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Le Origini della Magia

12 Settembre 2025 beat-napo 5 min read

Le Origini della Magia

12 Settembre 2025 Becks 5 min read

Negli anni di Hogwarts che abbiamo vissuto insieme a Harry, tutti considerano storia della Magia come un argomento noioso e del tutto poco interessante. In realtà, non si sa chi sia stato il primo mago in assoluto, ma in questo articolo vi parleremo di come la magia abbia un’origine più antica di quella che si pensa!

Nel corso della storia il termine “magia” è sempre stato oggetto di speculazioni e, in alcuni periodi storici, anche di connotazioni estremamente negative. La magia, a partire dal Novecento, si lega alla superstizione, in netta contrapposizione con la religione e la scienza. Questa branca di sapere è sempre stata estremamente controversa, soprattutto per l’influenza della religione cristiana in occidente, che condannava qualunque atto possibilmente legato, anche alla lontana, alle pratiche magiche.

La magia nell’antico Egitto

Per iniziare a parlare di magia, bisogna tornare indietro nella storia, nel regno d’Egitto, al tempo del Faraone Cheope, da cui poi prese il nome la famosa piramide. Sembra che la società a quei tempi fosse intrisa di magia e credenze occulte: persino il pantheon egiziano vantava fra le sue fila figure legate a questo tipo di pratiche, come Iside e Thot.

Il Papiro di Westcar

Gli egizi credevano che tutto intorno a loro fosse animato e che quindi il mondo spirituale si esprimesse tramite quello fisico. Si ritrovarono svariati papiri con quelle che sembrano vere e proprie formule magiche, usate dagli egizi per aiutare l’anima dei defunti a trovare la giusta via nell’aldilà.

Sappiamo sicuramente, tramite il papiro di Westcar, che alla corte di Cheope ci fossero maghi rinomati, capaci di cose straordinarie. Ubainer era in grado di animare coccodrilli di cera, attraverso un vero e proprio incantesimo, Giaigia-em-Anekh era capace di prosciugare i laghi per ritrovare talismani perduto e Djedi riusciva a far tornare in vita piccoli uccellini.

Egittologi come Adolf Erman e Kurt Sethe pensavano che il contenuto del papiro fosse mero folklore. Altri invece, come Verena Lepper e Miriam Lichtheim, affermano che in più scritti si narrano le gesta di prestigiatori e “maghi” di vario genere che hanno eseguito trucchi magici molto simili dando un fondo di verità alla storia di Djedi.

La magia di Heka

Sappiamo anche che in Egitto, da un certo momento in poi, la magia acquistò sempre più importanza, fino a diventare parte integrante del potere dei faraoni. Essi si circondavano di sacerdoti-maghi, capaci di controllare Heka, termine con cui si indicava la magia, che era intesa come un dono degli dei, vecchia quanto il cosmo e capace di cambiare il destino degli uomini.

Nel corso del tempo, gli egizi svilupparono rituali e incantesimi destinati a garantire felicità, salute e successo, in guerra come in amore. L’Heka non fu più solo usata per volontà del sovrano, ma per il bene del popolo, arrivando a essere condivisa con tutti, persino con i più modesti.


I Magoi del mondo greco

È proprio in Grecia che viene coniato per la prima volta il termine magia. Erodoto fu il primo a usare la parola “magoi, termine poi introdotto nel vocabolario greco, per indicare dei sacerdoti di un’antica tribù persiana. Non bisogna pensare a questi “magoi” come veri e propri maghi, dato che erano relativamente distanti dall’idea che la Rowling ha della magia stessa.

I magoi erano infatti sacerdoti che compivano svariati gesti rituali. L’episodio che potremmo considerare all’origine della storia di quella che poi Erodoto definì “mageia” avvenne sotto il dominio di Serse, durante le guerre persiane, quando i “magoi” persiani sacrificarono i cavalli bianchi del loro imperatore per favorire l’attraversamento dell’intero esercito sul fiume Strimone.

