Dissennatori, in questo articolo, vi parliamo di un’altra bellissima tematica che la nostra autrice affronta nel corso dei libri, a volte in modo esplicito, a volte in modo indiretto: la luce.

Dall’Incanto Patronus ai sogni, dagli incantesimi più semplici ai ricordi, sembra che tutto sia mediato e ricondotto alla luce, che attraversa la saga come un filo conduttore. Scopriamo insieme la via percorsa da questo elemento, in tutti i libri della saga.

L’inizio di tutto

È con la luce che la nostra magica storia comincia. Nel libro, il giorno in cui Harry Potter viene affidato ai suoi tremendi zii, in tutta la Gran Bretagna si assiste a un diluvio di stelle cadenti. I Babbani non possono sapere il significato dietro a queste luci nel cielo, ma i Maghi lo sanno, e ne sono i responsabili: stanno festeggiando la sconfitta di Lord Voldemort.

Anche nel film, la storia comincia con la luce. Più precisamente, con un Deluminatore, un piccolo congegno, inventato da Albus Silente in persona, che è in grado di catturare la luce. È la notte del 31 ottobre e i genitori di Harry Potter sono appena stati uccisi.

deluminatore

Silente e Minerva McGranitt attendono l’arrivo di Hagrid, che sta portando il Bambino Che È Sopravvissuto nella sua nuova casa. Il più grande mago di tutti i tempi, per non dare nell’occhio, spegne tutti i lampioni di Privet Drive. Soltanto una luce resta accesa: quella della casa dei Dursley. E con una luce, che si sprigiona dalla cicatrice a forma di saetta del piccolo Harry, comincia la storia del maghetto più famoso di sempre.

Se torniamo al libro, la luce, che è quasi sempre simbolo del bene, nella saga, diventa tuttavia il marchio del ricordo più brutto di Harry. Da sempre i suoi zii gli raccontano che Lily e James sono morti in un incidente d’auto, e il piccolo Harry cerca di ricordare. Tuttavia…

Talvolta, quando sforzava la memoria durante le lunghe ore trascorse nel ripostiglio, gli veniva una strana visione: un lampo accecante di luce verde e un dolore bruciante sulla fronte.

Harry Potter e la Pietra Filosofale – Capitolo 2: Vetri che scompaiono

luce verde avada kedavra

La bacchetta di Harry

Harry la prese in mano. Avvertì un calore improvviso alle dita. La alzò sopra la testa, la abbassò sferzando l’aria polverosa e una scia di scintille rosse e d’oro si sprigionò dall’estremità come un fuoco d’artificio, proiettando sulle pareti minuscoli riflessi danzanti di luce.

Harry Potter e la Pietra Filosofale – Capitolo 5: Diagon Alley

Uno dei momenti più importanti della saga, nel libro, viene descritto come avvolto dalla luce. La bacchetta che accompagnerà Harry in quasi tutte le sue avventure, la gemella del Mago che gli ha inflitto la sua cicatrice, sceglie il proprio portatore sprigionando scintille rosse e oro.

bacchetta harry

Il Tranello del Diavolo

Tranello del Diavolo, Tranello del Diavolo è uno spasso mortale… ma il sole gli fa male! Ma certo, il Tranello del Diavolo odia la luce del sole! Lumus solem!

Dal film Harry Potter e la Pietra Filosofale

Nel libro non è tanto diverso: Hermione si ricorda che il Tranello del Diavolo ama il buio e l’umido, quindi accende un fuoco. La pianta allenta la presa e si ritrae dalla luce e dal calore. Anche questo episodio, che può sembrare di poco conto, è in realtà risolutivo nelle vicende dei tre giovani studenti di Hogwarts. Infatti, se Hermione non si fosse ricordata delle sensibilità della pianta, probabilmente i suoi due amici sarebbero rimasti lì un bel pezzo in più. Altro che recuperare la Pietra filosofale!


Fanny la Fenice

Fanny apriva la fila e illuminava il corridoio di una luce dorata.

Harry Potter e la Camera dei Segreti – Capitolo 17: L’Erede di Serpeverde

Quale animale migliore da associare alla luce, al calore, al fuoco, della fenice? Fanny, descritta come un uccello dalle penne lucenti, porta luce e speranza, sotto forma di una spada d’argento lucente, nel momento più disperato per il giovane Harry, nella Camera dei Segreti, quando Tom Riddle aizza il basilisco contro di lui.

E, in un senso molto più pratico, è proprio Fanny a riportare Harry, Ginny, Ron e Allock alla luce, nel senso che, senza di lei, sarebbe stato ben più difficile tornare nel bagno di Mirtilla Malcontenta. Questo è evidente anche nel film, dove si vede Fanny che riporta il gruppo fuori dalla Camera dei Segreti, con un luminosissimo sfondo di luna piena.

fanny

Lumos!

