Il tema dell’orfano, all’interno della letteratura mondiale, ha dato modo agli scrittori di tutti i tempi di cimentarsi in un nuovo tipo di eroe. Harry Potter è chiaramente il nostro eroe per eccellenza, ma, simbolicamente parlando, è l’unico dell’intera saga?
L’orfano è un ruolo ricorrente che nel corso dei secoli ha investito una grande quantità di personaggi, dall’antichità fino ad arrivare alla letteratura contemporanea.
Essere orfani significa perdere uno o entrambi i genitori, ritrovandosi in uno stato di solitudine e abbandono spesso sin dalla nascita o dalla tenerissima età. E a volte, questo si tramuta nell’essere costretti alla ricerca della propria identità e dell’amore in contesti spesso difficili.
Prima di Harry Potter, quali abbiamo incontrato?
Gli orfani della storia
Figure come Telemaco e Oreste, dalla letteratura greca, si ritrovano ad affrontare la morte del padre. Entrambi, poi, vedono nel viaggio una soluzione o quantomeno uno scopo per dare un senso alla perdita. Persino i due fratelli Romolo e Remo, orfani non tradizionali, sono abbandonati sulle sponde del Tevere e vengono allattati da una lupa.
Spostandoci in avanti sulla linea temporale, non possiamo non citare i famosissimi Oliver Twist e David Copperfield, nati dalla penna di Charles Dickens. E ancora Huckleberry Finn dal romanzo Le avventure di Huckleberry Finn di Mark Twain. Persino il Piccolo Principe dell’omonimo romanzo di Antoine de Saint-Exupéry, per quanto non sia un orfano nel senso tradizionale, è un bambino che vive in solitaria su un’asteroide e che fatica a comprendere gli adulti.
Arriviamo poi al nostro beniamino, a Harry Potter, che all’età di poco più di un anno perde entrambi i genitori per mano di Lord Voldemort. E in questo caso, oltre al danno la beffa, perché passerà la sua infanzia sotto la tutela degli zii Vernon e Petunia, nella costante ombra del cugino Dudley, di contro amatissimo dai suoi genitori, nonché loro punto fisso. Trentasette regali al compleanno, gite allo zoo, scuola privata, ogni tipo di comfort… Harry, d’altro canto, viveva con i vestiti che Dudley non indossava più e la sua camera era un sottoscala, oltre al fatto che i suoi parenti non facevano niente per nascondere un certo disprezzo nei suoi confronti.
Analizziamo nel dettaglio la condizione di Harry e come l’essere orfano ha influenzato la sua vita.
La profezia
Il destino di Harry Potter è segnato da una profezia, che recita così:
Ecco giungere il solo col potere di sconfiggere l’Oscuro Signore… nato da chi lo ha tre volte sfidato, nato sull’estinguersi del settimo mese… l’Oscuro Signore lo designerà come suo eguale, ma egli avrà un potere a lui sconosciuto… e l’uno dovrà morire per mano dell’altro, perché nessuno dei due può vivere se l’altro sopravvive… il solo col potere di sconfiggere l’Oscuro Signore nascerà all’estinguersi del settimo mese…
Ciò che sappiamo, dunque, è che la grande minaccia di Lord Voldemort risiede in un giovane mago nato sull’estinguersi del settimo mese (luglio). Soprattutto, egli avrà un potere sconosciuto al Signore Oscuro. Ma c’è un altro personaggio nato proprio come Harry sull’estinguersi del settimo mese e si tratta di Neville Paciock. Tuttavia, come vi abbiamo spiegato in questo articolo, c’è più di un motivo per cui Voldemort ha scelto Harry come suo rivale.
Arriviamo dunque a quella maledetta notte del 1981, la notte di Halloween, quando Lord Voldemort – sotto indicazioni di Peter Minus – scoprì il rifugio segreto dei Potter e irruppe nella loro casa di Godric’s Hollow, uccidendo prima James e poi Lily, che si interpose tra lui e Harry. Una volta uccisi i due maghi, Voldemort si apprestò a finire ciò per cui era venuto: uccidere colui che avrebbe messo a repentaglio la sua stessa vita: Harry.
Ma qualcosa di più potente di qualsiasi incantesimo, nonché di incomprensibile per il Signore Oscuro, fece in modo che la Maledizione scagliata su Harry rimbalzasse proprio su di sé, lasciando al piccolo mago solo l’iconica cicatrice sulla fronte. Beh, quella magica protezione altro non era che il potere dell’amore di Lily verso suo figlio. La donna – davanti alla scelta di sopravvivere o perire – aveva deliberatamente scelto di sacrificarsi per salvare suo figlio.
