Qual è stato l’esatto momento in cui la Rowling ha avuto l’ispirazione per Harry Potter?
Tra memorie biografiche, rivelazioni dell’autrice e amore per la scrittura, ripercorriamo insieme la storia della nascita della saga.
Lampi di genio nella scrittura
Tolkien si divertiva a inventare lingue, e così, nel tentativo di fornire un universo di substrato ai suoi idiomi di fantasia, ha iniziato a scrivere Il Signore degli Anelli. Suzanne Collins faceva zapping in TV quando, alternando immagini di reality show e scene di guerra, ha partorito la trama di base di Hunger Games. Il cacciatore di aquiloni era in origine un racconto di una ventina di pagine, che Hosseini scrisse di getto dopo aver sentito in televisione che i talebani avevano vietato l’aquilonismo in Afghanistan.
Insomma, l’ispirazione è un fatto complesso; la genesi di un qualsiasi prodotto artistico ha luogo in momenti inaspettati, e pervade l’artista sino a convincerlo del fatto che quella è la strada, quella è la via del successo, quella è l’illuminazione. «L’ispirazione non dà preavvisi», diceva Gabriel García Márquez: lo sa bene la Rowling, che ha dato vita alla saga di Harry Potter in un momento tanto particolare da essere divenuto iconico.
Quel treno per Londra
Sin dalla più tenera età, la Rowling rivelò una smisurata passione per la scrittura. Trascorse la propria infanzia e la propria adolescenza a scrivere racconti o iniziare romanzi, e si portò dietro questa abitudine per molti anni. A diciott’anni aveva già riempito diversi scatoloni con fogli straripanti di storie e racconti, ma avere le idee molto chiare non era sufficiente: a Joanne mancava il coraggio di metterle in pratica.
La Rowling era soggiogata dall’insicurezza. E fu proprio l’insicurezza a spingerla a rinunciare alla vocazione letteraria e a seguire il consiglio dei genitori (che le prospettavano una carriera da segretaria bilingue), iscrivendosi alla Exeter University, dove studiò greco, francese e tedesco.
Anche negli anni dell’università Joanne scrisse diversi racconti, ma il suo animo era ancora tormentato dalla mancanza di fiducia in quell’attività che la possedeva maggiormente: la scrittura.
Dopo la laurea, iniziò a lavorare presso Amnesty International e poi svolse altre professioni, e la sua abitudine di dedicarsi alla scrittura persino nei momenti liberi in ufficio determinò anche un paio di casi di licenziamento. Infine, ottenne un posto come segretaria alla Camera di Commercio di Manchester: dal momento che abitava a Londra, per recarsi a lavoro utilizzava il treno. E fu proprio sul treno che la sua vita conobbe una svolta decisiva.
Treni guasti e mucche al pascolo
Il tragitto in treno tra Londra e Manchester è sempre stato speciale per la Rowling, che lo trascorreva leggendo qualche libro o portando avanti qualche storia. E un giorno del 1990, durante il viaggio di ritorno a Londra, il treno si fermò improvvisamente per un guasto meccanico: avrebbe causato un ritardo di circa quattro ore.
Sarebbe stato un momento ideale per dedicarsi alla scrittura, eppure la Rowling era talmente stanca che si mise a osservare al finestrino alcune mucche che pascolavano in un prato lì vicino. E arrivò l’ispirazione.
Joanne sapeva che non era come per le altre volte: in futuro avrebbe dichiarato che mai, prima di allora, era stata tanto entusiasta di una propria idea per una storia.
Alla School Library Journal, una rivista mensile americana, ha raccontato quel momento:
Ero lì, seduta in treno, e guardavo le mucche fuori dal finestrino. Non era il soggetto più suggestivo che ci sia. Eppure, tutto d’un tratto, l’ispirazione per Harry mi apparve dal nulla davanti all’occhio della mente. Non saprei dirvi che cosa l’avesse scatenata, o perché, ma potevo vedere con chiarezza il concetto di Harry e della scuola di magia. Improvvisamente avevo quest’idea di base: un ragazzo che non sapeva chi o che cosa fosse.
Cosa accadde dopo: la prima scrittura
Elettrizzata dal fulmine dell’ispirazione, la Rowling cercò immediatamente carta e penna per buttare giù qualche annotazione per la storia; tuttavia, quel giorno ne era sprovvista, e così si affidò esclusivamente alla propria memoria: tenne a mente per tutto il tempo i nomi di alcuni personaggi (Harry, Ron, Hermione, Pix e Hagrid) e le principali linee guida per la trama.
Non avevo una penna funzionante con me, ma penso che questa probabilmente sia stata una cosa buona. Mi sono semplicemente seduta e ho pensato, per quattro ore (il treno era in ritardo), mentre tutti i dettagli mi gorgogliavano nel cervello, e questo ragazzo magro, dai capelli neri e con gli occhiali, che non sapeva di essere un mago, è diventato sempre più reale per me.
Così, quando il treno giunse alla stazione di King’s Cross, la Rowling aveva gettato le basi a quello che, di lì a breve, sarebbe divenuto un fenomeno letterario mondiale. Nel giro di qualche anno, Harry Potter avrebbe invaso gli angoli del mondo, e nessuno avrebbe potuto immaginare che tutto fosse partito da alcune mucche al pascolo osservate dal finestrino di un treno.