È con la luce che inizia il terzo film della saga e con un Harry tredicenne che si sta esercitando con l’incantesimo Lumos Maxima. Questo incantesimo, in realtà, accompagna Harry già dal secondo anno: egli infatti è in grado di utilizzarlo quando, insieme a Ron, “segue i ragni”, inoltrandosi nella Foresta Proibita.

È un incantesimo molto importante, che ritroviamo spessissimo nel corso della saga e che è stato utile ai nostri protagonisti in più di una occasione. Addirittura, abbiamo ipotizzato che sia uno dei pochi incantesimi, o forse l’unico, che la Traccia non rileva, oppure rileva, ma per cui il Ministero non interviene (ne abbiamo parlato in questo articolo).

Aggiungiamo poi che non solo quando la bacchetta di Harry lo sceglie, ma anche per gran parte degli incantesimi, la punta della bacchetta emette luce e scintille, più o meno intense. Dunque la luce non è una prerogativa dell’incantesimo Lumos, ma è intrinseca alla magia stessa.

lumos

L’Incanto Patronus

La felicità si può trovare anche negli attimi più tenebrosi, se solo uno si ricorda… di accendere la luce.

Dal film Harry Potter e il Prigioniero di Azkaban

È innegabile che questa sia una delle citazioni più belle dell’intera saga, una vera iniezione di speranza. Ed è chiaro anche il legame con i Dissennatori, le creature che in assoluto rappresentano l’opposto della felicità. Dobbiamo davvero dire che la luce è la grande protagonista metaforica del terzo capitolo della saga, una luce che si incarna nell’Incanto Patronus.

La felicità si può trovare anche negli attimi più tenebrosi, se solo uno si ricorda... di accendere la luce.

È l’unica arma per contrastare i Dissennatori, un’evocazione luminosa potentissima, di cui questi esseri malvagi si nutrono, lasciando illeso il malcapitato. È la luce dei ricordi felici, più profondi e intimi, che salva i Maghi dai Dissennatori, così come hanno salvato la Rowling dalla depressione.

L’Incanto Patronus si rivelerà uno degli incantesimi più importanti di tutta la saga, oltre che uno dei più affascinanti. Il proprio Patronus, quando acquisisce una forma animale, si trasforma in un vero e proprio daimon – per prendere in presto un termine da La bussola d’oro -, e può essere utilizzato in svariate occasioni, al di là della “semplice” protezione contro i Dissennatori.

incanto patronus

Se una luce verde è ciò che lega Harry alla morte di sua madre, la luce del Patronus splende per ricordargli che è figlio di James Potter: un paio di occhi verdi e un cervo sono ciò che maggiormente, nella saga, connette il personaggio di Harry ai suoi genitori.

E proprio loro sono il ricordo più felice che ha, a cui lui pensa nel momento in cui deve evocare il Patronus per la prima volta. Ecco il momento davvero più luminoso di tutta la saga: il Patronus che si sprigiona contro l’oscurità e ricorda a chiunque lo evochi che c’è ancora luce, c’è felicità, c’è speranza, c’è qualcosa per cui lottare.


Avada Kedavra e Marchio Nero

Allora era così che erano morti i suoi genitori… proprio come quel ragno. Anche loro erano intatti e integri? Avevano semplicemente visto il lampo di luce verde e sentito il fragore della morte incombente, prima che la vita venisse cancellata dai loro corpi?

Harry Potter e il Calice di Fuoco – Capitolo 14: Le Maledizioni Senza Perdono

Nonostante Harry si ricordi dell’Anatema che ha ucciso sua madre fin dal primo libro, incontriamo la peggiore Maledizione Senza Perdono all’inizio del quarto capitolo della saga.

L’Anatema Che Uccide toglie la vita a Frank Bryce, il giardiniere di casa Riddle, proprio nel primo capitolo. Poi, dopo la Coppa del Mondo di Quidditch, lo incontriamo di nuovo quando i Mangiamorte fanno irruzione nell’accampamento.

avada kedavra

Da questo momento in poi, purtroppo, questo incantesimo accompagnerà noi e Harry fino alla fine del suo viaggio, e sarà protagonista di alcune delle scene più importanti della saga. L’Anatema Che Uccide è l’esempio più potente di come la luce, pur rappresentando quasi sempre il bene e la speranza, si possa rivelare in realtà anche una metafora del male.

La stessa metafora la ritroviamo incarnata nella stessa luce verde quando il Marchio Nero, il segno di Tu-Sai-Chi, appare nel cielo, dopo la Coppa del Mondo di Quidditch. Di nuovo, non è il Bene a celarsi dietro a questa luce, bensì un simbolo della fedeltà a Lord Voldemort.

marchio nero

Avevate notato anche voi l’importanza e la presenza costante della luce nella saga? Cliccate qui per leggere la seconda parte e continuare questo viaggio con noi!

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