L’infanzia
Harry dunque, da quel momento in poi, viene tratto in salvo e portato ai Dursley: sua zia Petunia (sorella di Lily) e suo marito Vernon, babbani fieri, con una particolare antipatia verso i maghi. La sua infanzia è scandita dal disprezzo da parte dei suoi tutori nei confronti della sua stessa natura in quanto mago e vive nella costante ombra di suo cugino Dudley, al contrario viziato oltremodo dai suoi genitori e luce dei loro occhi.
Nonostante il difficile contesto familiare e l’assenza delle due figure portanti della sua vita Harry cresce sviluppando un carattere gentile e solidale verso il prossimo.
Tutto cambia all’età di 11 anni, quando scopre la sua vera natura, nonché il vero motivo dietro la morte dei suoi genitori. In un certo senso, è come se Harry si fosse ritrovato a dover riaprire il cassetto all’interno del quale era chiuso – e in qualche modo metabolizzato – il lutto per la perdita dei suoi genitori e riordinare tutto da capo. Adesso sa che i suoi genitori erano maghi, che anche lui è un mago e che, soprattutto, loro sono morti per salvarlo.
Harry scopre chi erano davvero Lily e James, li vede per la prima volta nello Specchio delle Brame e sente parlare di loro. Li conosce per la prima volta e, contemporaneamente, deve affrontare da capo il fatto che non possano essere essere lì con lui. Una sorta di rievocazione del lutto.
L’adolescenza e la famiglia ritrovata
Dal momento in cui riceve la sua lettera per Hogwarts la vita di Harry cambia, e non solo perché adesso sa di essere un mago. Soprattutto perché, per la prima volta nella sua vita, si circonda di persone che creano un organismo analogo alla famiglia.
La dolce Molly Weasley, una sconosciuta per Harry, lo guida nell’attraversare il muro tra i binari 9 e 10. Suo figlio Ron stringerà presto amicizia con lui, così come Hermione. I professori Silente e McGranitt avranno un evidente istinto protettivo nei suoi confronti. In sintesi, per la prima volta da che lo ricordi, Harry sarà circondato da persone che lo amano e tengono a lui.
Harry trova così un nuovo senso di famiglia, forgiando e fortificando un carattere già in partenza gentile, premuroso e altruista. Impara il significato della lealtà, del coraggio e della determinazione. E soprattutto, quanto sia importante l’aiuto di chi è intorno a noi.
Un nuovo lutto
Tuttavia, durante il corso della sua adolescenza Harry rivive il dramma della perdita in svariate occasioni. La più eclatante, quella che più si avvicina al dolore che avrebbe provato se i suoi genitori fossero morti in un momento in cui fosse stato cosciente dell’accaduto, è stata la morte del suo padrino Sirius.
In lui, Harry aveva ritrovato finalmente una figura genitoriale, un punto di riferimento. Sirius era il migliore amico dei suoi genitori, il suo padrino, che addirittura chiede a Harry di andare a vivere con lui. Sembra tutto perfetto, eppure ancora una volta a Harry viene strappato via un pezzo, e stavolta, è perfettamente consapevole di ciò che è successo, e il suo dolore non ha eguali. Harry è di nuovo orfano, ancora una volta gli è stato strappato qualcosa, ciò che gli è sempre mancato e che, pian piano, sembrava star ricostruendo.
Poco dopo, ancora una volta, è costretto a vivere la perdita di un’altra figura portante: Albus Silente, divenuto per Harry un mentore, un punto di riferimento.
La vita di Harry, dal momento in cui viene al mondo, è un susseguirsi di perdite che segnano in maniera più o meno profonda la sua vita, a partire da quella dei suoi genitori fino ad arrivare alla Battaglia di Hogwarts. Lì, ormai sopraffatto, Harry sembra quasi accettare tutte le morti che gli si palesano davanti. Tutte, anche la propria, quando decide di sacrificarsi e andare ad affrontare Voldemort nella Foresta Oscura. Conscio di non tornare vivo, Harry viene accompagnato nell’ultimo tragitto della sua vita dagli spiriti dei suoi tanti genitori: James, Lily, Remus e Sirius.
Harry conosce la morte e la saluta, come una vecchia amica, divenendo “orfano di se stesso”.
Quello di Harry Potter è un caso peculiare, che inizia con un lutto insuperabile, quello per la perdita dei propri genitori, e prosegue con altrettante esperienze traumatiche analoghe, fino al momento in cui è la sua vita a essere strappata via. Chiaramente, la trama riserva un finale meno tragico nei confronti di Harry. Tuttavia, la sua storia ci dà modo di conoscere da vicino cosa significa convivere con la perdita e l’assenza di una o più figure portanti e uno dei tanti modi in cui una persona può metabolizzare questo dolore. Nella seconda parte vedremo un altro risvolto della medaglia.