La nostra Hermione è stata inserita nella lista 100 persone più influenti che lavorano nella politica di genere, la prima iniziativa globale di questo tipo, da apolitical.
Sappiamo tutti l’impegno e l’attivismo che caratterizzano Emma. Ella è considerata un modello da seguire per le ragazze profondamente diverso da quello comunemente diffuso nello show business, ed ora l’ennesima dimostrazione. Questa lista infatti onora e celebra le donne e gli uomini che si impegnano per rendere il mondo un posto più equo, sia che lo facciano attraverso la politica, la ricerca o la filantropia.
Il discorso che Emma Watson tenne nel 2014 alle Nazioni Unite è diventato famosissimo. Dopo essere stata nominata sei mesi prima ambasciatrice nel mondo per la parità di genere nel settore UN Women , la giovane attrice presentò il progetto #HeForShe (“lui per lei”). Il discorso era incentrato soprattutto sulla necessaria azione e impegno degli uomini a fare qualcosa per ridurre le disuguaglianze di genere.
Sulle battaglie portate avanti di Emma per il femminismo è stato fatto un interessante approfondimento.
Femminismo
«Più ho parlato di femminismo e più mi sono resa conto che troppo spesso battersi per i diritti delle donne era diventato sinonimo di odiare gli uomini. Se c’è una cosa che so con certezza è che questo deve finire. Per la cronaca, il femminismo per definizione è la convinzione che uomini e donne debbano avere pari diritti e opportunità: è la teoria dell’uguaglianza tra i sessi – politica, economica e sociale»
Emma Watson ha detto – il testo integrale del discorso in italiano è qui – di aver cominciato a mettere in discussione le costruzioni sociali basate sul genere quando era una bambina. Infatti quando si pronuncia la parola “femminismo”, si viene subito catturati in una serie di stereotipi. Essi fanno in realtà riferimento al femminismo radicale di ambito statunitense che ha delle posizioni politiche in linea con la destra americana e che afferma che la causa dell’oppressione delle donne è una e ben precisa: gli uomini. Si tratta però solo di una parte del movimento, che è fortemente criticata all’interno del movimento stesso. Emma Watson faceva dunque riferimento a questa operazione. Certe posizioni radicali abbiano contribuito a rendere tutto il femminismo qualcosa che in realtà non è.
Poiché «nessuna nazione al mondo può dire di aver raggiunto la parità di genere», Emma Watson ha chiesto come sia possibile «cambiare il mondo quando soltanto la metà del mondo è invitato a questo cambiamento o si sente a suo agio a partecipare alla conversazione». E si è rivolta quindi direttamente agli uomini, parlando degli stereotipi da cui loro, per primi, dovrebbero liberarsi.
Diritti transgender
Oltre all’impegno nell’ambito dei diritti delle donne e del femminismo, l’attrice britannica recentemente si è anche schierata al fianco della comunità LGBT.
Emma mostra i ‘muscoli’ in una foto del 2018, indossando una t-shirt con sopra scritto ‘I diritti delle persone transgender sono diritti umani’. Emma ha poi taggato associazioni LGBT come Stonewall, Mermaids, All About Trans e Gender Intelligence. L’intervento dell’attrice è stato tutt’altro che casuale. Infatti il Governo inglese in quel periodo era chiamato a riformare il Gender Recognition Act, nato nel 2004, un tempo innovativo ma bisognoso di modifiche.
Infatti, le persone transgender inglesi erano costrette a dover sopportare un lungo e complesso processo per dimostrare la propria identità di genere. Esse dovevano munirsi di una diagnosi di disforia di genere e con almeno due anni vissuti all’interno del genere ‘scelto’. Era necessario riformarlo per conferire a tutte le persone trans il diritto di vivere il proprio e autentico ‘io’ attraverso un processo più semplice e meno invasivo.
Emma Watson, da sempre paladina dei diritti, ha deciso di metterci la faccia.