Per la prima volta, forse, l’uomo greco si rese conto dell’esistenza di altri poteri, oltre a quelli derivanti dagli dèi dell’Olimpo e l’Occidente conobbe la magia. In seguito, sì usò il termine per indicare quegli individui che univano riti magici, elementi astrologici e alchimistichi, che saranno la base di tutta la speculazione sulla magia dei secoli successivi.


La Magia nel Medioevo

Il Medioevo fu un periodo ricco di arti magiche, nonostante il costante soffocamento di tali pratiche da parte della chiesa. È proprio durante questo periodo che la magia subisce un enorme cambiamento, partito dal basso Medioevo fino ad arrivare all’età umanistica. I rami della magia non sono più intricati e hanno perso quella confusione degna di un gomitolo di lana che invece era tipica dei greci. Si creano diverse correnti di pensiero e diversi modi per mettere in pratica le arti magiche.

Magia bianca e Magia nera

Qui la figura degli alchimisti diventa più nitida, così come la differenza fra maghi e stregoni. Gli Stregoni praticavano quella che poi venne definita magia bianca, la magia della natura, molto più vicini agli studiosi alchimisti, mentre gli stregoni erano spesso identificati come coloro che portavano avanti pratiche di magia nera, quindi malvagia e, secondo la chiesa soprattutto, legata al diavolo.

Nel Medioevo è vissuto, e lo conosciamo tutti, il famoso Nicholas Flamel, alchimista capace di ricreare la pietra filosofale. Questo periodo, però, è anche quello della caccia alle streghe, che sembra aver caratterizzato la maggior parte del Medioevo. In quest’epoca visse anche Paracelso, che più che un mago vero e proprio era un medico. Molti lo annoverano fra i maghi in quanto si dedicò a scoprire erbe e sostanze naturali, facendole bollire, per trovare delle cure. Per questo molti lo etichettano come uno dei primi pozionisti della storia.

Mago Merlino: una figura avvolta dal mistero

Sempre durante il Medioevo, troviamo la figura di Merlino, spesso citato anche dalla Rowling. La sua figura aleggia tra quella leggendaria che tutti conosciamo e vero e proprio mago, studente di Salazar Serpeverde. Sappiamo in base alla saga che frequentò Hogwarts e venne smistato nella casa di Serpeverde. La leggenda che tutti conosciamo è che Merlino entrò a far parte della corte di Re Artù e si scontrò con la strega Morgana, opponendosi alla pratica della magia oscura.

Secondo la Rowling, Merlino credeva che i maghi dovessero aiutare i Babbani e vivere pacificamente con loro. Proprio per questo fondò l’Ordine di Merlino, un’organizzazione che promuoveva i diritti dei Babbani, e che creò regole contro l’uso della magia su di loro.


L’idea di magia in età contemporanea

Con il tempo la magia ha assunto un ruolo totalmente diverso all’interno della società. Nessuno fa più sacrifici a forze misteriose e i rituali, un tempo necessari per chiedere favori, ora hanno tutto un altro significato. La magia è diventata intrattenimento e, sebbene in epoca romana fossero già presenti, ora gli illusionisti hanno accesso a un palcoscenico.

Il primo di cui si ha nota è Richard Potter, che nel 1800 divenne il primo mago da palcoscenico negli Stati Uniti. Ora, non sappiamo se la Rowling si sia effettivamente ispirata anche a lui per scegliere il nome del protagonista della sua saga, ma è di sicuro una magica casualità. La magia moderna non è più un mezzo per ricevere qualcosa in cambio, ma è diventata un modo per stimolare il pensiero, soddisfare la curiosità e intrattenere.


Non sappiamo chi nell’universo della Rowling sia stato il primo a compiere una vera e propria magia. Forse questa ambiguità e connessione con il passato conferisce una verosimiglianza maggiore a tutta la saga.

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