Cosa collega Game of Thrones e Harry Potter? L’India. Perché forse non tutti sanno che i costumi della serie TV più seguita di sempre e della saga cinematografica tratta dai libri della Rowling provengono dal Paese di Gandhi.
Il trono di spade e Harry Potter sono molto popolari in India. E devono al Paese asiatico anche parte della loro fama: gli eccezionali costumi e gli oggetti di scena, che hanno contribuito al successo della serie TV e della saga cinematografica, provengono difatti dal Paese hindu.
Il Cappello Parlante e il Mantello dell’Invisibilità di Harry Potter e l’abito nero di Jon Snow sono di produzione indiana. Rajiv e Rashi Goil, padre e figlia, appartengono alla RS Windlass & Sons, fondata nel 1943 dal patriarca di famiglia Ved Prakash Windlass. Attualmente, si tratta di una delle più grandi case produttrici di costumi: la RS Windlass & Sons vanta la produzione di spade, scudi e armature utilizzati in molti film popolari e spettacoli televisivi di Hollywood, fra cui Star Wars, Assassin’s Creed e Robin Hood.
Dietro i costumi si cela un lavoro complesso e certosino, le cui difficoltà tuttavia non vengono rivelate dai produttori. Pradeep Windlass, titolare dell’azienda in America, ha dichiarato alla rivista Broadly:
La produzione di costumi e oggetti di scena rappresenta un’attività di nicchia e dipende molto dal destino del film. Abbiamo trascorso ottimi tempi grazie a film e produzioni di successo come Harry Potter e Il signore degli anelli, ma ci sono stati anche casi in cui avevamo investito parecchie migliaia di dollari in un progetto e poi, una volta che il film non ha avuto la meglio, ci siamo ritrovati con molta roba inveduta nell’inventario.
Anche se la RS Windlass & Sons ha firmato i costumi per molti film di Hollywood di successo tra cui Le cronache di Narnia, Batman Begins e Pirati dei Caraibi, i suoi membri credono che sia stato Il trono di spade a donare all’azienda l’attenzione tanto attesa. Ma non si può fare a meno di chiedersi perché non producano costumi per l’industria, tutta indiana, di Bollywood. L’ha spiegato Rajiv Goel all’Hindustan Times:
In India, le leggi sulla proprietà intellettuale sono ben poco rigide, per questo non produciamo molto per questa regione. Ci sono poi molte questioni in termini di credibilità e impegno finanziario della nostra società.
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