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Emma Watson si racconta: l’addio alla fama e la sua nuova vita

25 Settembre 2025 ceci-russ 7 min read

Emma Watson si racconta: l’addio alla fama e la sua nuova vita

25 Settembre 2025 Minerva 7 min read

In una recente intervista Emma Watson ha raccontato le motivazioni che negli ultimi anni l’hanno spinta ad allontanarsi dalla fama e dalla recitazione. Nel farlo, ha risposto a due semplici domande, poste alla base dell’intervista: pensate che la fama renda felici le persone? E rinuncereste ai soldi in cambio della pace dell’animo?

Da diverso tempo Emma Watson non sostiene più molte interviste, scegliendo di condurre una vita assai più privata che pubblica. Per questo motivo, l’intervista esclusiva che ha concesso ieri a Jay Shetty per il suo podcast (qui trovate l’episodio completo) ha già suscitato l’attenzione dei media e dei fan, che non vedono Emma sul grande schermo dai tempi di Piccole donne, uscito nel 2018.

The TRUTH Behind Why I Walked Away From Fame: questo il titolo dell’episodio dedicato a una lunga intervista in cui Emma Watson si apre di fronte alle domande di Jay Shetty e racconta diversi aspetti della sua vita, che hanno cambiato il modo in cui oggi vive il suo passato da attrice di successo.

Il lato negativo della recitazione

Un primo aspetto molto importante che ricorda con amarezza è come ogni film comportasse, da parte sua, una enorme preoccupazione rispetto a come parlava del progetto durante le interviste. Si premurava di non dire mai nulla di negativo, di rendere sempre giustizia al lavoro dei registi e a ciò che loro intendevano raccontare con il proprio film.

Sentiva un grande senso di responsabilità, e non soltanto verso un prodotto cinematografico, ma anche per una “semplice” pubblicità (qui fa l’esempio della partnership con Prada). Tutto questo rendeva le interviste una parte molto pesante del suo lavoro.


Una sensibilità che ha profonde radici nel passato

Proseguendo nell’intervista, Emma comincia a riflettere sul fatto che il modo in cui viveva la responsabilità delle interviste è dovuto alla sua profonda sensibilità, che tuttavia non è qualcosa da negare, bensì il suo dono, una parte di sé di cui lei deve prendersi cura.

Emma riconduce questa sua sensibilità alla sua situazione familiare, che ha influenzato molto la sua percezione della vita soprattutto quando era piccola. La separazione dei genitori l’ha sempre fatta sentire divisa a metà, privata di un’unica visione del mondo, che ha sempre dovuto crearsi da sola.

Tutto questo l’ha avvicinata alla recitazione, arte che la faceva sentire completa e “intera”. Recitare la liberava dal disagio – portato dietro fin dall’infanzia – di non sapere chi era o come stare al mondo. Il tempo l’ha poi portata a “guarire”, a sentirsi bene con se stessa e più completa, e allora ha cominciato a chiedersi: è ancora necessario recitare? Perché lo stai facendo? Ha scoperto di non sentire più il bisogno della recitazione per esprimere se stessa ed essere ascoltata.


Le aspettative dopo Harry Potter

Emma parla poi di un grande dolore vissuto su diversi set cinematografici, soprattutto dopo la fine di Harry Potter. In ognuno di questi lei si aspettava ciò che aveva vissuto sul set della saga che l’ha resa famosa, si aspettava di trovare una famiglia, degli amici, cercava esattamente quello che aveva trovato grazie a Harry Potter.

Questa esperienza, l’esperienza di Hollywood, è stata per lei particolarmente dolorosa. Si è ritrovata circondata di persone che vedevano la recitazione in modo totalmente diverso dal suo. Ciò che per lei era un rifugio, per gli altri era solo un lavoro, una carriera, un trampolino per il successo, e soprattutto un luogo dove quell’amicizia che lei cercava le veniva rifiutata. Forse non ero fatta per quegli ambienti così competitivi, riflette a un certo punto: mi hanno spezzata. Qui si commuove e noi con lei.

Se il prezzo è ogni singolo pezzetto della mia pace interiore, allora è troppo alto, dice ancora. Ammette di aver sempre amato il suo lavoro, ma che alcuni aspetti di quel passato comportavano un sacrificio troppo grande. La sua unica volontà era ormai di raggiungere l’eccellenza a ogni costo.

Se nella stanza insieme a me non ci sono persone a cui importa più di me che del prodotto che rappresento, allora non devo restare qui.


La vita da attrice di grande successo

Emma ammette poi che, molto banalmente, essere la protagonista di un film comporta un enorme impegno in termini di tempo trascorso sul set, cosa che non le permetteva di avere una vita privata piena e soddisfacente. Ma non solo: oltre al set, c’erano i tour di promozione del film, c’erano gli eventi, i red carpet.

Emma riassume i red carpet con queste brevi parole: devi essere perfetto di fronte a decine di persone che urlano e decine di fotocamere che ti immortalano, e nel frattempo devi stare attento a come posi e a ciò che dici. Questi sono ambienti in cui non si riesce ad avere una normale e piacevole conversazione con qualcuno. Così è come Emma ricorda quel periodo, un periodo ricco di finzione: fingeva amicizie e perfezione dove queste cose non c’erano.


