Una controfigura, nel mondo del cinema, è una persona che, somigliando nel fisico a un attore, lo sostituisce in particolari occasioni. Anche durante la realizzazione dei film della saga sono state utilizzate delle controfigure e purtroppo una di esse è diventata protagonista di un evento davvero spiacevole: nel 2009, durante le riprese di Harry Potter e i Doni della Morte, David Holmes, controfigura di Daniel Radcliffe, rimase paralizzato.
La controfigura viene utilizzata nelle riprese particolarmente rischiose o difficili (assume allora il nome di cascatore o stuntman), o nelle quali occorra una specifica abilità che l’attore non possiede, e ancora in riprese esterne girate in luoghi lontani dove l’attore non si è recato. Talvolta, nel caso in cui l’attore sostenga due parti in un film e che i due personaggi debbano apparire nello stesso quadro senza che si possa ricorrere alla doppia esposizione, si ricorre alla controfigura per una delle due parti.
L’episodio spiacevole di cui parliamo risale al 2009, quando si svolsero le riprese del settimo film (in concomitanza con quelle dell’ottavo e ultimo capitolo). In tale occasione, alla regia del film venne confermato David Yates, già autore dei precedenti episodi L’ordine della fenice (2007) e Il principe mezzosangue (2009), con lo sceneggiatore Steve Kloves, mentre nelle vesti di produttori figurarono David Heyman, David Barron e, per la prima volta, la stessa Rowling (qui una interessante riflessione sui cambiamenti di stile nell’arco della saga a causa dal cambio di regista). Ma vediamo più nel dettaglio cosa è successo.
L’incidente
All’epoca David aveva 25 anni e doveva filmare la scena di un’esplosione: dopo aver indossato l’imbracatura, venne sollevato in aria, ma mentre passava “attraverso l’esplosione”, come previsto da copione, l’imbracatura cedette, slacciandosi. Lo stuntman, caduto rovinosamente a terra, riportò delle lesioni al collo che, nel tempo, lo portarono alla paralisi.
5 anni più tardi, all’età di 30 anni, David ha rievocato i terribili ricordi di quel giorno, raccontando come ha cambiato la sua vita:
Il mio primo pensiero è stato “non telefonate a mamma e papà, non voglio che si preoccupino“. Ho sbattuto contro il muro e poi sono caduto su un materassino. Il mio coordinatore mi è venuto vicino, mi ha preso la mano e mi ha detto “stringi le mie dita“. Riuscivo a muovere il braccio per prendere la sua mano, ma non riuscivo a stringerla. L’ho guardato negli occhi e allora ho capito quanto fosse grave ciò che era accaduto. Ricordo che continuavo a perdere i sensi e a rinvenire, per il forte dolore. Prima di quell’incidente mi ero già rotto le ossa e perciò ho riconosciuto subito quella sensazione strana che pervadeva tutto il mio corpo, dalla punta delle dita fino ai piedi. Lo sapevo che avevo fatto qualche danno.
La reazione di David
Non sappiamo mai come si potrebbe reagire ad un evento del genere. A seguito di questo evento sconvolgente, David ha raccontato quello che ha pensato nei primi istanti dopo la scoperta:
Stranamente la mia prima preoccupazione non è stata quella di non poter camminare. Era di non poter ballare di nuovo o fare sesso. Quando mi hanno messo seduto e ho sentito di nuovo il peso della testa sulle spalle è stato terribile. È incredibile quanto queste situazioni insegnino ad avere pazienza. Il giorno prima dell’incidente sapevo stare in equilibrio sulle mani e il giorno dopo non riuscivo nemmeno a stare seduto.
Successivamente, dopo tempo dall’incidente, però, David ha preso in mano la situazione:
Avevo una sensazione di tragedia riguardo alla mia situazione, ma anche la ferma determinazione di provare a migliorare le cose. Pensare positivo è essenziale. Se provi ad essere positivo riguardo alla tua disabilità, riesci anche a conviverci meglio. A volte ho dei flashback del momento dell’incidente, soprattutto nel sonno, ma ho imparato a gestirli. Non ho permesso all’incidente di cambiare la mia prospettiva di vita, sono molto determinato e ottimista. Continuo a fare ciò che posso, non rinuncio alle vacanze con gli amici e aspetto di dedicarmi ad una nuova carriera.
La reazione di Daniel Radcliffe
Stando a quanto racconta David, l’esperienza come controfigura sul set di Harry Potter è stata incredibile e lavorare con Dan è stato fantastico; addirittura si tiene ancora in contatto con alcuni membri del cast. A proposito di David, Dan ha poi detto:
L’amicizia che ho con David dura ormai da molti, moltissimi anni. Odierei se le persone vedendo una foto di me e lui pensassero soltanto: “Oh, c’è Daniel Radcliffe con una persona sulla sedia a rotelle“. Non voglio che presuppongano che Dave sia solo questo e non un’importante persona della mia vita.
Bisogna sottolineare che questo non è l’unico caso in cui il cast è rimasto vicino a persone in difficoltà: è successo anche a una bambina, Juniper, soprannominata “La bambina che è sopravvissuta” (leggi la sua storia qui).
Attualmente David Holmes è l’Appeal Ambassador per RNOH, il più grande ospedale ortopedico nel Regno Unito, dove fu curato dopo l’incidente. Ed inoltre, insieme a due amici sulla sedia a rotelle, ha fondato la Ripple Production Company, per aiutare coloro che hanno subito lesioni di questo tipo. Davvero un grande esempio, in alto le bacchette!
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