Hermione Granger ed Emma Watson

In tutto questo dolore, Harry Potter resta un faro di felicità per lei. Le audizioni, l’esperienza sul set, la comunità che si è creata, la famiglia che ha trovato, l’amore che prova per la storia, la fierezza con cui ricorda lo straordinario lavoro che ha fatto.

E d’altro canto ricorda anche come estremamente significativo il momento in cui le persone hanno cominciato a distinguerla da quel personaggio che ha interpretato per anni. Il suo impegno sociale le ha permesso di mostrare al mondo chi fosse Emma Watson e non Hermione Granger. Non era più solo la custode di un personaggio sacro, ma aveva una voce propria.

Eppure a un tratto addirittura Emma Watson è diventata a sua volta un personaggio sacro, una istituzione, un ideale che non era quasi più in grado di incarnare. Tutto questo perché lei viveva sempre e comunque di fronte alle telecamere e sulle copertine delle riviste. Col tempo ha raggiunto un punto nel quale sentiva il bisogno di “disimparare” a essere Emma Watson.


Allontanarsi dal personaggio per vivere una vita normale

Essere famosi comporta che le persone proiettano su di te tantissime cose, spiega Emma. A un certo punto chi ti circonda costruisce il tuo personaggio. Capitava che qualcuno mi chiedesse scusa per non aver visto i miei film e per me era una benedizione, racconta.

Non disdegnava le persone che apprezzavano il suo lavoro, ma era sollevata quando la gente non proiettava su di lei la sua rappresentazione del personaggio Emma Watson.

Avevo una vita perfetta e una carriera perfetta, ma non ero felice, e ammetterlo a me stessa è stata una cosa veramente spaventosa. E non avevo nessuno con cui parlare di queste cose.

Era circondata da un esercito di persone ed è arrivata a chiedersi se fosse in grado di vivere la sua vita da sola, senza nessuno che svolgesse per lei anche le attività più basilari.

Se comincio davvero a essere responsabile della mia vita, a fare tutte quelle cose da sola, cosa accadrà? Sarò davvero in grado di farlo? La fama ti fa credere di non essere in grado di fare nulla, cancella la tua fiducia e la tua autonomia.

Jay Shetty fa un esempio banale, seguendo questo discorso, e sottolinea come questa intervista sia stata decisa, chiesta e programmata da Emma. Nessuno ha fatto nulla per lei, il che dimostra come Emma stia ora vivendo secondo quegli insegnamenti che ha si è data allontanandosi dalla celebrità.

In diversi momenti Emma spiega anche perché ha deciso di sostenere questa intervista, raccontando di come sia profondamente prezioso per lei poter avere una conversazione onesta con il suo intervistatore, uno scambio che possa sembrare privato e intimo.


La scelta di prendere un’altra strada

Da una parte c’è un percorso ben definito, ricco di successi, dall’altra l’ignoto. Emma si è chiesta: come sarà vivere la mia vita lontana da tutto ciò che ho conosciuto finora? Questo la spaventava, ma a un tratto qualcosa è cambiato. Si è accorta di non stare bene, assumeva i più svariati medicinali per sopportare la pressione di quella vita: il suo corpo non reggeva più.

Sosteneva bene la pressione sul momento, ma il prezzo da pagare diventava sempre più alto. Devo ringraziare il mio corpo, non volevo più ignorare quello che mi stava dicendo. Ha iniziato ad ascoltare se stessa con più attenzione ed è stato allora che ha preso una strada diversa.


Il rapporto con J.K. Rowling

In conclusione dell’intervista, Jay Shetty pone una domanda molto difficile a Emma riguardo al suo attuale rapporto con l’autrice di Harry Potter, soprattutto in seguito alle controversie e all’allontanamento della Rowling da gran parte del cast dei film.

Non crederò mai che le mie opinioni possano negare la mia ammirazione per Joe, afferma rispetto alle controversie che da diversi anni a questa parte ruotano attorno alla figura di J.K. Rowling e al suo allontanamento dagli attori che hanno interpretato i suoi protagonisti.

Spero veramente di poter continuare ad amare le persone con cui non condivido le stesse opinioni. Ciò che mi turba di più è che non sia mai stato possibile avere uno scambio e resterò sempre aperta al dialogo. Ma non voglio alimentare un dibattito tossico ed è per questo che non commento mai. Non perché non mi interessi il problema, ma perché il modo in cui avviene questo dibattito mi causa molto dolore.

E poi continua, parlando di J.K.:

Quello che ha creato non ha precedenti nella storia della letteratura inglese, non potrei mai cancellarla. Posso amarla, posso sapere che lei mi ha amata, posso esserle grata [nonostante tutto quello che è successo negli ultimi anni]. Le due cose devono per forza convivere e stanno convivendo.


L’intervista è molto lunga, ma anche veramente bella, e vi invitiamo a dedicarle un po’ del vostro tempo. Emma, infatti, ha modo di aprirsi anche rispetto alla sua famiglia, all’amore e all’amicizia. Inoltre, racconta di come scrivere, prendere le sue esperienze e tradurle in arte, l’abbia aiutata a riconnettersi con se stessa e sia stato qualcosa di estremamente liberatorio. Infine parla dell’importanza di chiedere aiuto e si lascia andare a un breve ma elegante commento su ciò che sta succedendo oggi in Palestina. Sicuramente una splendida intervista che vale la pena di guardare, con una Emma Watson meravigliosa e davvero rinata.

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